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20 giugno 2019

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Al via ieri Trame.9. Gratteri: «Siamo a un giro di boa, avanti così. Continuate a venire a trovarci e a denunciare»


Si è aperta ieri la nona edizione di Trame, il festival dei libri sulle mafie che proseguirà a Lamezia Terme fino a domenica 23 giugno. All’inaugurazione che si è svolta nel pomeriggio al Chiostro San Domenico, sono intervenuti il direttore artistico Gaetano Savatteri, il presidente della Fondazione Trame Armando Caputo, il commissario straordinario del Comune di Lamezia Terme, Francesco Alecci e Armando Vitale, presidente dell’Associazione Gutenberg Calabria. A seguire il procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio, insieme a Rosy Battaglia e Valentina De Grazia, hanno presentato il progetto Visioni Civiche, frutto di un bando del MiBAC, che la Fondazione Trame e l’Associazione Antiracket Lamezia hanno portato avanti in questo anno, accompagnando un gruppo di giovani lametini in un percorso di formazione sul giornalismo civico e sulla partecipazione democratica. I risultati del progetto, 5 video-inchieste realizzate sul territorio sui temi spopolamento, rifiuti, beni culturali, neet-disoccupazione giovanile e dissesto idrogeologico, verranno presentati tutti i giorni del festival, durante una striscia serale.

Il Procuratore Curcio ha apprezzato molto il progetto e il lavoro della Fondazione Trame sul territorio, ricordando che «l’azione repressiva non basta, a questa terra serve anche un’azione preventiva, una rivoluzione culturale. Questa nostra regione è piena di giovani che, però, non si impegnano civicamente. Sono proprio i silenzi e l’indifferenza che nutrono la mafia relegandoci in questa situazione di stallo: è necessario il cambiamento non può che partire dai ragazzi, recuperando il senso di cittadinanza, proprio come succede qui a Trame». Il procuratore, inoltre, si è detto soddisfatto anche della scelta del tema dell’edizione i versi di Levi, infatti, sono il filo logico che lega il Festival Trame alla situazione attuale della città di Lamezia Terme, riflesso di quello che succede in tutta la Calabria.

Con il giallo tutto calabrese di Mimmo Gangemi, sul palco con Daniela Rabia e Filippo Veltri, Marzo per gli agnelli, si è aperto il programma del festival. “Il mio libro più crudo”, l’ha definito l’autore, che ha insistito sulla necessità di iniziare un racconto diverso della Calabria, che includa anche le tante esperienze positive, “non è corretta l’immagine della Calabria solo Far West”.

Sulle donne che alzano la testa e su come rompere la legge del silenzio che le opprime, si è parlato con Ester Rizzo, autrice de Le ricamatrici, Marisi Manzini, magistrato e Maria Teresa Morano, coordinatrice delle associazioni antiracket calabresi, intervistate da Gianluca Ferraris di Donna Moderna. Durante l’incontro è stato più volte sottolineato il coraggio delle donne nei momenti di lotta sul lavoro: «Perché nessuna ricchezza e nessuna crescita può esserci quando viene calpestata la dignità dei lavoratori» ha dichiarato l’autrice. Il libro della Rizzo racconta, infatti, della storia, purtroppo poco conosciuta, di un gruppo di lavoratrici di un piccolo paese in provincia di Caltanissetta che tra gli anni 70 e 80 ha dato vita a una ribellione per le condizioni di lavoro, lotta che ha portato all’elaborazione della legge che oggi regolamenta il lavoro a domicilio.

Dei motivi della fuga dei migranti dai loro Paesi di origine si è invece parlato nel primo dei focus Migranti e sicurezza che ha avuto come protagonisti Massimo Alberizzi di Africa ExPress e Fatto Quotidiano, e Pietro Suber di Mediaset. Alberizzi ha raccontato, anche attraverso un video, la vicenda della liberazione dei tre operai dell’Eni rapiti in Nigeria.

La prima proiezione delle inchieste di Visioni Civiche: La Grande Fuga. Storie di ordinario abbandono, di Ilaria Mastroianni, Federica Mercuri e Roberto Curcio, è stata poi proiettata nella piazza San Domenico gremita di gente. Il tema dello spopolamento dei comuni del lametino è stato scandagliato nelle diverse sfaccettature, economiche e culturali, e sono state illustrate alcune delle soluzioni che potrebbero frenare questo fenomeno, prime fra tutte, la Strategia nazionale delle aree interne e i progetti di accoglienza dei migranti. Gli autori sono stati intervistati da Pasqualino Rettura (Il Quotidiano del Sud).

L’appuntamento con Gratteri ha fatto poi il tutto esaurito: «Non sono solo, siamo una squadra con lo stesso progetto in mente – ha dichiarato il procuratore di Catanzaro, intervistato da Emanuela Gemelli (TgR) e dai giovani volontari di Trame e del progetto Gutemberg – Continuate a credere in noi, continuate a venire a trovarci a Catanzaro e a denunciare. Siamo ad un giro di boa, stiamo facendo tanti passi avanti ma continuate a starci vicini, perché il futuro non è solo dei giovani, il futuro è di noi tutti che ancora possiamo e dobbiamo fare qualcosa per cambiare il corso delle cose».

A concludere la prima intensa giornata del festival sono stati due appuntamenti di cinema e musica. Gero Tedesco, regista, con Guglielmo Mastroianni, Mediaset, hanno presentato il documentario Quasi12 – Nessun colpevole, sulla triste vicenda di Stefano Pompeo, il bambino ucciso dalla mafia la sera del 22 aprile del 1999, all’età, appunto, di quasi 12 anni, mentre le note raffinate del jazz di Paolo Damiani, accompagnato da Francesco Scaramuzzino, Andrea Mellace, Federica Mazza e Vito Procopio, hanno riempito la lunga notte nel Chiostro San Domenico.


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