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18 aprile 2018

News

Archeologia: a 13 anni scopre il tesoro del re vichingo Bluetooth


Il sogno di ogni archeologo, il ritrovamento di un antico tesoro nascosto: quello del re vichingo Harald Bluetooth, Araldo Dente Azzurro, al quale in era contemporanea è stata dedicata la nota tecnologia wireless che tutti noi utilizziamo.

A trovare il tesoro di Bluetooth è stato un ragazzino tedesco di soli 13 anni, Luca Malaschnitschenko che, insieme all’appassionato di archeologia René Schön, a gennaio si mise alla ricerca di oggetti antichi con i metal detector sull’isola settentrionale di Rügen.

Inizialmente i due pensavano di essersi imbattuti in pezzi di alluminio, ma dopo un’osservazione più attenta, si resero conto che si trattava di argento e avvisarono le autorità. Subito dopo il servizio archeologico regionale iniziò uno scavo coprendo 400 metri quadrati di superficie e lì la sorprendente scoperta: un enorme tesoro appartenuto secondo una prima analisi al re danese Harald Gormsson, meglio noto come Harry Bluetooth, che regnò dall’985 al 986.

Questo sovrano ebbe il merito di aver unificato la Danimarca ed è noto anche per aver lasciato la vecchia religione norrena introducendo nel suo regno il cristianesimo, ma fu costretto a fuggire in Pomerania dopo una ribellione guidata dal figlio Sven Gabelbart.

La scoperta è di grande importanza: collane intrecciate, perle, spille, un martello di Thor, anelli e più di 600 monete, tra cui più di 100 risalenti all’era in cui Bluetooth regnava su un territorio che comprende l’attuale Danimarca, la Germania settentrionale, la Svezia meridionale e parte della Norvegia. La moneta più antica è un dirham di Damasco risalente al 714, mentre la più recente è risalente al 983.

Il ritrovamento suggerisce che il tesoro potrebbe essere stato sepolto alla fine del 980, che è anche il periodo in cui Bluetooth fuggì in Pomerania, dove morì nel 987. Un raro caso di una scoperta che sembra avvalorare fonti storiche, ha detto l’archeologo Detlef Jantzen.

L’eredità duratura di Bluetooth, oltre al tesoro, si trova comunque oggi negli smartphone e nei PC: la tecnologia wireless ne porta il nome e il simbolo è formato proprio dalle due rune che compongono le sue iniziali, HB.


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