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21 dicembre 2015

News

A Reggio Calabria una «Svolta»… tradita


L’impietosa ed ineccepibile graduatoria pubblicata dal Sole 24ORE, nella quale la provincia di Reggio Calabria raggiunge desolatamente l’ultimo posto nella classifica tra tutte le province italiane per la qualità della vita, rappresenta la piena e incontrovertibile certificazione dei fallimenti politico-amministrativi che gli incolpevoli cittadini reggini sono, da troppo tempo, costretti a subire.

Il triste ultimo posto della provincia reggina è, certamente, da ascrivere alla pesante zavorra negativa costituita dalla città che, come denunciamo in maniera solitaria da molto tempo, vive una condizione disastrosa provocata sia dai danni incalcolabili causati dal tragico decennio del «modello Reggio» di Scopelliti e Arena, che, oggettivamente, dall’assoluta inconsistenza amministrativa che sta caratterizzando la giunta Falcomatà: un’amministrazione che dopo solo un anno ha dilapidato, per sue precise responsabilità politiche, la grandissima fiducia accordatagli dagli elettori.

Infatti, la tanto annunciata «Svolta» del sindaco Falcomatà si sta rivelando una «Svolta»… tradita.
I dati del Sole 24ORE fanno emergere la pesantissima aridità, in ogni campo della vita civile e sociale reggina, nella quale sono costrette a vivere centinaia di migliaia di donne e uomini.
Dati paurosi e numeri impressionanti, molto simili a quelli dei paesi sottosviluppati.

Bastano due dati su tutti per comprendere la drammaticità della nostra realtà: i redditi pro-capite ammontano a circa 12.000 euro e la disoccupazione raggiunge la cifra spaventosa del 61%.
Crediamo che, davanti a questi numeri, vi sia ben poco da aggiungere, se non la rabbia per la totale rassegnazione del popolo reggino che, ormai, non ha più né forza né fiducia per protestare o per indignarsi.
Un popolo che, come ha saggiamente scritto il puntuale inviato del Sole 24ORE Roberto Galullo nel chiarissimo articolo a corredo dell’inchiesta sulla qualità della vita, ancora oggi, in pieno terzo millennio, è costretto a sperare e credere alle promesse del potente di turno per tentare di ottenere un posto di lavoro con contratto a tempo determinato come addetto al servizio di igiene ambientale nell’AVR, la società che gestiste la raccolta dei rifiuti nel comune di Reggio.

Per la cronaca: nonostante il bando sia scaduto da oltre sei mesi, a tutt’oggi non si è saputo più nulla e, pertanto, le malevole interpretazioni sono evidentemente giuste e fondate…
La vicenda del bando dell’AVR è il drammatico paradigma di una realtà in agonia nella quale sono, purtroppo, assenti ingiustificati gli intellettuali e quel che resta di società civile: tutti tacciono immotivatamente.
Dal nostro punto di vista, non ci stancheremo di denunciare l’inefficacia di una classe dirigente che non ha idee, non ha progetti e vive alla giornata cercando di barcamenarsi nella mera e stantia gestione del potere con metodi e modalità vergognosi e fuori tempo.

La realtà emersa dall’indagine del Sole 24ORE è la pura verità di un territorio distrutto e violentato che costituisce l’humus ideale per la crescita e il rafforzamento della ‘ndrangheta con le sue pesanti ramificazioni e le enormi complicità che trovano solitario ostacolo in un minuscolo drappello di magistrati della Procura reggina e di giornalisti che ne denunciano la gravissime infiltrazioni.

Ivan Tripodi
Segretario cittadino del Partito comunista d’Italia di Reggio Calabria


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