Ritardi che sfiorano e superano anche i cento minuti, treni cancellati per “guasti agli impianti di circolazione”, come ripete con burocratica freddezza la voce gracchiante degli altoparlanti, che si verificano sempre negli stessi tratti e nei pressi degli stessi passaggi a livello, tra Cesano di Roma e Anguillara Sabazia o tra Vetralla e Capranica. È un vero e proprio calvario quello a cui sono sottoposti quotidianamente i passeggeri della linea ferroviaria
regionale del Lazio Roma-Cesano-Viterbo Fl3
, poco più di ottanta chilometri complessivi, due terzi dei quali a binario unico.
Disagi che da alcune settimane si ripetono ogni giorno con puntualità, l’unica sulla quale si possa fare affidamento, senza distinzione di orario o condizione meteorologica, che creano notevoli difficoltà agli utenti, in gran parte pendolari, lavoratori e studenti, costretti a giustificare il ritardo sul posto di lavoro e a scuola o a precipitosi cambi di programma con inevitabile ricorso all’auto privata. Per non parlare della beffa che si aggiunge al danno, quando si rivela inutile aver anticipato la partenza per arrivare puntuali ad un appuntamento, ad un esame universitario o per evitare di perdere una coincidenza.
Ancora più pesante la situazione di tante persone in attesa del treno per recarsi in uno degli ospedali o delle strutture sanitarie collocate lungo la linea ferroviaria Fl3, certo non nello stato d’animo ideale per sopportare attese supplementari e per salire sui pochi convogli a disposizione, riempiti oltre la capienza consentita dai passeggeri nel frattempo affollatisi nelle varie stazioni. Una situazione diventata ormai insostenibile, che sembra non trovare rimedi e spiegazioni, aggravatasi rispetto al passato con il ritorno alla normalità dopo il Covid.