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30 novembre 2016

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Alimentazione e diete. Sette miti da sfatare secondo i gastroenterologi ospedalieri


Non sempre una mela al giorno leva il medico di torno, caffè e vino rosso possono portare grandi benefici al fegato, le diete senza glutine sono spesso inutili e gli integratori alimentari contengono diverse insidie.

Lo sottolineano gli esperti di Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ospedalieri, riuniti nei giorni scorsi a Perugia per il corso annuale dell’associazione intitolato «Innovazioni diagnostico-terapeutiche e sostenibilità economica in gastroenterologia».

Una parte dei lavori è stata dedicata proprio a sfatare alcuni miti sulle diete molto radicati ed errati. Obiettivo di Aigo è anche contribuire a diffondere una cultura della sana alimentazione per prevenire le malattie gastrointestinali.

SETTE MITI DA SFATARE
1. Il caffè fa male al fegato. Non è vero che nuoce al fegato. Un moderato consumo di 2 tazzine al giorno può dare benefici contro la steatosi epatica, malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, come dimostrano diversi studi pubblicati sulla rivista scientifica americana Hepatology.

2. Il the verde è un toccasana. E’ vero che è antiossidante, ma bisogna fare attenzione, soprattutto quando lo si assume come ingrediente all’interno di prodotti e integratori, anche dimagranti, che contengono altre sostanze. Si sono registrati casi di insufficienza epatica determinati da estratti di the verde.

3. Il vino minaccia il fegato. Sono noti gli effetti benefici del vino sul fronte della prevenzione del rischio cardiovascolare. Un moderato consumo di vino ha anche un potere antiossidante sul fegato grazie al resveratrolo, sostanza contenuta nell’uva rossa.

4. Le erbe fanno bene. Gli estratti di erbe contenuti negli integratori alimentari (ad esempio i «12 erbe») possono aggravare i sintomi della sindrome del colon irritabile. Responsabile degli effetti «irritanti» è l’epigallocatechina-3-gallato (EGCG), il composto polifenolico presente anche nel the verde, come evidenziano studi pubblicati sulla rivista scientifica americana Hepatology.

5. La moda del «senza glutine». La maggior parte delle persone che segue una dieta senza glutine non è celiaca, e non ha quindi un’intolleranza genetica a questa sostanza. Il mito che alimenta questa «moda» risiede nella convinzione che una dieta povera dei carboidrati che contengono glutine sia dimagrante e salutare. Il rischio connesso a questa scelta è di ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati, benefiche per la salute dell’intestino, e compensare la mancanza di pasta e pane con i grassi saturi.

6. Una mela al giorno leva il medico di torno. Mele e pere contengono zuccheri fermentabili che hanno effetti nocivi sulle persone che soffrono della sindrome del colon irritabile. In questi casi è consigliabile un consumo molto ridotto di questi frutti.

7. Quali succhi di frutta? Non sono tutti uguali e la differenza la fa il fruttosio, zucchero semplice che, se assunto con frequenza e abbondanza, ha l’effetto negativo di aumentare i grassi nel fegato. I succhi di frutta che ne sono ricchi vanno assunti con moderazione. Fa eccezione il succo di arance rosse che ha l’effetto invece di ridurre i grassi nel fegato.

La dieta mediterranea non sbaglia mai. L’unico mito inossidabile rimane la dieta mediterranea grazie al suo apporto equilibrato di carboidrati, verdura, pesce e carne e la ridotta presenza dei grassi. La salute dell’intestino ne beneficia grazie alle fibre presenti nella verdura.


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