Pannello di Antonio PuJia Veneziano
8 settembre 2017
Pannello di Antonio PuJia Veneziano

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A Belvedere Marittimo «La Via dell’Amore», percorso espositivo dei maestri ceramisti


Sarà inaugurata oggi, 8 settembre, alle ore 19, nel centro storico di Belvedere Marittimo, La Via dell’Amore, il percorso espositivo di bassorilievi in ceramica di grandi dimensioni dedicati al tema dell’Amore e alla figura di San Valentino che vede, nell’ambito della manifestazione Ceramicando, la significativa presenza di illustri ceramisti provenienti dalle più note città italiane di antica tradizione ceramica.

La manifestazione, che si svolgerà nei giorni 8, 9 e 10 settembre, è promossa dall’Associazione Agorà rappresentata da Enzo Molino, con il patrocinio del Comune di Belvedere Marittimo.

Il progetto La Via dell’Amore prende spunto dalla presenza, presso il Convento dei Padri cappuccini di Belvedere Marittimo, delle reliquie di San Valentino, patrono dell’Amore e protettore degli innamorati di tutto il mondo.

La tradizione di festeggiare annualmente il santo di Terni fu diffusa dai benedettini, primi custodi della basilica dedicata al santo in Terni, ma oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo, e così anche Belvedere Marittimo cittadina dell’Alto Tirreno Cosentino viene ricordata come Città dell’Amore.

Infatti, da circa 300 anni a Belvedere Marittimo, presso il Convento dei Padri Cappuccini, si conservano le reliquie di San Valentino. La loro autenticità è confermata dalla lettera inviata dagli uffici papali dal cardinale Gaspare Del Carpine, datata 26 maggio 1700, ad un abitante del paese, Valentino Cinelli, il quale diventò possessore dell’urna.

Il progetto si prefigge alcuni obiettivi strategici importanti, il primo dei quali è quello di salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico e culturale del territorio, ma la finalità sostanziale rimane, comunque, quella puramente artistica che vuole sensibilizzare al bello e sollecitare la memoria individuale e collettiva dei cittadini e dei visitatori occasionali sulla tradizione della ceramica, che a Belvedere Marittimo in epoche passate ha vissuto momenti di grande vivacità.

Il progetto, nel tempo, si è arricchito di due importanti contributi artistici: nel 2014 con l’opera L’Alto Desio di Antonio Pujia Veneziano e successivamente nel 2017 con l’opera Volo d’Amore di Giuseppe La Fauci, i quali hanno rappresentato il tema dell’Amore, in tutte le sue sfaccettature, proponendo una interpretazione originale e personale del tema, che ha fatto e fa parte delle riflessioni di tantissimi artisti che lo hanno trattato in ogni epoca e ognuno nella maniera più peculiare.

Il percorso, lungo il quale sono state collocate permanentemente le opere, si sviluppa lungo Via Santa Lucia che costeggia il muro monumentale di cinta del centro storico, sulla cui sommità spicca il monumentale Castello Aragonese.

L’opera dal titolo L’alto desio, realizzata dall’artista lametino Antonio Pujia Veneziano, presenta una efficace soluzione compositiva nella quale si notano due parti distinte: una superiore nella quale è stato sviluppato il tema dell’Amore Sacro e l’altra inferiore riservata all’Amore terreno.

Lo spazio superiore dell’opera è disseminato da grandi rose, raffigurate da linee a spirale con smalto rosso che emergono dal fondo di colore verde. La rosa rappresenta da sempre tanto l’amore passionale, quanto la purezza e la verginità, l’elevazione spirituale e la vanità.

Nel mondo greco e romano, la rosa era associata al mito, mentre nell’iconografia cristiana, per la sua bellezza, il profumo, per il mistero della sua forma e per il colore per lo più rosso, è simbolo della coppa che raccolse il sangue di Cristo o le ferite di Cristo stesso.

Nella parte inferiore è visibile una configurazione a labirinto, al centro del quale è collocata una testina, come frammento archeologico che allude alla cultura della Magna Grecia. Intorno a questo particolare della cultura classica sono riportati versi della grande poetessa Nosside dell’antica Locri Epizefiri.

Alla base della composizione, Pujia ha riportato, come caposaldo, un verso della celebre terzina del XXX Canto del Paradiso di Dante Alighieri che riassume significativamente l’opera: «L’alto desio che mo t’infiamma e urge».


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