Tetto mobile e temporaneo ai prezzo del gas e acquisti collettivi. Sono alcune delle misure, oltre ovviamente al risparmio energetico, che la Commissione europea dovrebbe presentare questo pomeriggio, secondo la bozza della comunicazione, pubblicata da Euractiv.
Si vogliono adottare, in primo luogo, strumenti legislativi per acquistare gas in maniera congiunta: se ne parla dal marzo scorso, ma finora gli acquisti collettivi non sono decollati, come ha spiegato Emmanuel Macron, perché le compagnie avevano la priorità di riempire le scorte a tutti i costi, cosa che ha prodotto un aumento dei prezzi, perché gli acquirenti europei si combattevano a colpi di offerte.
Per evitare che la cosa si ripeta nella prossima primavera, quando andranno ricostituite le scorte in vista dell’inverno 2023-24, che si prospetta più difficile di quello entrante, la Commissione propone di aggregare la domanda a livello Ue, di prevedere una partecipazione obbligatoria al meccanismo Ue di aggregazione della domanda nella misura di almeno il 15% della capacità dei depositi e un sistema di acquisto volontario che permetta alle compagnie di formare un consorzio europeo di acquisto.
Mentre i vaccini anti Covid venivano acquistati dagli Stati, con contratti negoziati dalla Commissione, qui i player sono privati: si passa quindi ad una ‘cartellizzazione’ degli acquisti, per aumentare il potere negoziale Ue, dato che la concorrenza interna si rivela controproducente, in queste condizioni.
Data l’importanza delle infrastrutture di trasporto, trasformazione e stoccaggio del gas, la proposta include regole sulla trasparenza della capacità inutilizzata dei terminali e dei gasdotti, “in caso di congestione a breve termine”.
Per essere meglio preparati all’inverno, vengono proposte misure che consentano agli Stato membri di ridurre in via eccezionale i consumi non essenziali, come il riscaldamento degli spazi aperti, per assicurare che il gas non manchi per i servizi e le industrie essenziali. Gli Stati membri “possono ridefinire chi sono i consumatori protetti di gas”, a patto che le famiglie “vulnerabili” siano protette “in qualsiasi circostanza”.
Dato poi che gli Stati sono “troppo lenti” nel siglare intese di solidarietà (sono stati siglati solo “6 accordi bilaterali” sui “40 possibili”), la Commissione propone regole di solidarietà “di base”, che assicurino che uno Stato in difficoltà riceva gas dagli altri, in cambio di un compenso “equo”.
Per limitare la pressione rialzista sui prezzi, la Commissione “sta sviluppando” un benchmark “complementare” per il gas naturale liquefatto: l’Acer, l’agenzia dei regolatori, dovrebbe raccogliere le informazioni necessarie “entro fine anno”; l’indice dovrebbe essere disponibile in tempo per la prossima stagione di riempimento delle scorte.
Nel frattempo, la Commissione propone di introdurre un “meccanismo per limitare i prezzi sul Ttf”, da attivare in caso di bisogno. Il meccanismo creerà sul Ttf un “limite di prezzo dinamico” per le transazioni, evitando la volatilità “estrema” ed eccessivi rialzi, come pure la “speculazione”, che “potrebbe provocare difficoltà nella fornitura di gas naturale ad alcuni Stati membri”.
Per limitare la volatilità intraday, dovrebbe inoltre essere introdotto un meccanismo volto a mettere un tetto ai rialzi nella giornata sui mercati dei derivati, caratterizzati da una forte volatilità.
La Commissione, poi, “svilupperà con gli Stati membri modalità per limitare l’impatto dei prezzi elevati del gas su quelli dell’elettricità”. Si tratta dell’estensione della cosiddetta ‘eccezione iberica’, un cap al prezzo del gas usato per la produzione elettrica. L’idea non convince tutti (l’Italia è contraria, perché peserebbe sui conti pubblici) e la Commissione avverte che la proposta comporta “alcuni rischi” se estesa a tutta l’Ue e che gli Stati membri sono “diversi” tra loro. Occorre disegnare una “soluzione” che “funzioni per tutti” e che sia “in linea” con l’obiettivo di “non aumentare il consumo di gas” e di “gestire i flussi di gas oltre i confini europei”.
Nel pacchetto di oggi manca qualsiasi riferimento a un finanziamento comune delle misure necessarie a combattere il caro energia. L’esecutivo comunitario si limita a ricordare che è “cruciale che siano perseguite soluzioni condivise a livello Ue, per evitare soluzioni nazionali, dipendenti dal differente spazio fiscale nei diversi Stati membri”. Non viene spiegato come questo si possa ottenere senza un meccanismo di finanziamento comune.