pronto soccorso soveria
16 agosto 2017

News Lamezia e lametino

Al Pronto soccorso dell’ospedale di Soveria Mannelli salvata una bimba di un anno e mezzo


Riceviamo e pubblichiamo

Il turno ferragostano dei sanitari dell’emergenza dell’ospedale di Soveria Mannelli è stato ancora una volta complesso e pieno di suspence. I sanitari sono stati impegnati ad estrarre dalla gola un tappo di plastica a una bimba di un anno e mezzo, figlia di due stranieri, nel caso due rumeni, che l’hanno portata verso le 11.40 al Pronto soccorso in preda al panico più totale visto che respirava a stento. Un caso simile ad altri due che si sono presentati nel corso dell’anno, uno occorso a un bambino di Bianchi, l’altro a un settantenne del luogo.

Oggi, solo la presenza di sanitari qualificati, tra cui la dottoressa Emilia Pane, ma più che altro dell’anestesista Adele Graziano, oltre che degli infermieri, hanno scongiurato il peggio, impegnati in un soccorso simbiotico.

Un intervento che ha costretto i medici a sedare il piccolo, cosa non semplice in queste situazioni di età precoce, che evidente vista la tenera età non collaborava. Solo l’illuminazione della laringe con il laringoscopio ha permesso ai sanitari di capire che tutto veniva ostruito da un tappo di plastica tipico delle bottiglie di acqua minerale.

Un intervento al limite, stano a quanto si è lasciata sfuggire l’anestesista alla fine dell’operazione: «Io sono nata oggi» e «Oggi ho vissuto un momento di responsabilità intenso, forse il più emblematico, o uno dei più difficili della mia carriera».

L’estrazione del corpo estraneo è stata quindi molto delicata e complessa, poiché il tappo era di traverso e costringeva i sanitari a operare con molta parsimonia, dove solo la presenza dell’ospedale raggiunto in tempi brevi ha permesso il buon esito della cosa; in molti sono convinti che più tempo sarebbe stato letale.

Poi, quando le operazioni volgevano al termine la piccola è stata sedata e stata presa in consegna dai sanitari dell’elisoccorso che l’hanno trasportata a Catanzaro dove ora è ricoverata, mentre le condizioni da quanto abbiamo appreso non destano problemi che mettono a repentaglio la vita della piccola che ha mostrato a Catanzaro di aver recuperato la capacità motoria degli arti, cosa che si temeva più di ogni altra cosa.

Finisce bene ancora una volta un caso che poteva andare diversamente. Probabilmente la presenza nel rinnovato Pronto soccorso implementato dalla presenza del rianimatore ha permesso che tutto finisse per il meglio.
Antonio Maida
Presidente del Comitato «Pro Ospedale del Reventino»


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