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23 aprile 2018

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Antonio Cannone premiato a Rende per il libro sul caso Aversa


Ancora riconoscimenti per il saggio del giornalista e scrittore Antonio Cannone Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri.

Finalista al Premio letterario nazionale «Un libro amico per l’inverno 2018», indetto dall’Associazione GueCi col patrocinio della Regione Calabria, della città di Rende, dell’Unesco e dell’Associazione italiana del libro, l’opera di Cannone è stata premiata con diploma di merito nel corso di una cerimonia che si è svolta ieri nella raffinata ed elegante Sala Michelangelo dell’Hotel Europa a Rende.

L’evento presentato e condotto da Anna Laura Cittadino (presidente dell’Associazione GueCi), ha avuto una notevole eco per via delle tante personalità presenti.

Autorevole e competente la giuria composta per la sezione poesia edita dal presidente di Giuria Nuccia Martire (scrittrice-poetessa) e Susanna Polimanti (scrittrice-recensionista). Presidente di Giuria sezione narrativa edita: Marco Marra (poeta-scrittore) membri di Giuria: Anna Canè (vicepresidente Associazione Brutia Libera) Antonella Cittadino (poetessa) Therry Ferrari (poetessa) Natale Vulcano (scrittore-poeta).

Scheda libro
Il caso Aversa è un libro che ripercorre la vicenda giudiziaria a partire dalle dichiarazioni dei due pentiti della Sacra corona unita, Chirico e Speciale che si auto-accusarono del duplice omicidio del sovraintendente di Polizia Salvatore Aversa e della moglie, Lucia Precenzano avvenuto a Lamezia il 4 gennaio del 1992.

Un fatto che sconvolse la comunità lametina e calabrese perché mai la criminalità organizzata aveva osato tanto e che apre la trote stagione delle stragi di mafia, da Capaci a via D’Amelio. Nel libro, oltre alle confessioni dei due pentiti pugliesi, sono raccolte anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia lametini che tracciano la mappa delle cosche locali e spiegano altri risvolti della storia e tanti particolari inediti.

Una vicenda segnata dalle prime affermazioni, rivelatesi poi false della testimone, Rosetta Cerminara che indicò in due persone, poi innocenti, gli autori del duplice delitto. Per questo fu condannata per calunnia ma, che ancora oggi, vive sotto scorta e protetta dalla Stato. Un paradosso che si tinge sempre più di giallo a distanza di tanto tempo.

Il libro inquadra il duplice omicidio anche in un contesto politico alquanto difficile. Il fatto criminale avvenne poco dopo il primo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia per infiltrazioni mafiose e proprio Aversa contribuì con le sue indagini a determinare la scelta dell’allora ministro dell’Interno, Enzo Scotti.

Oltre alla prefazione del noto storico dei fenomeni mafiosi, Enzo Ciconte, nel saggio c’è anche il contributo del giornalista Gianfranco Manfredi, che scrive di «caso-limite di ordinaria ingiustizia», portando a conoscenza che «nel tentativo di far luce sull’omicidio di un fedele servitore dello Stato e di sua moglie, lo Stato ha commesso errori madornali. Tanti e tali errori da indurre il Csm ad utilizzare proprio questa esperienza facendola studiare come “esempio da non seguire” in un corso riservato agli uditori giudiziari».

Da evidenziare altresì il contributo del famoso penalista, Armando Veneto che nel suo intervento afferma senza esitazione che si tratta di un caso «irrisolto; uno dei misteri più tenebrosi della storia del potere in Italia».


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