La fornitura di armi a lungo raggio o più potenti a Kiev da parte dall’Occidente è una linea rossa per la Russia. Mosca, dopo l’esplosione e l’incendio sul ponte di Kerch tra Crimea e Russia, accende i riflettori sul potenziale punto di non ritorno nella guerra con l’Ucraina. Lo fa attraverso le parole di Aleksei Polishchuk, direttore del secondo dipartimento per la Csi presso il ministero degli Esteri russo, in un’intervista all’agenzia di stampa Tass. “Per quanto riguarda le cosiddette linee rosse, le abbiamo già delineate. Si tratta, in primis, della fornitura di armi a lungo raggio o più potenti a Kiev”, dice Polishchuk.
I danni riportati dal ponte di Kerch sembrano destinati a condizionare le operazioni militari russe nel sud dell’Ucraina. “L’entità dei danni” alla linea ferroviaria “è incerta, ma qualsiasi grave interruzione alla sua capacità avrà molto probabilmente un impatto significativo sulla capacità della Russia, già provata, di sostenere le sue forze nell’Ucraina meridionale”, sostiene l’intelligence britannica * ricordando che la linea ferroviaria è stata aperta al trasporto merci solo nel 2020, “ma ha svolto un ruolo chiave nel trasferimento di veicoli militari verso il fronte sud durante l’invasione”.
Secondo il ministero dei Trasporti russo, il traffico ferroviario lungo il ponte è regolare. “Attualmente, i treni merci e passeggeri a lunga percorrenza si muovono lungo il ponte di Crimea secondo l’orario standard”, si legge nella nota in cui precisa che il traffico passeggeri lungo le linee suburbane sarà ripristinato alle 19 (le 18 in Italia).