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25 marzo 2019

News Lamezia e lametino

Caso Lamezia. Piccioni e Villella: «Nessuna autocritica da Mascaro e dalla sua maggioranza. Ora momento della responsabilità»


Nei giorni scorsi si è aperta una fase estremamente delicata per la nostra città. Una fase, che a nostro giudizio, va accompagnata da un estremo senso di responsabilità da parte di tutti. Come abbiamo avuto modo di ribadire in ogni occasione, bisogna stare sempre dalla parte dello Stato. Senza se e senza ma. I provvedimenti emessi da organi dello Stato, siano essi il Tar o il Consiglio di Stato, siano essi il governo o la prefettura, si rispettano ed eventualmente si contrastano nelle sedi opportune. Non esiste una magistratura buona o cattiva a fasi alterne, a seconda di quanto le decisioni dei giudici siano in linea o meno con le nostre aspettative.

Proprio perché questa fase chiede a tutti noi un forte senso di responsabilità, ci preoccupa l’atteggiamento di Mascaro che ancora una volta alza i toni e ripropone un film già visto. Come nelle settimane precedenti il decreto di scioglimento del novembre 2017, si torna a gridare al complotto, si alimenta lo scontro con lo Stato e le istituzioni. Un atteggiamento che non fa altro che danneggiare irreversibilmente la città. Un atteggiamento non consono a chi rappresenta le istituzioni e che, proprio in momenti delicati come questo, dovrebbe far prevalere il senso dello Stato nell’interesse della città.

Vale la pena sottolineare che quello dei giorni scorsi è un provvedimento cautelare; la decisione fondamentale del Consiglio di Stato arriverà tra poco più di due settimane. A cosa serve inveire a mezzo social contro giudici e magistratura, con appellativi certamente inaccettabili da qualsiasi cittadino e ancor più da chi rappresenta le istituzioni? A cosa serve? Ci si rende conto che con questo atteggiamento si rischia concretamente di pregiudicare l’esito di una partita ancora aperta?
Prima i bersagli di Mascaro erano l’allora ministro degli interni e il prefetto. Ma ora? Il ministro degli Interni è della stessa area politica di Mascaro. E’ evidente che si cercano, come sempre, nemici “immaginari” per non guardare in faccia la realtà. La realtà di un’ autocritica e di una svolta “etica” che nell’amministrazione Mascaro non ci sono mai state. E a pagarne le conseguenze, ancora una volta, rischia di essere la città.

Lo affermiamo con grande amarezza per la città: siamo alle solite. Siamo al solito ritornello a cui l’amministrazione Mascaro ci ha abituati in questi anni, facendo fare drammatici passi indietro alla città in termini di credibilità ed etica. Sarebbe bastato, come noi abbiamo chiesto più volte inascoltati all’indomani dell’operazione “Crisalide”, che Mascaro, mettendo al primo posto il bene della città, si dimettesse prima dell’arrivo della commissione d’accesso, per lanciare allo Stato un messaggio di serietà e di volontà di cambiamento.

E non c’è stata la minima autocritica neppure dopo la sentenza del Tar di un mese fa. Di fronte ai fatti gravi messi nero su bianco dalla commissione di accesso, il primo atto di Mascaro e della sua maggioranza, una volta reinsediati, doveva essere uno solo: prendere le distanze dai consiglieri citati negli atti o coinvolti in operazioni della magistratura e lanciare un chiaro segnale di discontinuità. E invece Mascaro e la sua maggioranza si sono trincerati nel solito silenzio e nella solita autoreferenzialità. Come se nulla fosse successo. Non si è voluto tenere un Consiglio Comunale per discutere sugli accadimenti degli ultimi mesi. Come se la sentenza del Tar fosse un colpo di spugna sopra fatti storici e incontrovertibili. Fatti che purtroppo, come si legge nelle pagine del ricorso dell’Avvocatura e nel decreto di sospensiva, ritornano e continuano a pesare come un macigno.

Ma ripetiamo fino alla noia: noi non vogliamo entrare nell’aspetto giudiziario, perché è giusto che quello si tratti nelle sedi competenti. Ma da un punto di vista politico abbiamo il dovere di fare delle considerazioni su quanto sta avvenendo in queste ore in città.
Questo sia per tutta la politica cittadina il momento della responsabilità. Non servono le urla, non serve fare a gara a chi la spara più grossa. Mettere al primo posto il bene della città significa attendere le decisioni delle prossime settimane e rispettarle, di qualunque natura siano. E un minuto dopo, qualunque sarà la decisione del Consiglio di Stato, rilanciare immediatamente e mettere al primo posto i temi della moralità della politica, del rinnovamento etico della classe dirigente della nostra città. Lamezia non può continuare a pagare ancora.
Rosario Piccioni
Aquila Villella


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