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23 gennaio 2021

News

22 Gennaio 2021: in vigore il Trattato dell’ONU che mette al bando le armi atomiche. PAX CHRISTI Punto Pace Lamezia Terme: «Evento da festeggiare, aderisca anche l’Italia»


Bisogna festeggiare questo evento e cogliere l’occasione perché in tutto il mondo, a cominciare dall’Italia, siano abolite le armi nucleari, che minacciano la vita dell’umanità e per questo sono ripudiate dalla grande maggioranza della popolazione. Il Trattato, che fu firmato all’ONU il 7 luglio del 2017 da 122 Stati, finora è stato ratificato dai 51 Stati e, purtroppo, l’Italia non è fra questi. La speranza è che presto anche l’Italia ci ripensi e decida di ripudiare le armi nucleari, com’è scritto all’art. 11  della Nostra Costituzione e nel trattato di non proliferazione nucleare del 1975, al quale l’Italia ha aderito. Ce lo ricordava papa Francesco a Pasqua 2020.

E avvertiva: «Non è questo il tempo in cui continuare a fabbricare e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che dovrebbe essere usati per curare le persone e salvare vite». Non è , infatti,tollerabile che l’Italia si sia impegnata ad acquistare 90 cacciabombardieri F35 per trasportare ordigni di morte verso i teatri di guerra mentre la gente muore di pandemia e di fame; e non esiste eticamente alcuna differenza tra chi la guerra la fa e chi, vendendo loro le armi, gli permette di farla.  Su questo tutti coloro che hanno a cuore il futuro del mondo  devono interrogarsi, riflettere e reagire, oggi e non domani, non attraverso proclami rituali ma con le tante azioni  percepibili nella vita di tutti i giorni.  In tal senso giova sottolineare le tante azioni concrete che possono essere  attivate a partire dalle buone pratiche a sostegno dell’economia circolare, sostenibile ed inclusiva, mirata e per interrompere la spirale distruttiva che minaccia la convivenza civile. E ciò vuol dire, a medio e lungo termine, mettere le mani in quel recipiente enorme della globalizzazione per dare senso alla richiesta, ormai non più  procrastinabile, di un ordine mondiale nuovo, che includa tutto ciò che ci tocca da vicino, in un cammino comune verso il cambiamento. A questo proposito, dice papa Francesco:”… dobbiamo puntare alle cose concrete. Con un mese di spese di guerra si darebbe da mangiare a tutta l’umanità. Dobbiamo essere realisti, oggi ci vuole realismo”.

Essere realisti vuol dire operare:

  • per un ordinamento economico mondiale che non dia, a chi già tanto ha, anche il superfluo e a chi è povero nega l’essenziale;
  • per uno sviluppo sostenibile, rispettoso dei tempi del Creato di cui l’uomo deve prendersi cura per non deturpare gli spazi dove vive ed abita, per non inquinare l’aria che respira e l’acqua che beve;
  • per una  totale moratoria delle armi convenzionali e nucleari e riconversione delle fabbriche di arsenali militari in industrie di produzione di strumenti sanitari della cui assenza ci rendiamo conto quando un animaletto, apparentemente innocuo, ci mette tutti in ginocchio;

Lo sforzo che occorre fare, prima concettuale e poi operativo-concreto, per raggiungere tali obiettivi, è trovare i punti di contatto tra  i temi generali di carattere planetario ( contenuti nelle due Encicliche: (Laudato sì e Fratelli tutti) e quelli che concretamente si vivono, giorno dopo giorno. In tal senso non esistono territori e pezzi consistenti di società incontaminati, per cui i problemi, percepiti come  lontani, sono, invece, troppo a ridosso delle nostre coscienze per lavarcene le mani:

  • le guerre dimenticate su cui fanno affari imponenti le industrie belliche dei paesi industrializzati, compresa l’Italia, richiamano un modello di sviluppo economico che privilegia quelle produzioni a discapito di altre, anche nella Calabria e nel mezzogiorno (agricolture e turismo), che non ammazzano e non devastano.
  • le caratteristiche geografiche e climatiche della Calabria, potenziali fattori di sviluppo produttivo coerente,  sono state letteralmente esautorate dalla politica dei “triangoli industriali”, che  ha condannato ad un’irreversibile diaspora la nostra forza lavoro meridionale e mortificato i nostri territori;
  • le poche aziende capitalistiche esistenti  vivono una condizione di affanno e la grande acciaieria (ILVA) di Taranto è conosciuta per essere  fattore incontrollato di inquinamento ambientale e di morti oncologiche; 
  • l’eccesso di produzione di rifiuti prodotti ed altri importati hanno ridotto i nostri paesi. le nostre campagne e i nostri mari a vere e proprie pattumiere con affari enormi a favore di gruppi collusi con le mafie e con le varie consorterie di malaffare, incoraggiate e tollerate da una politica mediocre e senza respiro prospettico; 
  • l’aumento di malattie oncologiche,  in Calabria e nel  lametino divenuta terra dei fuochi,  grazie alle discariche abusive a cielo aperto, presenti nel torrente Bagni (Turrina)  e nell’area ex Sir, è il risultato dell’assenza di governo ecologico del territorio con l’aggravante di una sanità ridotta a pezzi che costringe i propri cittadini malati all’emigrazione sanitaria;
  • per restare nel territorio lametino, la diaspora di grosse fette di popolazione dalle zone interne verso il centro urbano, avviata, anche per effetto di ridimensionamenti scriteriati della rete scolastica, figli legittimi dei tagli sistematici alla scuola pubblica, hanno privato quei luoghi dell’atavico rapporto di CURA dei vecchi contadini con il territorio che garantiva un equilibrato assetto idrogeologico;
  • La presenza misteriosa della base militare sul vicino Monte Mancuso che, al  tempo della guerra fredda, serviva per le radiocomunicazioni ( Immz )  nell’ambito Nato e che collegava tra di loro, e con i centri decisionali e di comando, tutti i radar remoti posti sui confini est dell’Alleanza Atlantica, lascia un interrogativo pressante sulle ragioni della sua attuale permanenza in quei luoghi e sul perché i Comuni, proprietari di quell’aria, non ne abbiano ancora chiesto lo smantellamento e l’abolizione della servitù militare  per una riconversione dell’area a funzioni sociali;
  • porre il problema dello smantellamento delle basi militari nel nostro territorio, a guerra fredda ormai tramontata, integra le criticità di un sistema che consente di spendere oltre 130 milioni di euro per un F35 che serve per seminare bombe e non per lanciare confetti, per uccidere e non per fare sport acrobatico.

Tutto ciò che accade, palesemente vicino o apparentemente lontano, ci riguarda  soprattutto perché si tratta della Pace, che, come dice  Papa Francesco nel Suo Messaggio per la celebrazione della LIV Giornata mondiale della pace, si  afferma attraverso la  promozione della dignità e dei diritti della persona e mediante la solidarietà, la cura del bene comune e la salvaguardia del Creato. Ed è importante, anche, che a ricordarcelo,  unite in un nesso inscindibile, siano: la lettera aperta di Pax Christi International e di Pax Christi Italia alla Conferenza episcopale italiana, in occasione del 75° anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki;  la richiesta al Governo Italiano di firmare il  Trattato sul bando delle armi nucleari; i cittadini di  Lamezia Terme preoccupati per le criticità sanitarie aggravate dalla pandemia, per la sua terra dei fuochi e per  la presenza misteriosa di una base militare da smantellare perché la guerra fredda  è ormai finita da trent’anni.

Così come Mons. Giovanni Ricchiuti Presidente di Pax Christi, insieme a Lui, concludiamo con le stesse parole scelte nove anni fa dall’allora presidente Monsignor Giudici: «Per questo nostro mondo che ‘ha bisogno della pace come e più del pane’ (Benedetto XVI, 1 gennaio 2012), ci sono richieste le scelte più alte perché ‘Quando tanti popoli hanno fame, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi’. (Paolo VI, 1967, Populorum Progressio n.53)».

PAX CHRISTI

(Punto Pace Lamezia Terme)


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