Bancomat e carta credito, transazione negata e cifra addebitata: cosa fare
14 settembre 2022

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Bancomat e carta credito, transazione negata e cifra addebitata: cosa fare


Bancomat e carta di credito, cosa fare se nonostante l’operazione non sia riuscita (‘Transazione negata’), ci si rende conto che in realtà è andata a buon fine e la cifra è stata addebitata? Il problema è se nel frattempo ad esempio l’importo è stato pagato con i contanti o con un’altra carta: quindi due volte.

La prima cosa da fare quando viene fuori dal Pos lo scontrino con la scritta ‘transazione negata’ è controllare proprio lo scontrino ricorda laleggepertutti.it: deve riportare quella dicitura in modo chiaro e devono esserci anche giorno e data in cui è stata tentata l’operazione. Questo servirà a contestare l’eventuale accredito della somma non pagata.

E’ inoltre importante controllare appena possibile i movimenti del Bancomat o della carta di credito. Non c’è bisogno di andare in banca: basta collegarsi dal pc o dal cellulare al servizio online di home banking o all’area personale del sito della società che gestisce la carta di credito. In questo modo, si avrà la certezza che l’importo per il quale la transazione è stata negata non sia stato addebitato. Nel caso in cui non si avesse a disposizione questo servizio e il guaio fosse capitato quando la banca è chiusa (ad esempio, il sabato mattina, il che costringerebbe ad aspettare il lunedì) si può andare a uno sportello automatico, inserire il bancomat e chiedere il saldo o l’elenco degli ultimi movimenti.

Se non risulta niente di strano, si avrà la certezza che, effettivamente, la transazione è stata negata e la cifra non accreditata.

Perché viene negata una transazione?

Nessun dispositivo è perfetto al 100%. Una transazione può essere negata per almeno un paio di motivi. Il primo, il più classico, per il fatto che l’esercente ha problemi di connessione nella linea telefonica. Il Pos, per dirla banalmente, è collegato al sistema bancario come il router di casa: se non c’è la linea, non c’è il collegamento. E, quindi, il pagamento non si può fare.

Altro motivo per la transazione negata è quello che può mettere in imbarazzo il cliente: la mancata disponibilità di soldi. Se il Bancomat ha già fatto troppe operazioni, se sul conto non ci sono soldi o se la carta di credito ha raggiunto il plafond, cioè il limite massimo di spesa mensile, la transazione sarà sempre e comunque negata. C’è di buono che, in questi casi, non ci sarà alcun accredito, visto che non c’è la possibilità materiale di pagare.

Cosa fare se la cifra è stata addebitata

Se, invece, compare a debito l’importo incriminato, ci vorranno una buona dose di fortuna e un’altra di buon senso.

Sarà necessario, innanzitutto, recarsi nel luogo in cui è stata tentata l’operazione poi rifiutata. Qui, va chiesta all’esercente una verifica della transazione, al fine di avere la certezza dell’effettivo rifiuto.

In alternativa, si può contattare la banca fornendo il numero di serie dello scontrino per avere la certezza che a quel documento fiscale corrisponda un accredito oppure che sia già partita un’operazione di riaccredito perché il sistema ha riconosciuto un eventuale errore.

Nella peggiore delle ipotesi, cioè se effettivamente la transazione negata è diventata una cifra accreditata, la banca non può fare alcunché. Bisogna considerare, infatti, che il sistema automatizzato dei pagamenti fa – per dirla in termini semplici – quello che le macchine gli dicono di fare. Non pensa: esegue. Pertanto, se un terminale di pagamento gli chiede di fare un addebito su un determinato conto corrente, il sistema lo fa senza chiedersi se sia giusto o sbagliato.

Tocca, quindi, tornare a monte del problema. E qui è dove si mettono insieme la fortuna e il buon senso. La fortuna è quella di avere a portata di mano l’esercizio in cui è stato fatto il doppio pagamento. Si pensi a chi ha fatto carburante in provincia di Ancona tornando dalle vacanze verso Milano, suo luogo di residenza. Tornare al distributore comporterebbe un costo superiore a quello che si vuole recuperare.

Il buon senso, ammesso che sia a portata di mano, è quello dell’esercente che, vedendo lo scontrino della transazione negata ma sapendo di avere ricevuto l’accredito di quell’operazione, non cerchi di fare il furbo. Chi agirebbe per vie legali per recuperare, ad esempio, 50 euro sapendo che la causa gli costerebbe molto di più?

Va detto, comunque, che di solito il Pos è dotato di un meccanismo in grado di restituire la cifra incassata grazie allo storno. Ovviamente, sempre che la merce (benzina, vestiti, spesa, scarpe o altro) sia stata pagata due volte.


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