Nella maggior parte degli Stati dell’Ue la bolletta energetica media annua oggi supera un mese di stipendio per i lavoratori meno retribuiti. E’ quanto emerge da uno studio della Confederazione europea dei sindacati (Ces) basato sui dati di luglio nel quale si sottolinea che in 16 Stati membri dell’Ue i lavoratori che guadagnano un salario minimo devono mettere da parte l’equivalente di un mese di stipendio per pagare le sue bollette energetiche. Nel 2021 riguardava solo 8 Stati membri.
Per circa 9,5 milioni di lavoratori, osserva il Ces, pagare le bollette energetiche è già difficile. Basta pensare che a luglio di quest’anno i prezzi del gas e dell’elettricità sono aumentati del 38% nell’insieme dell’Europa rispetto all’anno scorso e continuano ad aumentare. In Italia la bolletta energetica media annua si attesta attualmente a 2.071 euro e per un lavoratore che guadagna 24.849 euro sarà necessario lavorare 30 giorni per poterla pagare.
Il Ces chiede ai dirigenti “di agire con fermezza per frena l’aumento dei prezzi dell’energia” in particolare aumentando i salari dei lavoratori; mettendo un tetto alle bollette energetiche e tassando gli extraprofitti delle aziende che operano nel settore energetico; stanziando aiuti mirati per sostenere le persone più vulnerabili e impedendo lo stacco dell’energia.
“Quando la bolletta rappresenta oltre 1 mese di stipendio non esiste una ricetta miracolosa che potrebbe aiutarvi. Questi prezzi non sono semplicemente sopportabile per milioni di cittadini”, sottolinea Ester Lynch, segretaria generale aggiunta del Ces. “Durante questo periodo dirigenti e azionisti di imprese energetiche stanno guadagnando utili record”, aggiunge.
“E’ immorale e c’è la necessità che i politici intervengano prima che questa crisi costi delle vite questo inverno. Servono aumenti di salari, limitare i prezzi dell’energia, tassare gli extraprofitti e aiutare le famiglie più vulnerabili”, conclude.