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13 maggio 2020

Reportage BLOG

CARTOLINE di Daniela Grandinetti: «SOGNA RAGAZZO SOGNA… »


Per decenni ho insegnato in istituti professionali, con classi “difficili” e devo confessare che al di là dell’indubbia fatica (perché è dura avere a che fare con classi numerose, composte da ragazzi/e demotivati, con un retroterra culturale pari a zero) è stata forse la parte più bella della mia vita professionale.

Ho incontrato sulla mia strada ragazzi con vicissitudini orribili, spesso le ho condivise perché si sa, la prof. di italiano con quei temi (che oggi ci dicono che non servono più) a volte riesce a leggere non solo gli errori grammaticali, ma anche le storie che aiutano a capire.
Ho incontrato colleghi meravigliosi, con i quali siamo riusciti in imprese impossibili, ad esempio recuperare ragazzi che si davano per persi, ma ho incontrato anche colleghi come l’Esimio Professore al quale oggi spedisco questa cartolina. Con una storia realmente accaduta vorrei anche affermare quello che a scuola “non” si deve fare. Almeno finché si può.
È una storia che risale a molti anni a fa, accaduta in un Istituto professionale di Firenze, dove insegnavo e dove ero coordinatrice di una classe prima “terribile”

La storia di C.
C. alla fine è stato espulso, e il mio esimio collega e la sua musa complice stanno gongolando. Uno come lui non poteva perdere, che importa se la guerra era sulla testa di un ragazzino.
Del resto C. era davvero una rottura di palle, diciamola tutta, un rumeno con gli occhi che hanno sempre voglia di ridere, mai di studiare, mai di seguire una lezione, sempre pronto a disturbare. È un sollievo esserselo levato di torno.
Ma sì! Chi se ne frega! Che ritorni alla strada, che diventi un delinquente, è senz’altro un ottimo candidato.
Noi siamo la SCUOLA, mica i servizi sociali, e lui è un esimio prof, che parla così bene, così forbito, preciso, sempre in giacca e cravatta. Come la sua musa che insegna diritto e ama tanto le regole da non riuscire ad avere a che fare con adolescenti irrequieti e maleducati. E che diamine! Rozzi, incolti e puzzano.
Noi siamo PROFESSORI, mica i salvatori dell’umanità.
C. ha trascorso molte lezioni dell’esimio collega in punizione, in piedi per due ore davanti alla porta aperta, così che i compagni lo vedessero bene e fosse chiaro a quelli come me chi ha il segno del comando.

Però C. tornava a casa tutti i giorni e trovava un patrigno alcolista e disoccupato, uno che sapeva usare le mani: su di lui, sulla madre, una povera scema che lavorava per mantenere la famiglia (compreso il marito disoccupato) e sul suo fratellastro, un bambino piccolo.
Il tribunale li tiene sotto controllo. C. sarebbe dovuto andare in una casa famiglia, ma un giorno mi ha confessato: “se me ne vado io, mio fratello cosa diventa? Quella casa è un inferno, mia madre mi ha fatto venire dalla Romania per farmici stare, ma a lei di me non importa niente, non fa niente perché qualcosa cambi, tranne litigare. E poi mio fratello mangia solo come me, se non ci sono neanche mangia”.

Troppo squallida la storia di C., per il mio esimio collega me la sarei addirittura inventata. Troppa fantasia questi insegnanti di italiano, io la grammatica devo insegnargli, mica salvarlo e dargli una possibilità per stare al mondo in maniera almeno decente.
C’ho provato… ci stavo provando… finché quello stupido di C. all’ennesimo epiteto sarcastico e offensivo, ha risposto che fuori, in piedi davanti alla porta per l’ennesima volta, NO, non ci sarebbe andato.

È l’esimio collega doveva calcare la mano di quel delinquente, doveva farsi dire qualcosa di grosso, aveva bisogno della sua prova inoppugnabile. Lo sapevamo tutti che C. aveva l’anima del delinquente.
“TI TAGLIO LA GOLA”, stupido di un C., alla fine l’ha detto, maledetto lui!
Così adesso la dolce signora che insegna le regole potrà continuare a piangere in classe tremando con una foglia al vento per il suo esaurimento nervoso… figuriamoci, lei che continua a dire che ha insegnato in carcere, com’è possibile che questi “stronzi” vogliano la sua morte? Lei in classe piange, ed esce puntualmente furente. Sarà contenta di poter contare: meno uno.

Ed io? Ho perso? Direi di sì, anche perché adesso c’è un altro bersaglio, c’è da far fuori “quello con i problemi”, l’iperattivo, un altro che rompe solo i coglioni…. (per carità l’esimio non si esprimerebbe mai così… lui è perfetto, assolutamente impeccabile!)
Sarà un altro in meno, finché la SCUOLA non sarà ripulita e linda. E gli esimi professori che detestano i brutti e cattivi potranno finalmente fare il loro amato mestiere….

Sogna ragazzo, sogna….
Stringi i pugni, ragazzo
Non lasciargliela vinta neanche un momento
Copri l’amore, ragazzo
Ma non nasconderlo sotto il mantello
A volte passa qualcuno
A volte c’è qualcuno che deve vederlo
Sogna, ragazzo sogna…

Cantava Vecchioni.


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