obesi
15 ottobre 2016

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Aigo: «L’obesità è pericolosa come la malnutrizione»


L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, da cui derivano gravi danni alla salute. A causarla sono nelle maggior parte dei casi stili di vita scorretti: da una parte, un’alimentazione ipercalorica e dall’altra un ridotto dispendio energetico derivato da inattività fisica.

Essa rappresenta un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori. Si stima che il 44% dei casi di diabete tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tumori sono attribuibili all’obesità/sovrappeso.

In totale, sovrappeso e obesità rappresentano il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e i decessi attribuibili all’obesità sono almeno 2,8 milioni all’anno nel mondo.

Due persone obese su tre vivono in Paesi in via di sviluppo, dove spesso si è passati direttamente dalla malnutrizione, soprattutto infantile, al sovrappeso.

In occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione, promossa domani dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), per commemorare la fondazione della Food and agricolture organisation (Fao) nel 1945, l’Associazione italiana dei gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo) lancia questo allarme, sottolineando che per la salute della popolazione è importante che alle persone sia garantito non solo il diritto di avere di che nutrirsi ma anche di farlo in modo sano ed equilibrato.

Ricorda il presidente dell’Aigo, Gioacchino Leandro: «Le persone obese nel mondo sono oggi 671 milioni e oltre la metà di loro è concentrata in dieci paesi, in gran parte in via di sviluppo. Dopo gli Stati Uniti, primo per numero di persone con sovrappeso patologico, pari al 13% del totale mondiale, in questo elenco seguono Cina e India, che insieme ne raccolgono il 15%, e poi Russia, Brasile, Messico, Egitto, Germania, Pakistan, Indonesia. Allargando il focus anche al sovrappeso, risulta che il 30% della popolazione adulta mondiale ha disturbi di questo tipo, il che equivale a dire che un abitante della terra su tre ha dei problemi di peso».

Per quale ragione alla minore disponibilità economica corrisponde una peggiore qualità dell’alimentazione?

Spiega sempre il dottore Leandro: «I cibi sani richiedono tempo per essere preparati e sono in generale più costosi di quelli industriali che invece hanno un minor prezzo perché, prodotti in grandi quantità, si avvantaggiano di forti economie di scala. Questi ultimi sono, però, più raffinati e ciò comporta un contenuto di zuccheri, grassi e sale superiore a quanto sia raccomandabile assumere per rimanere in salute. Inoltre, per poter seguire una dieta corretta è necessario avere conoscenza delle buone norme dell’alimentazione e quindi avere accesso a informazioni e istruzione, un fattore che non è uniformemente presente nei diversi paesi del mondo».

Nel mondo il numero degli adulti in sovrappeso o obesi è salito dal 1980 al 2013 dal 28,8% al 36,9% negli uomini e dal 29,8% al 38% nelle donne. Tuttavia, dal 2006 il tasso di incremento dell’obesità è diminuito nei paesi sviluppati. Tra gli stati dove i problemi di peso raggiungono la maggiori diffusione vi sono le isole Tonga, dove si stima che siano obesi più del 50% degli uomini. In Libia, Qatar, Kuwait, Kiribati, Samoa, Micronesia e a Tonga si stima che sia obeso più del 50% delle donne.


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