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4 ottobre 2024

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4 OTTOBRE: San Francesco D’Assisi, il Santo della Pace Patrono d’Italia


Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell’età comunale. Figlio di un mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo ricercò la gloria tramite le imprese militari, finché comprese di dover servire solo il Signore. Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209, in seguito a un’ulteriore ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli.

Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l’approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al Secondo Ordine francescano, e fondò un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì la sera del 3 ottobre del 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. È stato canonizzato da papa Gregorio IX il 16 luglio 1228. Papa Pio XII ha proclamato lui e santa Caterina da Siena Patroni Primari d’Italia il 18 giugno 1939. I resti mortali di colui che è diventato noto come il “Poverello d’Assisi” sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore.

San Francesco è patrono dell’Italia, e protettore di Ecologisti, Animali, Uccelli, Commercianti, Lupetti e Coccinelle, AGESCI
Francesco, deriva dal tedesco antico e significa libero. E’ stato il nome più diffuso in Italia fino al 2019 quando è stato spodestato dal nome Leonardo slittando al secondo posto. (fonte www.santiebeati.it)

La pace, un modo di stare nel Mondo

Beati i pacifici, poiché saranno chiamati Figli di Dio. sono veri pacifici quelli che di tutte le cose che sopportano in questo mondo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell’anima e nel corpo

La pace, per Francesco, dono dell’Altissimo, dello stesso Cristo morto e risorto, non è semplicemente una virtù, bensì uno stile di vita, un modo di stare nel mondo e di vivere nella Chiesa. I francescani si salutano dicendo «Pace e bene», anche se negli Scritti di san Francesco non si trova «Pax et bonum». Ma chi ha insegnato a Francesco questo saluto? Ce lo dice lui stesso in una lettera importante, il suo testamento spirituale che ha lasciato ai suoi Frati prima di morire, con queste parole: «Il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: “Il Signore ti dia Pace!”».

I pacifici sono tutti coloro che si fanno strumento di riconciliazione, di perdono, di comunione, assumendo su se stessi i conflitti, le tensioni e i tormenti di chi non riesce a conservare la pace nell’anima e nel corpo. I pacifici sono coloro che soffrono per il Vangelo e sentono tutto il peso del male nel mondo. Tuttavia, essi diventano strumento di pace perché in loro abita l’amore del Signore che è morto e risorto per tutti.

Il Poverello non offre della pace una visione poetica o idilliaca: conosceva, infatti, la violenza e la brutalità delle guerre, come altresì la bruttura delle crociate e le lotte intestine tra villaggi, signori e contrade. La vocazione alla pace passa per la nostra resistenza al male, per la capacità di sopportare tutto per amore di Cristo. Non è rassegnazione quella che Francesco invoca, bensì benevolenza verso il prossimo e slancio d’amore infinito nelle prove della vita. La pace – dell’anima e del corpo, di tutta la persona – ha sempre una radice teologica: è un dono interiore del Signore. Così, di fronte alle avversità della vita, occorre attingere alla forza dello Spirito Santo, alla grazia di Dio. Si diventa pacifici assumendo lo stile di vita di Cristo.

La penultima strofa del Cantico fa appello proprio a questi sentimenti: “Laudato si, mi Signore, per quelli che perdonano / per lo tuo amore / e sostengono infirmitate e tribolazione. / Beati quelli che ‘l sosterranno in pace, / ca da te, Altissimo, sirano incoronati” (Cant 263).

(fonte: www.sanfrancescopatronoditalia.it)

Articolo già pubblicato il 4 ottobre 2020


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