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16 ottobre 2017

News

Calabria in festa: Il Beato Angelo d’Acri è Santo


La Calabria ha un nuovo Santo, Sant’Angelo d’Acri, proclamato ieri da Papa Francesco e unico italiano tra i trentacinque Beati canonizzati durante la solenne cerimonia celebrata a Roma.

Sant’Angelo d’Acri si aggiunge alla foltissima schiera di Santi e Beati calabresi, dal più antico San Fantino al patrono San Francesco di Paola, passando per San Nilo a San Bruno fino alla recente Beata e prossima Santa suor Elena Aiello.

Numeri difficili da quantificare ma, da quanto dicono gli esperti, pare che la Calabria abbia il primato della santità su altre regioni tra l’altro annoverando, insieme a centinaia di Santi e ai Beati, ben dieci Papi, otto dei quali anche Santi.

Ma chi è Sant’Angelo d’Acri? La biografia ufficiale dice che il Santo, al secolo Luca Antonio Falcone, «Nacque ad Acri (Cosenza) il 19 ottobre 1669. Apprese a leggere e a scrivere da un vicino di casa. I primi elementi della dottrina cristiana li imparò, invece, frequentando la parrocchia di San Nicola e la chiesa dei Frati Minori Cappuccini.

A 18 anni decise di farsi Frate Minore Cappuccino ma, oppresso da dubbi, incertezze e suggestioni, due volte lasciò il noviziato; resistette a lasciare il noviziato per la terza volta, emettendo i voti di professione il 12 novembre 1691. Ordinato sacerdote, il 10 aprile 1700, fu destinato dall’obbedienza alla predicazione.

Dal 1702 al 1739, anno della sua morte, percorse instancabile tutta la Calabria e buona parte dell’Italia meridionale, predicando quaresimali, esercizi spirituali, missioni popolari. Consapevole che il predicatore che non attende al ministero della riconciliazione è simile al seminatore che non provvede alla mietitura, trascorreva molte ore nel confessionale non stancandosi mai di ascoltare e di usare misericordia con i peccatori. Era sua convinzione che la carità potesse risolvere i problemi più difficili e che la misericordia avrebbe ricondotto nella grazia di Dio tutti i peccatori che si fossero inginocchiati al suo confessionale.

Nel 1724 iniziò la costruzione del convento delle Cappuccinelle in Acri, inaugurato il 1° giugno 1726. Fu più volte maestro dei novizi, guardiano nei conventi di Mormanno, Cetrano e Acri, definitore provinciale, ministro provinciale dal 1717 al 1720 e infine, nel 1735 provisitatore generale. In tutti questi incarichi, accettati in obbedienza, fu sempre solerte nel far rispettare la Regola e le Costituzioni dell’Ordine.

Dopo 38 anni di apostolato itinerante, morì ad Acri il 30 ottobre 1739, dove un grande santuario custodisce il suo corpo. Papa Leone XIII lo beatificò il 18 dicembre 1825.» (fonte http:www.vatican.va)

Il miracolo che ne ha permesso la canonizzazione risale al 2010, quando un ragazzo che allora aveva 17 anni, in coma profondo dopo un gravissimo incidente su un quad, si risvegliò dopo che i familiari e tutta la comunità che lo vegliava avevano portato accanto al suo letto di ospedale una reliquia del Beato. A due mesi dall’incidente il giovane aveva già recuperato tutte le sue funzioni, ritornò agli studi e si diplomò in ragioneria.
Annamaria Persico


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