Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Cicas chiedono al sindaco di Catanzaro un “provvedimento relativo all’abolizione della plastica nel territorio del Comune di Catanzaro”. Per sollecitare l’intervento hanno, infatti, nei giorni scorsi hanno depositato un’apposita istanza redatta ai sensi dell’articolo 13 del Regolamento del Consiglio comunale di Catanzaro che con cui richiedono all’Ente e al suo primo cittadino di “attuare provvedimenti che vietino, già dal 2019, di utilizzare e quindi di introdurre stoviglie, cannucce e sacchetti in plastica all’interno di lidi e stabilimenti balneari o aree protette montane ad alto traffico di turisti”. E anche di “predisporre un cronoprogramma per bandire l’uso della plastica nel Comune di Catanzaro entro il 2021, anticipando i tempi per attuare le disposizioni imposte dalle direttive europee in merito, ponendo l’obiettivo di Catanzaro Comune Plastic Free.
La premessa tiene conto del fatto che “la Commissione Europea ha avviato nel 2018 una Strategia per la riduzione del consumo di plastica in tutti i Paesi della CE e ha promosso un piano di azione di economia circolare per la riduzione dei consumi della plastica e dell’impatto che essi hanno sugli elementi naturali e gli ecosistemi”.
“La Commissione europea ha divulgato dati preoccupanti sul consumo di plastica e sull’impatto che questo ha sull’ambiente, riassunti in un documento che invita i cittadini europei a ridurre il consumo di plastica – si legge ancora nell’istanza -. La plastica rappresenta la principale causa di inquinamento dei mari e corsi fluviali. La maggior parte degli oggetti di uso comune sono costituiti in plastica monouso, comportando una produzione sproposita di rifiuti da smaltire. A livello mondiale, i materiali di plastica rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini; le ricerche, i rapporti ambientali e le campagne di monitoraggio svolte negli ultimi due decenni hanno evidenziato come l’impatto dei frammenti di plastica comprometta la vita della fauna marina e la qualità stessa delle acque; le correnti marine favoriscono il deposito di detriti, rifiuti e materiali di scarto lungo le coste; il danno ambientale causato impone un cambiamento di abitudini e stili di vita non più procrastinabile”.
Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Cicas rilevano anche che: “I dati pubblicati riguardanti la presenza di rifiuti sulle spiagge o nei luoghi turistici di montagna indicano che, in generale, si tratta principalmente di rifiuti in “plastica”; il 90% degli imballaggi alimentari è in plastica; esistono in commercio prodotti monouso e packaging realizzati con materiali biocompostabili a base di fibre vegetali”.
La richiesta procede prendendo atto che gli effetti dell’inquinamento per la produzione e lo smaltimento delle plastiche sono deleteri per l’ambiente e la nostra salute; l’uso di bicchieri e posate di plastica usa e getta è largamente diffuso nei luoghi di vacanza, nei lidi e stabilimenti balneari, specialmente dai turisti giornalieri che frequentano spiagge e boschi; la comunità europea ha promosso una campagna “Be Ready to change “, per ridurre il consumo di plastica monouso; il ministero dell’Ambiente ha lanciato a ottobre 2018 la campagna #Io sono ambiente, lanciando appello a persone, società e istituzioni di qualsiasi livello governativo, con l’obiettivo primario di eliminare la plastica usa e getta, grave fonte di inquinamento di acque e terre; il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 prevede al comma 73, art. l, pag. 14 della Legge n. 145 del 30/12/2018 misure specifiche di incentivo all’acquisto di imballi e oggetti monouso biodegradabili”.
Da qui, quindi, la richiesta di un provvedimento che vieti già dal 2019, di utilizzare e quindi di introdurre stoviglie, cannucce e sacchetti in plastica all’interno di lidi e stabilimenti balneari o aree protette montane ad alto traffico di turisti, e la predisposizione di un cronoprogramma per bandire l’uso della plastica nel Comune di Catanzaro entro il 2021.