Bianca è una giornalista che per mestiere ha sempre raccontato le vite degli altri, con passione e coinvolgimento. Si è sempre immersa in vicende e drammi non suoi, così completamente, fino a viverli ogni volta come propri. Anche se poi, all’atto della scrittura, ha potuto liberarsene e rimanere indenne.
Ha difatti accantonato per anni la sua vita finché un giorno, forse per il solo sospetto di una malattia, è costretta ad accorgersi di sé, del suo corpo, ed è chiamata a fare i conti con la propria esistenza.
Da qui un viaggio nella memoria, dall’infanzia in una cittadina del Sud Italia, agli studi universitari a Milano, il Sessantotto, la presa di coscienza politica, il matrimonio (una scelta forse avventata), le prime esperienze di lavoro, la maternità. E la solitudine in cui adesso si sente precipitata.
La accompagnano in questo percorso le voci e le storie delle tante donne che ha incontrato e con le quali riscopre di avere intessuto una fitta trama di complicità, affetto e solidarietà. Ne viene fuori un intreccio tra ricordi personali e storia collettiva che riflette le speranze, le illusioni, i fallimenti e le conquiste di più generazioni.
Un monologo interiore crudo e spietato, che si propaga, con forza e vigore, per cerchi concentrici su superfici sempre più estese. Un universo variegato e complesso in cui può riconoscersi ogni donna del nostro tempo.
Annarosa Macrì, giornalista e scrittrice ha lavorato in Rai nella redazione calabrese e accanto a Enzo Biagi in molti dei suoi programmi. Ha pubblicato A Berlino un bouganville (1988), Il mercante di storie (2009), Alì voleva volare (2010) e, per Rubbettino, L’ultima lezione di Enzo Biagi (2008) e Da che parte sta il mare (2013, premio Moncalieri per la narrativa).