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5 maggio 2017

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Al Marca di Catanzaro la mostra «Le Luci delle Pietre», il viaggio di due artisti tra le ombre e i luoghi


Le Luci delle Pietre, questo il nome del progetto artistico del poeta Dinu Flamând e dell’artista Savina Tarsitano che il 10 Maggio sarà ospitato dal Marca, Museo delle Arti di Catanzaro.

Promosso dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro e dalla Fondazione Rocco Guglielmo, patrocinato dalla Fondazione Bogliasco di New York e dal centro d’arte e cultura Espronceda di Barcellona, l’evento sarà presentato da Teodolinda Coltellaro e introdotto da Rocco Guglielmo, direttore artistico del Marca.

Le Luci delle Pietre è un progetto comune dell’artista calabrese Savina Tarsitano e del poeta romeno Dinu Flamând, un viaggio tra poesia e fotografia, il legame tra due artisti, le ombre e i luoghi, in particolare quello ligure, dove Savina Tarsitano e Dinu Flămând si sono incontrati nel 2005 durante il loro soggiorno presso il Centro Studi Ligure per le Arti e le Lettere gestito dalla Fondazione Bogliasco di New York.

Qui sono nate le Ombre di Savina, opere più tardi denominate Icone del Caos. La mostra internazionale ci conduce dentro le ombre di Savina Tarsitano da cui nascono i versi delle poesie di Dinu Flamând. Il progetto è metaforicamente un dialogo tra differenti culture, un tributo ai luoghi, alle ombre rifugio della memoria.

Le opere di Savina Tarsitano, scelte dal poeta Dinu Flamand fanno parte del ciclo fotografico realizzato durante le residenze dell’artista calabrese presso il Museo di Upernavik, Groenlandia; Progetto Europeo Et in Arcadia Ego, presso il castello di Coswig (Anhlat) e il palazzo di Bereguardo; Programma Odissea promosso e gestito dalla Association des Centres Culturels de Rencontre di Parigi (Accr) con il sostegno del Ministero francese per la Cultura e la Comunicazione, presso il Nordic Institute for Contemporary Art in cooperazione con il Governing Body di Suomenlinna, (Finlandia), Hôpital Caroline sull’Isola di Frioul, Domaine de Fonds Saint-Jacques, Martinica, Centre Culturel de Rencontre di Ambronay (Francia).

Il tour europeo è stato inaugurato dai due artisti nel 2010 presso l’Istituto Romeno di Cultura di Berlino in occasione dell’uscita della nuova antologia Umbre şi Faleze, pubblicata dalla casa editrice Brumar e illustrata dai lavori fotografici di Savina Tarsitano, e dell’antologia Le luci delle Pietre, pubblicata dalla casa editrice Palomar e tradotta e curata dal professor Giovanni Magliocco con copertina illustrata da Savina Tarsitano.

Il tour è proseguito a Roma presso l’Accademia Romena di Villa Giulia in collaborazione con la Galleria Gallerati patrocinata dalla Fondazione Bogliasco, dal network europeo dei monumenti storici Accr, e dal parlamento europeo della cultura, a Torino in occasione del Salone del libro.

E’ proseguita a Bruxelles ospitata dal centro The Centre, Edelman la piu grande multinazionale del mondo di pubbliche relazioni di Bruxelles organizzato dall’agenzia d’artea Art-Za col supporto e la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura e l’Istituto Romeno di Cultura, con il patrocinio personale dell’allora Ministro della Cultura Fréderic Mitterand e il Ministero francese per la cultura e comunicazione, la Fondazione di New York Bogliasco e la Regione Calabria.

La prima fase si è conclusa a Genova in occasione del 15° anniversario della Fondazione Bogliasco. I due artisti dopo una pausa di ricerca si rincontrano nel 2016 a Barcellona e decidono di riprendere il secondo tour mondiale in occasione dell’uscita del libro Ombre e Falesie tradotto in tedesco nel 2017 ed illustrato dalle opere realizzate presso il Castello di Coswig, Germania e con un nuovo ciclo di opere e installazioni di arte contemporanea.

Il rientro in Calabria, nella terra natale di Savina è di vitale importanza per riappropriarsi dei propri luoghi seguita dal poeta Dinu Flamand, per dialogare ciascuno con le proprie origini, e per ripartire alla scoperta della Transilvania.

L’antologia Umbre şi faleze è un viaggio nel regno delle ombre per sottrarre all’oblio le immagini dei suoi cari scomparsi, e quelle del suo passato, trasfigurandole nella seconda parte in elementi di una liturgia poetica che celebra attraverso le ombre, la natura.


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