'A Black Jesus', cittadinanza onoraria Siculiana a Wim Wenders
27 luglio 2021

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‘A Black Jesus’, cittadinanza onoraria Siculiana a Wim Wenders


Pubblico delle grandi occasioni ieri sera a Siculiana dove il regista Luca Lucchesi ha presentato il film documentario A Black Jesus, prodotto da Wim Wenders, che è tornato così nel paese in provincia di Agrigento dove è ambientata la sua storia. Tra i protagonisti del film Edward Zorobah, giovane migrante ghanese che tre anni fa è stato ospite del centro di accoglienza di Villa Sikania e la cui storia è al centro del documentario. Durante la serata è stata conferita a Edward Zorobah e al produttore tedesco Wim Wenders la cittadinanza onoraria della città di Siculiana. Ospite d’onore Roy Paci, autore della colonna sonora originale di A Black Jesus, che ha ricevuto il Premio Torre dell’Orologio. Il documentario segue la storia di Edward Zorobah, giovane migrante ghanese ospite del centro di accoglienza Villa Sikania, e il suo desiderio di prendere parte alla processione del Cristo nero, venerato da secoli nel piccolo paese dell’Agrigentino. A Black Jesus offre una prospettiva nuova e uno sguardo non giudicante sui temi della migrazione e dell’accoglienza in Europa.

Un video messaggio è stato mandato dalla ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti. “È un’occasione importante – ha detto – non solo per la comunità di Siculiana, ma per tutto il nostro Paese, di riflettere e di osservare con uno sguardo nuovo la necessità di farci portatori di un modello sociale inclusivo e accogliente, per un nuovo modello di Europa, che anche la nostra bella terra della Sicilia vuole e sa interpretare, attraverso il coraggio della solidarietà e affrontando le difficoltà che derivano dall’incontro con le diversità e con la sofferenza di popoli che ancora oggi attraversano il nostro mare per raggiungere la nostra terra e cercare attraverso il nostro Paese il raggiungimento di una speranza possibile. È uno nuovo sguardo disincantato quello di cui dobbiamo farci portatori, ma uno sguardo di umanità profonda, che sa guardare le criticità, che sa riconoscere le reciproche paure ma che nello stesso tempo in queste paure e resistenze trova la ragione di un coraggio che va messo in campo: quello dell’incontro e di un modello di società che si renda corresponsabile, in particolare nell’ambito europeo. È uno sguardo delicato quello che racconta la vita delle donne e degli uomini di Siculiana e di questi giovani ragazzi e ragazze che entrano a far parte di questa comunità e ne colgono l’antica tradizione di incontro e accoglienza, di umanità ferita e rinnovata. Vi sono davvero grata per questa bella occasione e auguro non solo alla vostra comunità e a tutta la Regione Siciliana, ma a tutti noi di sapere interpretare, anche dopo questo momento drammaticamente aggravato dalla pandemia, uno sguardo di umanità capace del coraggio della solidarietà e dell’incontro e anche della speranza”.

“L’iniziativa – ha detto il sindaco Peppe Zambito – è il giusto riconoscimento ad un’opera cinematografica, che racconta senza retorica il rapporto dei migranti ospiti della struttura di Villa Sikania con la comunità che rappresento. Un ritratto realista e poetico, che muovendo da Siculiana, dalla sua forte venerazione al Cristo Nero, assume un messaggio universale di una umanità che sente il forte bisogno di accogliere e accogliersi, fuori dai luoghi comuni. La cittadinanza onoraria a Edward non è un riconoscimento formale, ma risponde al suo desiderio di appartenenza che intendo favorire, perché riconosco in lui la bellezza di una inclusione vera. Bentornato a casa A Black Jesus”.

“Siculiana – ha dichiarato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa – è una comunità viva, che accoglie, che non nasconde i problemi. Il rapporto della comunità con Villa Sikania, che adesso è centro per la quarantena anti Covid, è sempre stato un rapporto difficile, ma pieno di gesti di attenzione e solidarietà. Siculiana credo che sia una comunità molto coraggiosa. Questo film, che andrà in giro per il mondo, darà un’idea di cosa significa veramente convivere con il fenomeno migratorio. E’ un’esperienza difficile in cui può venire fuori il peggio, ma anche tanto bene come quello che abbiamo visto, la storia di Edward Zorobah”.

“Ho conosciuto Edward – ha raccontato il regista Luca Lucchesi – durante la processione del Cristo nero di Siculiana. Era arrivato a Siculiana da qualche giorno. I suoi occhi erano ancora sospesi su un orizzonte di dolore, da qualche parte nel Mediterraneo tra la Libia e la Sicilia. L’incontro con quel cristo nero come lui, sollevato per le vie del paese dai miei compaesani, avrebbe iniziato per lui un cammino nuovo. Non lo sapeva Edward. Non lo sapevo io. Abbiamo avuto la fortuna entrambi di essere testimoni di un miracolo. E in parte di esserne stati anche gli artefici. Con la cittadinanza onoraria di Siculiana per Edward, quello che giudici e commissioni, leggi e burocrati, non sono ancora stati in grado di certificare, viene una volta e per tutte proclamato da un’intera comunità di uomini e donne: Edward è uno di noi”.

“Sono molto orgoglioso – ha detto il produttore Wim Wenders in un video massaggio – di aver prodotto A Black Jesus. Non solo per il valore cinematografico dell’opera prima del mio assistente di lunga data Luca Lucchesi. Ma anche e soprattutto per aver contribuito ad innescare un dialogo su uno dei temi più drammatici del nostro tempo. Come cittadini di questa Europa, abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle moltitudini di esseri umani che ogni giorno intraprendono un drammatico viaggio verso le nostre coste. Una responsabilità che purtroppo trascuriamo. La notizia della cittadinanza onoraria per Edward Zorobah, protagonista del film, è un piccolo gesto di speranza e maturità civile che segna una tappa importante nella storia della cittadina di Siculiana. Dopo anni di diffidenza e paura, ora è il momento del dialogo e del coraggio. Mi auguro che Edward adesso possa finalmente ottenere il documento necessario per restare in Italia, a Siculiana. È stato lui il vero artefice di questo piccolo miracolo di integrazione e rispetto reciproco: un vero atto di coraggio civile che ora deve essere ufficialmente premiato e riconosciuto”.


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