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15 luglio 2020

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AL VIA IL FESTIVAL DELLE ERRANZE E DELLA FILOXENIA EDIZIONE 2020


Tutto pronto per l’edizione 2020 del “Festival delle erranze e della filoxenia”, l’originale e apprezzata rassegna culturale ideata da Francesco Bevilacqua, avvocato, scrittore e ambientalista. Tema di questa edizione 2020 è “Riabi(li)tare i luoghi. Diversamente felici nelle aree interne”.

L’emergenza pandemica ha ristretto di molto la macchina organizzativa, che vede coinvolte nel progetto Comuni, Pro Loco, associazioni culturali e di trekking presenti in tutta l’area del Reventino. In particolare, le amministrazioni comunali di Carlopoli, Conflenti Lamezia Terme, Martirano Lombardo, Motta S. Lucia, Platania, Serrastretta, Tiriolo contribuiscono concedendo le aree degli eventi ed offrendo servizi. Si parte con tre sere di concerti di chitarra classica organizzati da “Animula” in collaborazione con il Comune di Carlopoli alle rovine dell’abbazia cistercense di Corazzo, venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 luglio.

A spiegare il tema del festival è lo scrittore Francesco Bevilacqua: “Riabitare le aree interne italiane”: è il mantra che domina buona parte del dibattito culturale e politico italiano. Si espongono progetti, si pubblicano libri, si fanno leggi, si destinano risorse. Il rischio è di riempire le aree interne di “cose” inutili, morte prima ancora di nascere. Esattamente come si è fatto in passato: ostelli, rifugi, zone industriali, strade, grandi attrattori, opere pubbliche varie. È uno scenario molto realistico, soprattutto da quando spopolamento e abbandono hanno fatto delle aree interne apparenti terre di nessuno. Già, solo apparenti. Perché in realtà questi territori “vuoti” sono divenuti gli ultimi sacrari dei nuovi lussi dell’Occidente opulento, come li chiama Terry Paquot: spazio, tempo, silenzio. Ed è nei luoghi, nei paesaggi, nelle aree dell’interno, sempre più vaste, restituite alla natura ed alla storia, che si declinano queste parole tanto ambite da chi vive nelle società urbane, ipertecnologiche, iperprotette, tracimanti di persone magari ricche o comunque “agiate” che però sono tristi, depresse, insoddisfatte delle loro vite. Ecco perché quest’anno il festival dell’area del Reventino-Mancuso ha deciso di dire che per “riabitare” i luoghi occorre prima “riabilitarli”. È necessario cioè ricostruirne la reputazione, decostruendo, nello stesso tempo, quel nefasto immaginario collettivo che li ha avvolti in un sudario di miseria, tristezza, malinconia. Occorre far comprendere, invece, che i luoghi hanno valore per come essi sono, che non bisogna trasformarli in ciò che non potranno mai essere. Nelle aree dell’interno, nei luoghi del Reventino-Mancuso, riconsegnando al paesaggio e ai singoli luoghi il loro ruolo di vere miniera, di reali ed uniche attività produttive delle nostre comunità, capiremo che esistono ancora luoghi dove si può vivere poveri ma felici, anzi “diversamente felici”.
Le associazioni coinvolte
“Animula”, “Conflenti Trekking”, “Dorian, la cultura rende giovani”, “Polo Museale Tiriolo Antica”, “Progetto Gedeone”, “Pro Loco Motta S. Lucia”, “Pro Loco Platania”, “Pro Loco Serrastretta”.


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