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27 ottobre 2021

Prima pagina

BALNEALBILITA’, ITALIA MIGLIORA, CALABRIA NO. Il geologo Pileggi: «Agire subito per invertire la tendenza»


Sui 716 km di costa disponibili sono più di 653 chilometri le spiagge naturali certificate balneabili in Calabria. Una quantità notevole che supera l’insieme di sette regioni: Veneto, Emilia Romagna, Friuli, Abruzzo, Marche, Molise e Basilicata. E, purtroppo, non adeguatamente tutelata e valorizzata perché i dati ufficiali della classificazione della qualità delle acque di balneazione evidenziano un generale peggioramento: aumenta la lunghezza delle aree con acque marine classificate di qualità “Scarsa” e diminuisce quella delle acque classificate di qualità “Eccellente”.

In pratica si accentua la tendenza al peggioramento della condizione di salute dei mari certificata a partire dal 2017 dall’Agenzia regionale per l’Ambiente. Negli ultimi 4 anni nella sola Provincia di Cosenza c’è stata una riduzione di circa 40 Km della lunghezza complessiva delle aree con acque classificate di qualità Eccellente; dai 205.793 metri del 2017 si è scesi a 165.393 metri di quest’anno.classificazione-qualita-eccellente-acque-di-balneazione-da-report-eu-di-giugno-2021

Il peggioramento emerge dagli allegati al Decreto regionale per l’annualità 2021 sulla classificazione delle acque di balneazione. Il grave ritardo della pubblicazione del Decreto, già evidenziato nel maggio scorso su questo giornale, ha impedito la tempestiva informazione e individuazione della qualità delle acque marine in ogni tratto di spiaggia e, quindi, ai cittadini interessati di chiedere di conoscere e rimuovere le cause di tale peggioramento.

Il ritardo della Regione nel divulgare i risultati di tutte le analisi di ognuno dei punti di prelievo delle 630 aree adibite alla balneazione continua nonostante l’annuncio ufficiale del 7 luglio dell’Assessore al Turismo: “Mostreremo i dati scientifici e racconteremo quanto sia balneabile il mare calabrese” riportato sul Portale web della stessa Regione.

Dai dati resi noti si conferma che la lunghezza delle aree con acque classificate di qualità eccellente nell’attuale stagione balneare è pari a 590.732 metri complessivi; nel 2020 era di 594.841 metri, nel 2019 era di 614.683 metri e nel 2017 era di 620.543 metri. La rilevante e progressiva riduzione di circa 30 Km delle aree con acque di qualità eccellente degli ultimi 4 anni ha fatto scendere la Regione sotto la media nazionale del BelPaese. Nel 2017 la percentuale delle aree con qualità eccellente della Calabria era al 93%   e superava di molto la media nazionale e quella della Comunità europea. È scesa al 92% nel 2018 ed al 91% nel 2019. La percentuale è ulteriormente scesa all’88,55% nel 2020 e ancora peggio quest’anno con l’85% in netta controtendenza rispetto all’andamento nazionale ed europeo che ha visto aumentare la percentuale delle acque classificate di qualità eccellente.

Oltre alla riduzione della percentuale delle acque di qualità eccellente gli stessi dati Arpacal evidenziano che la lunghezza complessiva delle aree con acque classificate di qualità scarsa, che nel 2020 era pari a 15,122 metri, è aumentata fino a 17.508 metri nell’attuale stagione balneare 2021 con percentuale del 3,5% quasi doppia a quella nazionale 1,81%.

Dei 671.031 metri di costa adibiti alla balneazione monitorati nella Regione, oltre a quelli classificati di qualità eccellente e scarsa, 47.293 metri sono stati classificati di qualità buona e 15.408 metri sono stati classificati qualità sufficiente.

Altra grave inadempienza regionale in materia di controllo delle acque di balneazione è l’assenza di qualsiasi informazione e dato di analisi e monitoraggio delle acque interne come avviene in tutte le regioni dove sono presenti laghi e fiumi con aree adibite alla balneazione. Significativa in proposito la mappa della localizzazione dei punti di prelievo e della qualità delle acque adibite alla balneazione nel BelPaese contenuta nel Report EU di giugno 2021 dell’Agenzia europea dell’ambiente; nello stesso Report sono indicate le 5.520 aree adibite alla balneazione e monitorate dalle Agenzie regionali per l’Ambiente nel BelPaese e che comprendono 4.848 aree costiere marine e 672 aree interne.

Nonostante i ben noti laghi della Sila e delle altre montagne e colline calabresi e dei circa mille corsi d’acqua presenti in Calabria, nel Decreto sulla classificazione delle acque di balneazione della Regione non è riportato alcun dato sulla qualità delle acque interne perché non è stato adibito alla balneazione nessun tratto di lago o di corso d’acqua.

Ritardi e scarsa attenzione per la condizione delle acque di balneazione anche da parte Ministero della Salute per il permanere delle carenze informative del Portale Acque già evidenziate e per la mancata pubblicazione del Report annuale sull’andamento dell’intero del BelPaese.

Riguardo le criticità e le aree sottoposte a divieto di balneazione va ribadito, come ripetutamente evidenziato dall’Arpacal, che “continuano a persistere in aree antistanti foci di fiumi e/o torrenti che risentono anche delle perturbazioni piovose, o in zone collocate nelle strette vicinanze di depuratori mal funzionanti” e riguardano alcune decine dei 112 comuni costieri monitorati.

Pertanto si può e si deve agire subito, a partire dall’autunno in corso, per invertire la tendenza al peggioramento e avviare un generale miglioramento della qualità delle acque del Tirreno e dello Ionio utilizzando anche le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

La rilevantissima disponibilità di aree balneabili esistenti e l’aumento delle presenze turistiche nella Regione per le restrizioni dell’emergenza Covid-19, imponevano e continuano ad imporre la necessità di informare e far conoscere sia la qualità delle acque marine sia le specificità del patrimonio costiero diffuso lungo le coste bagnate dal Tirreno e dallo Ionio meridionali. Specificità rare come la natura e quantità delle spiagge naturali formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche e che documentano la nascita ed evoluzione del paesaggio dell’intera Penisola e degli insediamenti umani dell’intero Belpaese; gli assetti idro-geomorfologici che consentono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre; la grande varietà di prodotti enogastronomici sempre più apprezzati in tutti i continenti; i numerosi e antichi giacimenti storico-archeologici di tutte epoche.

Geologo Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra

 


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