I ruderi della Chiesa di Santa Maria del Carmelo (Foto di Elena Deruvo)
1 giugno 2017
I ruderi della Chiesa di Santa Maria del Carmelo (Foto di Elena Deruvo)

News

Campomaggiore, l’Utopia che affascina


La Basentana, meravigliosa arteria che abbraccia gran parte di Lucania da nord a sud, permette di raggiungere mete ancora sconosciute al turismo di massa con relativa facilità e così eccoci a Campomaggiore.

Qui sei a venticinque chilometri da Potenza, eppure raccogli eredità «baresi», persino nei cognomi, persino nell’accento, ancora privo di quell’altrettanto indecifrabile segno tipicamente potentino, intriso di influenze pseudo campane (ma dovremo pur smetterla un giorno di credere che parlino «napoletano» da Roma in giù, Puglia dauna inclusa).

Campomaggiore, insomma. Città ormai nota per gli sforzi e la grande immaginazione del settecentesco conte Teodoro Rendina, colui che volle far ripartire il nuovo borgo (che nella storia aveva sempre avuto alti e bassi) a cominciare dalla necessità di incrementare le coltivazioni.

Si tratta di un processo assolutamente illuminato per l’epoca. Del resto, Teodoro aveva cultura e dottrina. Poté così continuare ciò che il padre pure aveva cominciato: Campomaggiore doveva rinascere grazie all’agricoltura.

Il mecenatismo di Teodoro fece sì che nel 1833 il centro raggiungesse la cifra di 1500 abitanti. Grazie alla sua intelligenza di governo venne fuori una terra all’avanguardia, con pratiche di convivenza sociale innovative, tanto è vero che si parla ancora oggi di Campomaggiore antica come «Città dell’Utopia».

Da qui anche un particolare spettacolo, un’idea che ha contribuito a rendere appetibile turisticamente questa zona.

Una stazione ferroviaria, fontane con lavatoio, un cimitero moderno: con i conti Rendina sul poggio più alto a controllare dal loro Casino della Contessa che tutto andasse bene, ecco che Campomaggiore cresceva sempre più. Per di più, senza poveri o poverissimi.

Accadde però l’irreparabile. Dopo un secolo e passaggi di consegne tra famiglie, in un nulla, Campomaggiore crollò. Un pericolo di frana, avvertito per tempo, e così, dal febbraio del 1885, Campo vecchia, costruita a valle, è completamente abbandonata e disabitata, meta del quotidiano pellegrinaggio delle greggi ma anche dei turisti e degli appassionati in cerca dei lasciti di questo meraviglioso «paese fantasma», erede di un’utopia che era stata grande.

Mentre Teodoro era già morto nel 1833.

Ecco oggi i visibili resti del bellissimo palazzo baronale e della chiesa di Santa Maria del Carmelo. Qui venne a lavorare Giovanni Patturelli, architetto allievo di eredi artistici del Vanvitelli, conosciuto da Teodoro durante i suoi alti studi.

Acquisiamo molte di queste notizie da un pregevole studio di Giuseppe Damone, dal titolo Lettura storico critica di una ghost town. Il progetto utopico di Campomaggiore. Un grazie a lui, disponibilissimo.

Ulivi, viti, grano importato e migliorie al sistema dell’allevamento: le modifiche furono ingenti ed ecco che Teodoro Rendina appare ai nostri occhi quasi come un precursore delle teorie di Fourier e Owen. A Campomaggiore ogni contadino ha diritto a lotti ben precisi, con casa e legname da tagliare e l’obbligo di creare e coltivare nuove piante da frutto.

Ecco dunque la bella Campomaggiore.

E così oggi il nostro viaggio ha odorato di storia. Come non potrebbe non essere quando si viaggia illuminati dalla curiosità sulle storie degli uomini.

La storia è tutto. E ci accompagna «lungo il viaggio».
Marino Pagano


Leggi anche...



News
Manovra, mandato a Giorgetti per valutare le...

Un mandato al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per valutare, alla luce delle...


News
‘The B Project’ nella Casa...

'The B Project' è la nuova mostra che prenderà il via il 28 novembre, fino al 1 dicembre,...


News
“Italia regina di Davis”, gli azzurri...

"Abbiamo la squadra più forte del mondo". L'Italia rivince la Coppa Davis, trascinata da...


News
Napoli-Roma 1-0, gol di Lukaku e Conte torna in vetta

Non basta alla Roma il ritorno di Claudio Ranieri per uscire indenne dal Maradona. Il Napoli...