Caduta di Ocaro di Pieter Bruegel il Vecchio
17 luglio 2017
Caduta di Ocaro di Pieter Bruegel il Vecchio

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A Reggio Calabria la mostra collettiva «Una città e sette fiumare» dal 22 al 25 luglio


Una città e sette fiumare, questo il titolo della interessante mostra collettiva che si svolgerà dal 22 al 25 luglio presso il parco Ecolandia di Arghillà di Reggio Calabria.
Attraverso tre sguardi diversi la mostra racconterà con parole, immagini e suoni il complesso rapporto che lega da sempre le genti di Reggio Calabria alle sette fiumare che segnano irreversibilmente il destino degli uomini e del loro territorio.

Tre racconti diversi per raccontare il passato, il presente e anche pensare ad un futuro che possa risolvere il secolare conflitto tra uomo e fiumara.

La mostra è il risultato del lavoro svolto dall’Associazione culturale Storie delle sette fiumare che, ad un anno di distanza dal tour sulla via degli agrumi, ha deciso di fare qualcosa di importante, di fare qualcosa di più per ricercare l’origine delle radici, per divulgare la storia del territorio e conservare le memorie degli avi.

L’impegno è, attraverso la ricerca di fonti inedite e le collaborazioni con professionisti, artisti e gente comune, divulgare una storia che non ha libri di testo perché per conoscerla bisogna saper leggere il territorio. Non ha professori che la insegnino perché bisogna avere la pazienza di saper ascoltare i nostri vecchi per sentirla rivivere.

La mostra avrà tre sezioni: Acqua ra ‘nopia di Francesco Tripodi che, con il supporto di mappe e documenti, racconta la genesi della rivoluzione sociale e territoriale che è alla base della Reggio contemporanea. Il racconto della nascita del conflitto tra uomo e fiumara che si snoda lungo il corso del XIX secolo per arrivare al 1913. Una storia fatta di immagini e parole scritte che mettono in evidenza il ruolo fondamentale che le fiumare di Reggio Calabria hanno esercitato nello sviluppo di quella società contemporanea che, oggi, le considera solo uno spazio vuoto che va colmato, in ogni caso.

La seconda è Le sette fiumare di Giovanna Catalano, uno sguardo che indaga il presente di un conflitto tra uomo e fiumara che sembra non avere tregua. Le immagini proposte da Giovanna raccontano la prepotenza del tempo del cemento che sembra non lasciare scampo ad un avversario ormai stretto alle corde. L’uomo cerca di appropriarsi e trasformare uno spazio che con gli appartiene. L’azione è lenta e la fiumara resiste come può lasciando tracce dalle quali è possibile intravvedere un passato diverso e, forse, una speranza per il futuro.

Infine La via verde di Marianna Mangano e Donatella Violante le quali, con il loro racconto, propongono una possibile soluzione al conflitto tra uomo e fiumara riconoscendo a quest’ultima un ruolo nuovo nell’assetto della futura città metropolitana.

Nuova risorsa verde all’interno di un paesaggio urbano mutevole, disordinato e dominato dal cemento. La fiumara non più fonte di pericolo e morte. Non più nemico da combattere ed eliminare. La fiumara ritorna alle origini e come in un viaggio nel tempo si colora di verde. Ritorna ad essere l’oasi che gli arabi ed i normanni avevano voluto ad immagine e somiglianza dell’eden.


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