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26 febbraio 2020

News Lamezia e lametino

Asse Catanzaro-Lamezia: l’incontro (per ora solo annunciato) tra i presidenti Giuseppe Zaffina e Marco Polimeni.


di Giuseppe Sestito
Nella seconda metà del mese in corso è andata sviluppandosi una interlocuzione, fatta di contati sui giornali e tramite telefono, tra il presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme ed il suo omologo di Catanzaro.

L’oggetto del dialogo consiste nella proposta di Peppino Zaffina a Marco Polimeni di tenere un Consiglio comunale congiunto tra i consiglieri delle due città, con la finalità, dichiarata dal medesimo Zaffina, di “proseguire nel dialogo tra i due Enti territoriali che sono la forza trainante (sic!) dell’Area centrale della Calabria”.
E’ certo utile, a mio parere, che si dia luogo ad una iniziativa di questo genere, purchè essa non si risolva in strette di mani, reciproche pacche sulle spalle e scambio di auguri per l’esito delle elezioni e, in definitiva, non ci si limiti ad una passerella degli attori convenuti nel luogo scelto per l’incontro e quindi con un esito finale inconcludente sul piano dei risultati concreti.
In passato, tra gli interlocutori dell’epoca, qualche iniziativa del genere c’è stata ma non mi sembra che in seguito si sia approdati a dei risultati apprezzabili sotto l’aspetto della loro concretezza, appunto

Ricordo che nel 2015 all’inizio della consiliatura 2015/2020, il sindaco di Catanzaro in un messaggio di auguri a quello di Lamezia Terme, per la sua elezione, dichiarò che le due città avrebbero dovuto, addirittura, “fare sistema, completarsi tra di loro, proporsi al resto del territorio calabrese come principale asse direzionale. Le loro rispettive vocazioni e potenzialità – così continuava il messaggio del sindaco catanzarese – possono tradursi in sviluppo, occupazione, promozione sociale e culturale. E’ però necessario che il concetto della programmazione venga applicato seriamente e concretamente, sul campo, con progetti di ampio respiro”. Suggestive parole, retoriche e roboanti, che suscitarono una “quintalata” di scetticismo tra i lametini e che nei due anni e mezzo di amministrazione lametina Mascaro, prima che il consiglio comunale venisse sciolto, tali sono rimaste: parole, cioè, senza alcuna ricaduta fattuale; delle intenzioni e dei progetti che il sindaco di Catanzaro aveva richiamato come possibili conseguenze di un’azione politica sinergica e comune tra le due amministrazioni comunali non se n’è intravisto alcun segno né di ampio e lungo respiro né di respiro stretto e corto.
Non solo, ma in evidente contraddizione con quanto ebbe a proclamare il primo cittadino catanzarese, nell’occasione che ho sopra richiamato, il “Centro direzionale regionale” di Germaneto – si badi bene regionale, non di Catanzaro – si va sviluppando non verso la piana e l’area lametine ed il Tirreno per tentare di raccordarsi a Lamezia e formare una eventuale larga conurbazione dell’area dell’istmo, bensì verso Catanzaro Lido e lo Jonio. E questa la dice lunga sulla natura delle intenzioni e dei progetti di “ampio e lungo respiro” che il ceto politico dirigente catanzarese ha in mente di realizzare in sinergia con quello di Lamezia..

Ora, al fine di evitare il pericolo di una tutt’altro che impossibile inconcludenza nell’incontro che i presidenti dei due consigli comunali si accingono a realizzare, non sarebbe utile e necessario, sommessamente mi chiedo, preparare con cura l’incontro con una agenda condivisa di problemi da discutere e sui quali cercare di trovare una intesa per risolverli? Mi parrebbe, questa una impostazione seria in relazione ad un incontro che, a detta zaffiniana, si rende necessario in quanto “i temi di confronto sono molteplici e complessi…..”.

Per la verità, Zaffina ha cercato di indicare alcuni argomenti di discussione tra cui il più rilevante è la costruzione del “collegamento ferroviario veloce” tra Catanzaro Lido e Terme centrale con le stazioni intermedie di Nicastro, Sambiase, ed Aeroporto internazionale e non solo Catanzaro-Aeroporto come, mi sembra di aver capito, vorrebbero gli amministratori catanzaresi. Il compito non si presenta facile per i lametini da poco insediatosi nel palazzo di Città. IL presidente Zaffina, a cui certamente non difetta la memoria, ricorderà che di “Metropolitana di superficie” Lamezia Terme-Catanzaro si discuteva quotidianamente tra i partiti lametini fin dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso in quanto questo era un argomento privilegiato di confronto politico tra i partiti che davano vita, in quei primi anni, all’amministrazione comunale di centro-sinistra di cui insieme facevamo parte. Sono passati quasi quaranta anni da allora, ma il progetto è rimasto un sogno che non si è finora concretizzato. Anzi, è finito col diventare quasi un incubo!
Adesso, secondo quanto scrive il presidente del consiglio lametino diversi enti sono stati coinvolti nelle interlocuzioni; sono stati anche adottati, “gli atti necessari dalla regione Calabria e la Rete Ferroviaria Italiana ha approvato la relativa progettazione tecnica”. Ed allora, visto che da quanto si scrive sembra evincersi che siamo quasi ad un passo dal traguardo finale, perché non ci si sforza di compiere un ultimo balzo in avanti, quello decisivo, per dare inizio ai lavori? Si potrà così dire, e scrivere nei libretti della storia delle città di Catanzaro e Lamezia che dal confronto avvenuto tra Polimeni e Zaffina nel mese di …..“marzo, aprile, maggio?…. del 2020 si verificò il miracolo dell’inizio dei lavori che hanno dato vita al bellissimo “capolavoro” rappresentato dal “collegamento ferroviario veloce tra Catanzaro e Lamezia, fino all’Aeroporto”. Scrivo questo senza alcuna ironia.

Alcuni altri argomenti menzionati nella lettera zaffiniana riguardano gli “interventi fiscali di sostegno alle attività d’impresa, le condizioni catastrofiche in cui versano alcune strutture sanitarie del territorio, il Parco Savutano, lo Stadio Carlei”.
Bene, tutto questo. Ma, l’incontro dovrebbe servire a verificare, innanzitutto, e cercare di capire se, attraverso le prese di posizione dell’esponente catanzarese, il ceto politico della città arroccata sui “Tre colli”, sarà disposto a venire incontro alle sensate richieste dei cittadini lametini oppure, come tante altre volte è successo nella storia delle comuni relazioni, tenterà di badare ai fatti della propria città lasciando i colleghi della città della piana a mani vuote e, però, intenti a baloccarsi con le frasi fatte secondo cui Lamezia, bella ed invidiabile, sarebbe il fulcro dello sviluppo non solo della città, del comprensorio e dell’area centrale, ma dell’intera Calabria.


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