Una fatica di Sisifo per mettere insieme le tessere del mosaico di governo e poi arriva lui, Silvio Berlusconi, a scombinare il puzzle. Con rischi non indifferenti per il disegno di un esecutivo forte e autorevole al quale sta lavorando la premier in pectore Giorgia Meloni. Che per gran parte della giornata si è smaterializzata rispetto al sistema dell’informazione, per dedicarsi in toto all’impresa.
Tuttavia, per quanto vengano definite “preoccupanti” le uscite del Cav, non sono tali da scoraggiare il presidente Fdi, che con lo stato maggiore del partito continua a mettere a punto le ipotesi per la squadra di governo. Di certo, fonti autorevoli di via della Scrofa, avvicinate dall’Adnkronos, non mostrano segnali di particolare scoramento. Tra occhi al cielo e braccia allargate, replicano così alla domanda se giudichino preoccupanti le parole pronunciate dal Cav ai fini dei tempi della formazione dell’esecutivo: “Sono parole preoccupanti. Ma è un problema per Forza Italia. Più sono inaffidabili, meno spazio avranno”. Sempre autorevoli fonti meloniane, tagliano corto, rispondendo alla domanda se questo approccio rischi di rappresentare un “Vietnam” per la formazione e l’azione del governo. “Sì, un Vietnam. Ma per loro”.