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23 maggio 2018

News

26 anni dalla strage di Capaci. La memoria di quel giorno divenuta coscienza civile e democratica del Paese


«Se non combattiamo il rapporto mafia-politica mai combatteremo fino in fondo le mafie. E sciogliere i Consigli comunali è il primo anello per combattere questo rapporto». Lo ha ricordato il ministro Minniti oggi a Palermo per commemorare il 26esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

«Ciò che fa delle mafie l’elemento differente», ha spiegato il ministro, «è il tentativo di costituire un rapporto di intimidazione, controllo e cointeressenza a volte con le istituzioni, a volte con la politica.L’anno scorso abbiamo sciolto 37 consigli comunali, nel 2016 ne erano stati sciolti 8. Quando si scioglie un consiglio per infiltrazioni mafiose non è mai una festa della democrazia, tuttavia ritengo che questi strumenti siano doverosi e necessari».

La dichiarazione del presidente Mattarella: «La memoria dell’impegno e del sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e di tre uomini della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani sono divenuti parte della coscienza civile e democratica del Paese, e costituiscono un riferimento prezioso per la comunità nazionale. Con mezzi disumani la mafia ha perseguito, e ancora persegue, finalità eversive.

Falcone ci ha dimostrato che la civiltà, la legalità, la Costituzione, possono prevalere su chi le minaccia e vuole destabilizzarle. Il ricordo di Falcone è indissolubilmente legato a quello di Paolo Borsellino, ucciso con analoga brutalità a due mesi di distanza, insieme ad altri servitori dello stato, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina.

Falcone e Borsellino ebbero l’intelligenza e il coraggio di colpire l’organizzazione mafiosa come prima non si era fatto.

Il maxi processo, da loro istruito, mostrò la mafia come fenomeno unitario, dotato di gerarchia interna, di tentacoli, complicità e collusioni, e consentì in tribunale condanne importanti. Dal lavoro di Falcone e Borsellino scaturirono anche metodi di indagine più moderni, oltre che proposte organizzative e legislative che hanno consentito azioni di contrasto più efficaci.

Tanti successi sono stati ottenuti, grazie al valore e all’abnegazione di uomini dello stato. E la forza della legalità non si fermerà davanti alle nuove strategie mafiose.

La mafia verrà sconfitta. Il testimone che i due magistrati ci hanno consegnato camminerà “sulle gambe di altri uomini”, come ebbe a dire lo stesso Giovanni Falcone. Con questo spirito desidero esprimere la mia vicinanza e la mia solidarietà ai familiari dei caduti e a tutti i cittadini che oggi si riuniranno per consolidare, nel ricordo, il proprio impegno civile.


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