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23 maggio 2017

News

Alla Gran Festa del Pane di Altomonte molto visitato lo stand del Parco Nazionale della Sila


Si è appena conclusa l’XI edizione della Gran Festa del Pane di Altomonte. Un fine settimana all’insegna non solo del pane e dei grani antichi, ma di analisi delle tante possibilità di sviluppo eco-sostenibile aperte ai nostri territori.

ll Parco Nazionale della Sila ha partecipato con un suo stand, per farsi ulteriormente conoscere dai tanti visitatori dell’evento, fornire informazioni e distribuire materiali illustrativi.

Durante i tre intensi giorni si sono anche tenuti vari forum di discussione, con una partecipazione molto alta di pubblico, per scambiare esperienze, prospettare possibili soluzioni a problemi vecchi e nuovi, generare opportunità facendo rete.

Vari panel di esperti, produttori, operatori ed esponenti della politica e delle istituzioni, oltre che delle aree protette, si sono alternati ai microfoni per discutere i variegati e complessi aspetti della filiera di un prodotto solo così apparentemente semplice come il pane.

Un’analisi approfondita, dai grani antichi ai mulini, dalle opzioni per metterli in comproprietà alla possibilità di costruirne dei nuovi, arrivando finanche a parlare del tipo di pietra utilizzata per le macine, visto che il granito tende a contaminare la farina, mentre la cosiddetta pietra francese ne mantiene inalterate le caratteristiche.

A questo proposito, si è anche iniziato a discutere di una proposta di legge che tuteli sia i grani antichi che i mulini a pietra che ancora li trattano.

«Bisogna creare nuovi contadini», ha detto Michelangelo D’Ambrosio di Slow Food «perché le terre ci sono, ma serve chi le coltivi, qualcuno che sia anche educato a farlo perché coltivare e trasformare il grano non è facile», ricordando poi come gli ultimi decenni abbiano visto l’Italia in genere «risalire la china dal disfavore degli anni Cinquanta/Sessanta nei confronti delle produzioni tipiche locali».

Il sindaco di Bocchigliero Giuseppe Santoro ha poi rivolto un appello per «snellire la burocrazia e portare avanti i giovani. Bisogna educarli a capire che proprio dalla terra può arrivare il lavoro che tanto manca nelle nostre aree».

In definitiva quale prodotto poteva essere più adatto del pane, sempre diverso ma sempre uguale, a rappresentare un simbolo per la biodiversità e lo sviluppo eco-sostenibile?


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