auguri natale 2016 (2)
17 dicembre 2016

News Lamezia e lametino

«Abbandonare la violenza e camminare nella pace». Gli auguri natalizi del vescovo di Lamezia


«Lascia la via della violenza e camminiamo insieme nella via della pace». E’ il monito del Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora, rivolto ieri nel corso del tradizionale messaggio di auguri natalizi alla Chiesa e alla città, nel salone del seminario vescovile alla presenza del sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, di diversi sindaci del comprensorio lametino, dei rappresentanti del mondo dell’associazionismo e di numerosi cittadini.

Richiamando il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2017, il vescovo di Lamezia ha parlato di «un mondo malato di violenza, presente perfino nei luoghi più sacri: la famiglia, la scuola, lo sport, la politica, e non ne è esente l’ambiente ecclesiale», invitando la comunità lametina a ricercare lo stile di una politica per la pace come elemento essenziale per il vero progresso, la non violenza «non solo come aspirazione e rifiuto morale della violenza e degli impulsi distruttivi ma anche come un metodo realistico e efficace, un insieme di pratiche individuali e di popolo costruttrici di speranza e di vita comune nella pace piuttosto che nelle ostilità».

Nel pensiero del presule lametino, i cristiani perseguitati nel mondo a causa della fede: solo domenica scorsa, in Egitto, un ultimo attentato nella Cattedrale ortodossa di San Marco ha provocato 25 morti. E il 2016 si appresta a chiudere con 7.100 cristiani uccisi. Per il vescovo di Lamezia «la persecuzione di cristiani e altre minoranze è una forma di violenza ignobile in un mondo sempre più brutale. Il terrore sta esasperando il fenomeno dell’emigrazione obbligata. Ricordare i nostri martiri nell’avvicinarsi del Natale ci aiuta a evitare il falso Natale dal sapore dolciastro. Questi nostri fratelli e sorelle, uccisi a causa del Vangelo, ci fanno comprendere che la violenza viene sconfitta solo dall’amore».

Cantafora rivolge il suo augurio natalizio «a chi vivrà questo Natale con difficoltà e sofferenza, in particolare a quanti sono provati dai disagi e dalle povertà presenti nella nostra intera regione. Ai bambini che soffrono per le famiglie divise e con genitori part-time. Agli anziani soli, senza figli, chiusi nelle loro case o in strutture di ricovero. Alle tante famiglie che si stanno prendendo cura dei parenti con malattie gravi o rare e difficili. A chi soffre per la perdita e la mancanza di un posto di lavoro, un’assenza che può dare origine a fenomeni di violenza familiare e anche sociale. A chi ha fatto della violenza lo stile degradato della propria esistenza ricordo, con le parole del profeta Isaia che leggeremo nella notte santa, che il Natale viene per spezzare i bastoni degli aguzzini e fermare i mantelli intrisi di sangue».

E ancora dal vescovo Cantafora, un pensiero «a tutti gli amici che sono alla ricerca di Dio o che hanno fatto la scelta di non credere oppure non vivono pienamente la nostra fede. Sappiano che nessuno è estraneo al Natale di Gesù Cristo, nessuno è estraneo alla Chiesa. La nostra missione di cristiani è quella convivere in amicizia con l’umanità, fraternamente accanto, facendovi sentire la vicinanza di un Dio che è Amore».

Sempre nella serata di ieri, si è aperto l’undicesimo anno della Scuola laboratorio di Dottrina Sociale della Chiesa, promossa dalla Diocesi lametina, che quest’anno si svolgerà nelle sedi di Lamezia Terme, Nocera Marina e San Pietro a Maida. Ad aprire l’incontro, il direttore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro don Fabio Stanizzo, che ha raccontato il percorso degli undici anni della scuola di dottrina sociale in Diocesi e le attività preparatorie in vista dei due appuntamenti che vedranno protagonisti anche la Chiesa lametina: l’inconto delle Chiese del Sud Italia a Napoli nel mese di febbraio e la Settimana sociale dei Cattolici a Cagliari ad ottobre 2017 sul tema del lavoro e dell’occupazione.

E proprio sul tema del lavoro si è soffermato nella prolusione introduttiva del nuovo anno di formazione, il direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana Fabiano Longoni che, richiamando il magistero di Papa Francesco, ha evidenziato l’esigenza di «evangelizzare il mondo dell’economia e del lavoro, rimettendo al centro l’uomo e la sua dignità. Il lavoro non è solo portare a casa uno stipendio, ma significa trasformare la realtà che ci circonda. Il lavoro fa l’uomo, è l’elemento costitutivo della sua dignità.

«Evangelizzare l’economia significa rimettere il lavoro al centro e annunciare chiaramente che l’imprenditore che non reinveste per creare lavoro e utilizza il profitto per la speculazione, compie un peccato. Sul diritto di tutti ad accedere al mondo del lavoro e sulla creazione da parte dello Stato delle condizioni perché questo diritto venga effettivamente goduto dai cittadini, la Dottrina Sociale della Chiesa e la Costituzione Italiana si incontrano. Come ci esorta Papa Francesco, dobbiamo ripensare i fini e i metodi dell’economia e camminare insieme come comunità».


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