Liceo Campanella di Lamezia Terme
20 ottobre 2017
Liceo Campanella di Lamezia Terme

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Amici della Terra: «Scuole lametine insicure, urgono lavori di adeguamento sismico e un Piano della sicurezza adeguato»


Quasi tutte le scuole di Lamezia Terme sono insicure e ad alto rischio sismico. Sull’annoso grave problema, in occasione della Settimana del Pianeta Terra finalizzata alla nascita di un Piano nazionale educativo di prevenzione civile per lo sviluppo della cultura del rischio, nell’ambito della iniziativa La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo promossa dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Geologi, è necessario richiamare l’attenzione.

Attualmente, nessuna delle domande presentate per le cinque scuole di Lamezia Teme è presente nella graduatoria provvisoria delle ammesse a finanziamento per il Bando adeguamento sismico di edifici scolastici finanziato con 30 milioni di fondi Por della Regione Calabria.

L’unica scuola del Lametino presente in graduatoria è l’edificio scolastico Carpitone di San Pietro a Maida. Non è da escludere che nella graduatoria definitiva possa entrare una scuola di Lamezia Terme, in particolare la domanda presentata dalla Provincia di Catanzaro per la demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico Tommaso Campanella di contrada Cavallerizza.

In ogni caso, restano senza finanziamento sia l’altra domanda presentata dalla Provincia per l’edificio Leonardo Da Vinci di Via Miceli sia quelle presentate dal Comune di Lamezia. Le tre presentate dal Comune riguardano l’adeguamento sismico del plesso di Corso Nicotera «Maggiore Perri» e dell’edificio Isnardi della Scuola Nicotera di Via delle Rose, e la demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico per l’infanzia di Bella.

Va ribadito che la gran parte delle scuole del Lametino sono state costruite nel secolo scorso senza applicare le norme Tecniche e sismiche in vigore dal 2008 e quindi non risultano idonee a resistere a terremoti come quelli che hanno colpito lo stesso territorio lametino nel passato.

L’inidoneità sismica dei vari edifici scolastici è documentata ad incominciare dal 1999 nella graduatoria della vulnerabilità del noto e dettagliato Rapporto Barberi e nelle successive analisi e approfondimenti pubblicati nel 2005 in due volumi denominati Inventario e vulnerabilità degli edifici pubblici e strategici dell’Italia centro-meridionale e Analisi di vulnerabilità e rischio sismico dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti.

Da questi documenti scientifici è emerso: che il 74% degli edifici scolastici della regione Calabria è stato classificato a vulnerabilità alta e medio-alta e, in particolare, che ben 1.221 scuole sono state incluse nella classe ad alta vulnerabilità mentre 1.736 in quella a medio-alta vulnerabilità.

Va ricordato che nei primi tre posti della graduatoria degli edifici a più alta vulnerabilità del 2009 sono elencate tre scuole di Lamezia Terme. E non può essere evitato domandarsi: in quali di queste scuole sono stati realizzati i necessari lavori di adeguamento sismico? E quante delle stesse scuole classificate vulnerabili nel 2009 continuano ad essere riempite da alunni e docenti senza essere state messe in sicurezza sismica?

L’accertata vulnerabilità sismica di migliaia di scuole, non può essere ignorata o sottovaluta nella regione a più elevata pericolosità sismica del Bel Paese e con tutti i comuni classificati nelle due zone a maggiore pericolosità sismica. E dove più di 1.500 edifici scolastici localizzati nei 261 comuni classificati nella Zona 1 più pericolosa dove possono verificarsi fortissimi terremoti

Non può essere ignorato che tutte le scuole di Lamezia e del circondario ricadono nella Zona 1. E che la vulnerabilità sismica di molte delle stesse scuole è stata accertata prima dell’introduzione delle più restrittive normative sismiche e norme tecniche per le costruzioni vigenti dal 2008.

E’ vero che non è possibile prevedere dove e quando avverrà il prossimo terremoto ma è da irresponsabili agire come se non accadrà mai più una forte scossa come le tante che nei secoli scorsi hanno già colpito tutti i comuni della regione.

D’altra parte, nelle stesse scuole non mancano i libri con dati e testimonianze che documentano le distruzioni e i morti provocati in tutti i comuni calabresi da terremoti come quelli del 1638, del 1783, del 1905 e del 1908. E non mancano i mezzi per accedere ai dati dei più recenti studi e pubblicazioni scientifiche sull’assetto geodinamico e sui vari processi di evoluzione geologica in atto nel territorio calabrese. Dati utili per il recupero della memoria storica, la comprensione dei rischi ai quali si è esposti e agire per prevenire.

Oltre all’urgente adeguamento sismico degli edifici, tra le attività che si possono e si devono fare subito c’è l’informazione a tutti i cittadini sui contenuti e gli aggiornamenti dei Piani di Protezione civile comunali, e il coinvolgimento nelle necessarie e continue attività di esercitazione da realizzare. Sapere cosa fare prima durante e dopo i terremoti può salvare molte vite umane.

A proposito del Piano di Protezione civile di Lamezia redatto nel 2011, c’è da evidenziare, ad esempio, che nell’elenco dei principali edifici di interesse pubblico mancano tutte le scuole superiori, i vari Licei (scientifico, classico e linguistico) e gli Istituti tecnici e professionali.

Collegandosi al sito web ufficiale del Comune lo stesso elenco può essere consultato (http://www.comune.lamezia-terme.cz.it/sites/default/files/aree_tematiche/prociv/01/Documentazione/04%20caratteristiche%20generali.pdf) e notare che sono elencate soltanto 46 scuole mentre nell’anagrafe scolastica del Miur ne sono indicate 66.

Permane la necessità di non oscurare la realtà dei tanti giovani e adulti che frequentano aule di edifici scolastici non idonei a resistere a scosse sismiche come quelle che nel passato hanno colpito i territori che ospitano le stesse scuole. E di continuare ad informare anche per favorire la crescita e diffusione della necessaria cultura della prevenzione.

Gli Amici della Terra ribadiscono l’urgenza dei provvedimenti necessari per la messa in sicurezza delle scuole a rischio sismico e trovano riprovevole che nella giornata conclusiva della Settimana del Pianeta Terra si spendano molte decine di milioni di denaro pubblico non per la messa in sicurezza delle scuole ma per inutili referendum nelle due regioni più ricche del Belpaese.
Geologo Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra


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