Sta suscitando molte polemiche sui social un video in cui il calciatore del Milan Tiémoué Bakayoko, con le mani su una volante, viene perquisito da un poliziotto, mentre una collega punta la pistola contro la sua auto di grossa cilindrata. A un certo punto un terzo agente sopraggiunge e dice qualcosa al collega, che interrompe i controlli e dà due pacche sulla spalla al centrocampista francese di origini ivoriane.
“Se hai la pelle chiara, certe cose non ti succedono”, “che un privato cittadino di colore che sfoggia un macchinone possa essere perquisito financo nelle parti intime con le pistole puntate, fino a quando non si accorgono che è un calciatore multimilionario, è inquietante”, “la Ferragni aveva ragione: troppa violenza a Milano”. Questi alcuni dei commenti polemici che si leggono su Twitter. La questura, tuttavia, spiega che la volante si è comportata “secondo procedura corretta”. Il fatto – riferiscono da via Fatebenefratelli – risale alla sera del 3 luglio, in zona corso Como. Era da poco passata la mezzanotte, quando all’uscita dei locali, alcune persone sentono dei colpi di arma da fuoco, che si riveleranno poi esser stati sparati da una pistola ad aria compressa, con pallini in plastica.
Immagini orribili. Questo si chiama razzismo istituzionale, non ci sono altre parole. Non bastano le scuse a #Bakayoko (cui va la nostra solidarietà), cose del genere non devono accadere. E invece accadono ogni giorno, nel disinteresse, come fosse normale. E no, non è normale. pic.twitter.com/LKpHZx1V1C
— Possibile (@PossibileIt) July 18, 2022
Al 113 – prosegue la ricostruzione della polizia – viene segnalato un suv di grossa cilindrata, con a bordo due centrafricani, uno dei quali con addosso una maglia verde. Viene diramata la nota radio e gli agenti si mettono a cercare i sospettati. E’ allora che l’auto di Bakayoko, vestito come da segnalazione e in compagnia di un altro uomo, viene fermata e controllata. Il poliziotto procede alla perquisizione, senza rendersi conto che si tratti del calciatore del Milan e appena se ne accorge, conclude l’intervento.
“Identificata la persona e chiarita la sua estraneità ai fatti per cui si procedeva, il servizio è ripreso regolarmente, senza alcun tipo di rilievo da parte dell’interessato”, conclude la nota della questura.