Il presidente della Regione Mario Oliverio ha presentato ieri, nella Cittadella regionale, il report Calabria in corso, un’analisi dettagliata dei primi due anni della sua Giunta, suddivisa in dieci ambiti relativi alle principali attività.

All’incontro hanno preso parte numerose autorità: consiglieri regionali, parlamentari, amministratori provinciali, sindaci, rappresentanti di associazioni, esponenti sindacali e del mondo produttivo.

Durante la manifestazione, prima dell’intervento conclusivo del presidente Oliverio, è stato trasmesso un video sulle principali attività della Giunta regionale e si sono susseguite sei testimonianze: Domenico Gallelli, sindaco di Zagarise; Rocco Colacchio presidente di Calabria di Gusto; Concetta Greco di Assapori, il Consorzio di qualità della ristorazione calabrese; Domenico Talia, socio fondatore dello spin-off DotK Lab; Roberto Fazzari, fondatore della start up Revoilution, e Don Pino De Masi, della Cooperativa di Polistena Valle del Marro.

«La presentazione del report dell’attività svolta dalla Giunta regionale nei primi due anni di legislatura», ha esordito il presidente Oliverio, «è un fatto inedito nella storia della Regione Calabria e ha il preciso significato di fare conoscere i fatti, di fare parlare i fatti.

«Sono stati due anni di duro lavoro, nel corso dei quali abbiamo dovuto perseguire contemporaneamente tre obiettivi: recuperare la credibilità della Calabria e la reputazione della Regione in ambito europeo e nazionale, acquisire le risorse necessarie allo sviluppo attraverso finanziamenti europei e nazionali, riformare la macchina burocratica della Regione per garantire una spesa trasparente e produttiva».

Dopo aver descritto i buoni risultati dell’attività di governo suddivisa in ambiti (programmazione delle risorse, strumenti di governo, politiche del lavoro, innovazione e sviluppo produttivo, turismo e cultura, infrastrutture e mobilità, pianificazione territoriale, Calabria sicura, tutela della salute e servizi sociali, lotta per la legalità) Oliverio ha così concluso: «Al momento del nostro insediamento la Calabria veniva raccontata come regione canaglia e anche oggi siamo quotidianamente costretti a leggere ed a fare i conti con una pubblicistica negativa. Ma contemporaneamente comincia a diffondersi un racconto che rappresenta una Calabria che vuole cambiare, che crede nel futuro.

«Prima di tutto la Calabria, dunque, non è una subalterna invocazione di aiuto ma il parametro principale su cui intendiamo misurare la capacità delle politiche governative di individuare la Calabria come una priorità di interesse nazionale.

«So anche che la crisi richiede maggiore efficienza, più celerità nelle scelte meno burocrazia. E’quello che proveremo di fare con maggiore determinazione nei prossimi mesi. Ma so anche che la mia mission ha punti fermi che mi hanno guidato in questi anni e che valgono per quelli a finire: tenere fuori le mafie e le lobby dal governo della Regione Calabria. E lo farò con la coscienza di non dovere accettare nemmeno il ricatto del consenso a tutti costi. Un’affermazione mi sento di fare con grande fermezza: la mia presenza alla guida della Regione Calabria è incompatibile con interessi di affaristi e mafiosi.

«Calabria in corso è dunque un cantiere aperto i cui lavori sono finalizzati innanzitutto a fare affermare la Calabria positiva, altra e diversa dagli stereotipi negativi: il pregiudizio dovrà lasciare il passo al postgiudizio. Vogliamo che a parlare siano i fatti. Lavoriamo a ridare credibilità e restituire dignità ad una Regione e ad una Calabria di cui i calabresi dovranno sentirsi orgogliosi».