“Quanto accaduto la notte scorsa ai danni di Francesco Coco, brutalmente aggredito da balordi che si sono accaniti con inaudita violenza, ci lascia sgomenti: non ci sono parole per esprimere rabbia e amarezza e allo stesso tempo la solidarietà ad un uomo perbene. Siamo vicini all’ex sindaco di Roccabernarda, autorevole rappresentante delle istituzioni e servitore dello Stato, da sempre schierato in prima linea in difesa dei valori della legalità, contro la criminalità organizzata che ha combattuto anche tra le fila dell’Arma dei Carabinieri”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
“Coco ha combattuto la ‘ndrangheta in prima linea e a volto scoperto, attuando nell’azione quotidiana da amministratore al servizio della propria comunità, quei valori di rettitudine e onestà intellettuale che devono rappresentare un esempio per le giovani generazioni – afferma ancora Scalese -. Le forze dell’ordine si stanno già prodigando per assicurare alla giustizia i responsabile, ma l’aggressione a Coco deve diventare un monito per le istituzioni, la politica, il mondo dell’associazionismo: ancora una volta siamo chiamati a fare rete per innestare gli anticorpi sociali alla prepotenza mafiosa e criminale che non conosce altro linguaggio che quello della violenza”.
Anche il consigliere regionale Antonio Montuoro, presidente della Seconda Commissione Bilancio, e segretario della commissione permanente contro il fenomeno della ‘ndrangheta ha inviato un messaggio di solidarietà: “Francesco Coco è una persona straordinaria. Un uomo perbene. Ha fatto della legalità e della lotta alla criminalità una ragione di vita, un tratto distintivo per proprio percorso umano e professionale, prima da servitore dello Stato come maresciallo dei carabinieri, e dopo da rappresentante delle Istituzioni, da sindaco di Roccabernarda, da consigliere comunale e provinciale. Sempre dalla stessa parte, quella della giustizia, della verità e dei cittadini onesti. Sono sinceramente colpito dall’aggressione che ha subito ieri notte per mano di due balordi che lo hanno colpito alle spalle, mentre tornava a casa. Gli sono vicino con tutto l’affetto che si deve ad un amico caro, quello che lui è per me”.
“Francesco è un esempio per chi ha deciso di mettersi al servizio dello Stato e della propria comunità, con spirito di abnegazione e sacrificio – continua Montuoro -. Nel 2006 è stato anche insignito del titolo di cavaliere della Repubblica italiana, e negli anni scorsi è già oggetto di gravi intimidazioni: nel 2019, quando era consigliere comunale, gli è stata incendiata l’auto. La costante e determinata azione contro la criminalità desse fastidio, continua a dare fastidio, fino a questo punto. Sono certo che le forze dell’ordine assicureranno in tempi brevi alla giustizia gli artefici di questo vile gesto – ha concluso -. Ma dobbiamo essere tutti vicini a Francesco, non può essere lasciato solo per quello che ha fatto per la nostra terra, e per quello che rappresenta”.