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26 ottobre 2024

News

«Autonomia Differenziata e scuola, impatto devastante»: partecipato incontro a Lamezia


L’autonomia differenziata avrà un impatto devastante  sulla Scuola e in special modo sul servizio scolastico delle Regioni meridionali, che vedranno ridursi di molto le risorse finanziarie sino ad ora elargite proporzionatamente a tutte le realtà territoriali.

Pesanti saranno i danni per il Meridione  d’Italia in ordine al diritto allo studio, alla pari dignità dei docenti e di tutto il personale, all’edilizia scolastica, alla scuola dell’obbligo con particolare riferimento alla già scarsa presenza sui territori di asili nido e materne.
Per avere un’idea di quanto sarà devastante la riduzione delle risorse finanziarie sulla già deficitaria  realtà delle Regioni meridionali, basta pensare al deficit strutturale esistente nella scuola della prima infanzia in Calabria, da sempre il fanalino di coda del Paese, dove l’offerta educativa destinata ai più piccoli, si ferma al 12% del fabbisogno di asili, mentre in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si supera il 40%.
Un altro esempio ci viene offerto dal servizio di refezione scolastica: mentre  in Campania e in Calabria si arriva ad avere solo  il 25% di alunni che usufruiscono del servizio, nelle Regioni del Centro Nord si arriva a oltre 85%.
Inoltre, con l’autonomia differenziata  potranno passare da subito alle Regioni che le richiedono, importanti funzioni generali che non hanno costo e che potranno prescindere dai Lep (Livelli essenziali delle prestazioni).
Con questa legge divisiva ogni singola Regione potrà ridefinire i percorsi formativi nei diversi ordini di scuola, revisionare i criteri di formazione delle classi, così come potrà porre mano alla revisione dei parametri per la determinazione degli organici, all’organizzazione degli orari, ad una diversa strutturazione dell’anno scolastico e, cosa di non poco conto, alla formazione e al reclutamento dei docenti, nonché alla loro diversificazione retributiva su base regionale.
Il Sindacato (Cgil, Uil, Gilda), le Associazioni che si occupano del mondo della scuola, sin dal primo momento della gestazione della legge Calderoli, hanno manifestato la loro preoccupazione e il loro sconcerto.
La segretaria generale della Flc-Cgil Gianna Fracassi così si è espressa su questa riforma: “una balcanizzazione dei diritti del tutto inaccettabile e un danno irreparabile soprattutto per gli studenti e le studentesse, perché spogliare lo Stato centrale di queste competenze fondamentali è in contrasto con gli artt. 33 e 34 della Costituzione sul versante dei diritti e del rispetto delle libertà, inclusa la libertà d’insegnamento“.
Così come il coordinatore nazionale del sindacato Gilda, Di Meglio,  ha sempre ritenuto che “la scuola italiana già soffre di grandi differenze tra una parte e l’altra del Paese, per questo la politica dovrebbe piuttosto colmare e non aumentare il grave divario. Con questa legge divisiva abbiamo grandi preoccupazioni per l’unità culturale e sociale  dell’Italia“.
Le gravissime conseguenze che l’autonomia differenziata avrà sul mondo della Scuola italiana, e in particolare su quella calabrese, sono emerse dall’incontro pubblico che si è tenuto a Lamezia Terme il 24 ottobre presso l’ auditorium dell’Istituto comprensivo Perri-Pitagora.
Promosso dal comitato Difendiamo la Costituzione Aderente alla rete NOAD, ne hanno parlato Domenico Denaro, segretario regionale FCL-CGIL, Alfredo Saladini, già dirigente scolastico e presidente dell’Osservatorio inclusione scolastica, Gianfranca Bevilacqua docente e dirigente del sindacato Gilda, Marina Fanello (con un intervento molto articolato apprezzato) del Collettivo studentesco AUT, coordinati da Daniela Grandinetti, docente negli Istituti superiori.
Buona la partecipazione di un pubblico attento, a dimostrazione del consenso dei cittadini calabresi nei confronti della battaglia democratica per l’abrogazione di questa legge ingiusta e spaccaitalia.


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