terremoto
22 agosto 2017

News

Carlo Tansi, direttore Protezione Civile Calabria: «Il rischio sismico si abbatte solo con la prevenzione»


Un terremoto insignificante (magnitudo 4) che in Giappone ed USA non farebbe neanche notizia, ad Ischia ha fatto sbriciolare interi palazzi che hanno ucciso vittime innocenti. Sono crollati gli edifici abusivi, realizzati senza progetto e con cemento depotenziato, mentre quelli realizzati a norma di legge sono rimasti perfettamente in piedi e immacolati.

La Calabria è una regione tra le più esposte al mondo al rischio sismico, dove le faglie sono in grado di generare terremoti di magnitudo molto molto più elevata e che hanno fatto molte molte più vittime del terremoto di Ischia: 7.2 terremoto del 1908 (120.000 morti), 7.1 terremoto del 1783 (35.000 morti), 7.0 terremoto del 1638 (10.000 morti), giusto per citare i sismi più violenti tra i tanti che hanno martoriato la Calabria.

Ebbene sì, proprio in Calabria queste catastrofi non ci hanno insegnato un bel niente: il numero di case abusive censite ufficialmente dal catasto sono 142.000! E anche tutte queste case abusive, dove abitano centinaia di migliaia di calabresi, così come è accaduto ad Ischia, se vicine all’epicentro potrebbero sbriciolarsi e uccidere.

Chi ha realizzato case abusive in Calabria deve seriamente preoccuparsi, deve avere paura anzi il terrore del terremoto. Chi invece ha costruito le case a norma di legge, dopo gli anni 80, può dormire sonni tranquilli, anzi tranquillissimi. Non facciamo scongiuri alla Certo Laqualunque, ma ragioniamo e cambiamo cultura. Possiamo aggirare le leggi degli uomini ma non quelle della natura che, anche con i terremoti, non fa sconti a nessuno e prima o poi, inesorabilmente, si riprende​ tutto ciò che le appartiene, case comprese.

Ho precisato «dopo gli anni 80», perché all’abusivismo si aggiungono i centri storici e gli edifici realizzati soprattutto durante il boom edilizio degli 60/70, epoca in cui non esistevano le cosiddette «leggi sismiche». Queste leggi nazionali, che pongono vincoli sugli edifici per renderli più resistenti ai terremoti, sono diventate sempre più rigide e restrittive a partire dai terremoti del 1976 (Friuli) e del 1980 (Irpinia). Per gli edifici degli anni 60/70 e per i centri storici è ormai ineludibile una legge che renda obbligatorio il cosiddetto “Libretto del fabbricato”, che impone l’obbligo di verificare la vulnerabilità sismica di tutti gli edifici, pubblici e privati, con studi di tipo ingegneristico (per verificare la qualità delle strutture) e geologico (per verificare la propensione dei terreni su cui sorgono gli edifici ad amplificare gli effetti dei terremoti). Il libretto del fabbricato è un po’ come il libretto di circolazione per un’auto che necessita di periodiche revisioni; ci preoccupiamo e spendiamo soldi per la revisione della nostra auto, perché non dovremmo fare altrettanto per “revisionare” periodicamente le case in cui viviamo, fattore da cui dipende la nostra vita e quella dei nostri figli in caso di terremoto? Questa revisione, oltre a fornire elementi tecnici per apporre i necessari correttivi strutturali agli edifici e renderli adeguati a resistere ai terremoti – consentirebbe di classificare ogni edificio in base alla vulnerabilità sismica, con criteri simili alla classificazione energetica: permetterebbe così in sostanza di apporre sul portone di certi edifici una sorta di “bollino rosso” per indicarne l’alta vulnerabilità e quindi la propensione a crollare in caso di terremoto.

Perché a mio avviso non è mai decollata la legge che rende obbligatorio il libretto del fabbricato che salta alla ribalta ad ogni terremoto ma che poi torna “stranamente” nel dimenticatoio? Perché tocca interessi di potenti lobby in quanto innescherebbe un crollo del mercato immobiliare: chi comprerebbe un appartamento, anche in pieno centro, in un palazzo con il bollino rosso a rischio sbriciolamento in caso di terremoto?

Allo stato attuale, la scienza non consente di prevedere il momento esatto in cui si verificherà un terremoto. La scienza sa però dove sono collocate le faglie e, quindi, dove colpirà il terremoto che, di certo prima o poi, si verificherà in ben note zone d’Italia, tra cui la Calabria.

Per abbattere drasticamente il rischio sismico, l’unica via percorribile, abbandonando la nefasta cultura del fatalismo, è la prevenzione. Questa si può attuare attraverso due vie: 1) approvare una legge che imponga di abbattere le case abusive, 2) in mancanza del libretto del fabbricato, sensibilizzare l’opinione pubblica a verificare autonomamente la qualità degli edifici realizzati prima degli anni 80, avvalendosi di tecnici qualificati (ingegneri, architetti e geologi) e provvedere, nel caso fosse necessario, alla loro messa in sicurezza. Può dormire tranquillamente su sette cuscini infine chi abita in edifici realizzati a norma di legge dopo gli anni 80.

Il terremoto non uccide ma sono le case costruite male che crollano e uccidono.


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