Cambiare vita e decidere di lasciarsi tutto alle spalle non è mai facile. Ci si sente oppressi e sopraffatti dagli eventi e benché si disponga di una buona dose di coraggio e forti motivazioni, raggiungere l’obiettivo non è semplice.

Ma cos’è che ci frena, rendendoci incapaci di compiere il passo decisivo? Con l’aiuto della dottoressa Patrizia Mattioli del portale Guidapsicologi.it, analizziamo quali sono le cause che spesso impediscono di cambiare vita, e scopriamo come e perché la psicologia può essere d’aiuto in questi casi.

Cosa significa cambiare ma, soprattutto, come si può cambiare?
Il cambiamento – ci racconta la dott.sa Mattioli – inizia dalla presa di consapevolezza di ciò che ha portato alla crisi. Spesso accade che crediamo di andare in una direzione e invece stiamo prendiamo altre strade. Facciamo l’esempio di una persona che vorrebbe costruire una relazione sentimentale stabile, ma si trova sempre a selezionare partner improbabili, evidentemente sta perseguendo un altro obiettivo, per esempio quello di tutelarsi dai rischi di un coinvolgimento emotivo serio.

Raggiungere uno stato di consapevolezza di sé e di quali sono i propri desideri reali è molto difficile, ma è il passo fondamentale per dare il via al processo di cambiamento.

Come si può superare la paura al cambiamento?
Il nemico principale del cambiamento è la paura, ma superarla è possibile, come spiega la dott.sa Mattioli: in generale preferiamo mantenere la stabilità, perciò per esempio se siamo abituati ad avere poca considerazione di noi stessi, cercheremo di selezionare tutte le esperienze che confermeranno quella percezione personale. Perché facciamo questo? Perché una bassa autostima purchè stabile, è meglio di un’alta autostima che oscilla e espone a sgradevoli altalene emotive. Un cambiamento perciò può avvenire solo molto lentamente.

Dopo una grande crisi personale, di salute o professionale, si può ricominciare da zero?
Dipende dalle risorse di cui dispone il singolo l’individuo. Non sappiamo mai dove porta una crisi ma sicuramente è un momento importante il cui esito sarà dato dal modo in cui il soggetto affronta quello che gli sta capitando. Dal punto di vista psicologico possiamo considerare la crisi come il risultato di un percorso e l’inizio di un cambiamento positivo o negativo ovvero di un cambiamento in cui l’individuo aumento il suo livello di complessità oppure restringe il suo campo di azione.

Quando ci si ammala o si entra in una profonda problematica professionale, è importante ricostruire come si è arrivati a questo punto, cosa si è trascurato e se ci sono state negligenze personali al riguardo. Spesso i momenti di malattia sono anche momenti in cui l’individuo ritrova il rapporto con se stesso e si rende conto di essersi trascurato, di aver perso di vista i propri obiettivi e i propri bisogni, e la malattia lo riporta al centro della propria attenzione. La crisi perciò può avere un aspetto generativo.

Il ruolo della psicologia? Offrire un punto di vista differente
La psicologia, afferma la dott.sa Mattioli, aiuta a vedere le cose da un altro punto di vista, cosa che difficilmente si riesce a fare da soli, e offre spiegazioni a molte domande. I meccanismi di autoinganno del cervello, fondamentali per darci un senso di stabilità non ci aiutano quando c’è un gap tra dove siamo e dove vorremmo essere, tendono a proporci la solita spiegazione, per rimanere nell’esempio precedente, di essere incapaci di costruire relazioni sentimentali stabili mentre in realtà le relazioni stabili fanno paura e per evitarle si cercano in partner che garantiscono la precarietà.

Tre consigli fondamentali per innescare il cambiamento
Cambiare non è affatto semplice, però ci sono delle piccole strategie che possono adottarsi fin da subito, magari applicandole a piccoli aspetti della nostra vita di cui non siamo soddisfatti e che crediamo erroneamente immutabili.

1)Fare attenzioni alle abitudini. Le abitudini sono dure a morire. Un’abitudine può cambiare, soprattutto se ci rende infelici. Se ad esempio vogliamo perdere un paio di kg e ci ostiniamo a fare merenda con un dolcetto, non stupiamoci che il peso in eccesso non ci abbandoni. Proviamo a sostituirlo con un frutto, e inserire piccoli cambiamenti (da rispettare!) nella nostra dieta quotidiana: i risultati non tarderanno ad arrivare. È la dimostrazione che una cattiva abitudine può essere trasformata.
2)Aumentare l’autostima. Uno degli ostacoli più frequenti è l’idea stessa di fallire, di non farcela. Raggiungere un obiettivo significa ottenere una gratificazione e proprio per riuscire a superare questa paura è bene prefiggersi degli obiettivi reali e breve termine. L’obiettivo a lungo termine lo possiamo per esempio suddividere in obiettivi più piccoli e celebrare il raggiungimento di ogni piccolo obiettivo.
3)Chiedersi il perché. Identificare quali sono i motivi che spingono una persona a voler cambiare. Andare in profondità e capire cosa vogliamo davvero, sempre iniziando da esercizi semplici, che permettano di individuare un punto di partenza su cui iniziare. Con determinazione e pazienza piccoli passi, uno dopo l’altro, compongono il cammino.