«Antonio Saffioti spirito puro, anima libera, cittadino del mondo»: il ricordo di Rosario Piccioni
Antonio ha abbandonato la vita terrena il 21 giugno: nel giorno del solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e quello in cui si registra la massima diffusione di luce. Proprio quella luce luminosa, forte ed intensa che Antonio ha irradiato sui tanti che hanno avuto la fortuna di incrociare con lui i loro percorsi di vita. Antonio ci ha lasciati proprio nel giorno in cui ha inizio la stagione che amava di più: aspettava sempre con gioia l’estate per trasferirsi a mare e godere della natura e dei tramonti delle nostre spiagge, ma soprattutto per prendere parte ai tanti eventi che Antonio adorava, dal Color Fest ai concerti, alle presentazioni di libri, ai tanti momenti di svago e socializzazione che la stagione estiva riserva.
Quelli appena passati sono stati, come è giusto che sia, i giorni del dolore e della sofferenza per la morte di una persona unica e speciale: è normale che sia così, è umano!!!
Ma io penso che anche in questi momenti difficili dobbiamo avere la forza di andare oltre il momento contingente e avere la lucidità di guardare gli eventi in una dimensione più ampia soprattutto facendo tesoro dei tanti insegnamenti che Antonio ci ha lasciato.
A partire dal suo indimenticabile sorriso sempre stampato sul volto: un sorriso che racconta entusiasmo e gioia, ma anche serenità, forza, equilibrio interiore e una grande profondità d’animo.
Un sorriso che, come Antonio, continuerà a vivere ogni giorno con noi perché rimarrà per sempre scolpito nei nostri occhi e nei nostri cuori e ci accompagnerà ogni singolo giorno.
E allora ecco che, del tutto naturalmente, al dolore si sostituisce rapidamente la gioia: la gioia di avere avuto la fortuna di conoscere Antonio e di avere condiviso con lui, chi più a lungo chi meno, tanti anni di quel percorso chiamato “vita”.
Ma anche la gioia data dalla consapevolezza che Antonio continuerà a vivere ogni giorno con noi attraverso il suo messaggio e i suoi valori che saranno per tutti noi un patrimonio umano di inestimabile valore.
Antonio, per gli amici TotoSaff, è uno spirito libero, un’anima pura e un cittadino del mondo.
Uno spirito libero perché Antonio ha avuto sempre la forza di volare alto, di librarsi in cielo per affermare le sue idee e i suoi convincimenti fregandosene delle cattiverie e del chiacchiericcio delle persone. E lo ha fatto fino in fondo rompendo anche le resistenze di una società troppo spesso ipocrita e conformista. Antonio è stato colui il quale, con il caloroso sostegno del papà Pino, della mamma Vittoria e della sorella Maria Rosaria, senza remore ed esitazioni ha lottato fin dalla sua adolescenza per far capire che era un essere umano come tutti, con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue paure e con le sue emozioni, e non un “handicappato” come purtroppo venivano etichettate negli anni della sua infanzia le persone con disabilità. E Antonio nella sua generosità e nella sua visione collettiva ha lottato non solo per sé ma anche per gli altri, facendo capire quanto sia importante abbattere non solo le barriere fisiche ma anche quelle mentali. Antonio, con il suo esempio, con l‘essere dappertutto ha voluto dare un messaggio a tutti, a partire dalle famiglie con figli in una condizione simile alla sua: “Noi siamo essere umani e come tali andiamo a mare, ai concerti, al cinema, alle partite, ai comizi. Noi andiamo dappertutto semplicemente perché siamo come gli altri”. Una rivoluzione in una società che troppo spesso ha invece teso a “ghettizzare” queste persone. Antonio mi ha insegnato soprattutto quanto sia importante anche l’aspetto “terminologico” non per il suo aspetto di forma ma di sostanza. Certo per convenzione, anche giuridica, oggi si parla di “persone disabili” che è sicuramente un grande passo avanti rispetto alle “persone handicappate” di appena qualche tempo addietro. Ma Antonio mi ha insegnato che il termine più appropriato è “persone con difficoltà”. C’è chi ha una difficoltà motoria, chi mentale, chi fisica. Ma se ci pensiamo bene chi di noi nella sua vita non è una “persona con difficoltà”? Temporanea o permanente che sia!!! Ecco allora che viene facile capire che siamo tutti uguali, siamo tutti esseri umani. Questa è la grande lezione che mi ha lasciato Antonio ed è per questo motivo che quando parlo di lui non voglio mai enfatizzare le sue “difficoltà”. Antonio è stato colui il quale ha condotto battaglie quotidiane per vedere riconosciuti i diritti delle persone con difficoltà, soprattutto con l’obiettivo di fare capire tanto alle istituzioni quanto ai semplici cittadini che sono “cose” che spettano e non un favore che si chiede e si deve concedere per “pietà”. Antonio ha improntato la sua vita ad affermare il valore della “vita indipendente” che tutte le persone con difficoltà hanno diritto a vivere. E’ stato uno spirito talmente libero da avere avviato una discussione nella nostra regione, sì proprio nella nostra Calabria, sul tema della sessualità delle persone disabili approfondendo il tema dell’assistente sessuale. E lo ha fatto senza filtri, mettendoci la faccia proprio in una regione in cui affrontare certi argomenti è ancora “tabù” per tutti.
Antonio ha un’anima pura e candida: i suoi valori di onestà, moralità, altruismo , lotta per combattere le diseguaglianze e far valere i diritti degli ultimi, dei deboli e degli emarginati rappresentano il patrimonio morale che continuerà a vivere con noi. E poi che bontà d’animo: quante volte si è confidato sottolineandomi qualcosa che non gli era piaciuto in questa o in quella persona, ma sempre con delicatezza e sensibilità. Già un attimo dopo aveva trovato un valido motivo per “giustificare” e perdonare. Antonio poi si è sempre battuto per affermare i diritti degli omosessuali e della comunità LGBT: come dimenticare la sua partecipazione al Gay Pride di Cosenza.
Antonio è un cittadino del mondo: la bandiera della pace e i colori dell’arcobaleno che ha sempre con orgoglio sventolato sono la cifra di una persona che è consapevole che se vogliamo un mondo migliore dobbiamo uscire fuori dal nostro recinto e dai nostri “localismi”. Mentali e reali. Antonio ha trovato sempre un pensiero per i conflitti e le cause umanitarie aperte in ogni parte del mondo e ha sempre dimostrato vicinanza agli ultimi: dai profughi siriani a quelli palestinesi a quelli curdi, dal Darfur alla Somalia. Antonio come racconta nel suo ultimo libro “Respirare”, ad un amico che era andato a trovarlo a casa e durante la chiacchierata gli sparò la classica frase “Dovreste essere tu e i tuoi amici comunisti, ad accogliere gli stranieri a casa vostra” rispose di andare a vedere chi dormiva nel lettone: il piccolo Mohamed Antonio detto “Ntunuzzu” figlio del suo amico senegalese “Bouba”!!! Proprio qualche giorno fa Antonio in uno dei suoi ultimi post Facebook si è rivolto a Trump chiedendogli “di scendere in strada a inginocchiarsi dando l’onore e il rispetto che meritano ai neri, evitando agli USA di diventare una Suburra e al mondo di fare la fine di Gomorra” .
Antonio poi è un tutt’uno con la nostra amata Lamezia: concerti, presentazioni di libri, rappresentazioni cinematografiche, festival ed eventi di ogni genere. Antonio c’è stato sempre ma non da semplice spettatore, ma da vero protagonista con interventi sempre profondi, pertinenti e pungenti.
Antonio, insieme a due talentuosi giovani della nostra città, Marco Cavaliere e Salvatore D’Elia, ha scritto due libri autobiografici: “Chi ci capisce è bravo” e “Respirare”. Due libri scritti in modo crudo, diretto e senza fronzoli che sono una confessione a cuore aperto della sua vita e che secondo me dovremmo avere il coraggio di diffondere nelle nostre scuole cittadine e far leggere ai nostri giovani per farli riflettere veramente sul senso della vita. Per rimanere all’attualità, al Coronavirus e alle tanto “famigerate” mascherine suscita una profonda riflessione il capitolo 10 di “Respirare” dal titolo “Un’estate indimenticabile senza mascherina” in cui Antonio racconta la gioia di avere vissuto, dopo tanti anni, finalmente un’estate senza mascherina definita “una inseparabile compagna di vita. Quasi una moglie, direi.”
Ma secondo me la dimensione in cui il mitico TotoSaff si è proprio superato è stata quella artistica: come dimenticare i due esiti di laboratorio teatrale, “Casi clinici” e “Io non sono il mio problema” in cui TotoSaff ha recitato con maestria volando davvero alto e affermando la sua libertà. In “Casi clinici”, ambientato in un futuro apocalittico, in un ambiente intimo e in un’atmosfera magica TotoSaff e gli altri attori ci hanno fatto sognare, emozionare e soprattutto capire che in questo mondo c’è sempre speranza. TotoSaff ha interpretato Malone che in un finale stupendo ha lasciato questo messaggio “Finché l’essere umano conserva un soffio di vita, può perfezionarsi ed essere utile agli altri uomini. Ma egli può esser utile agli altri uomini, solo perfezionandosi e può perfezionarsi, solo rendendosi loro utile”…
TotoSaff, è uno spirito libero, un’anima pura e un cittadino del mondo: avrete certamente notato che ho usato il presente e il passato perché sono certo che non sarà il distacco terreno ad interrompere il nostro rapporto con Antonio. Antonio continuerà ad essere sempre con noi.
Tanto e tanto ci sarebbe ancora da raccontare, ma voglio chiudere con un mio personale pensiero che uso in rarissime occasioni e con grande attenzione e che rivolgo solo a persone “uniche”:
Credo.
Credo nell’uomo.
Credo in una visione collettiva e non individualistica della società.
Credo nel grande potere degli esseri umani, con il proprio comportamento ed esempio, di creare una società migliore.
Credo in persone speciali che ogni giorno in silenzio sono un punto di riferimento per tanti giovani trasmettendo valori universali come umanità, rispetto, giustizia, solidarietà.
Credo che aldilà della materialità della esistenza terrena, chi ha seminato bene non muore mai.
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