Florindo Rubettino, con Marina Ripa di Meana e Gigi Moncalvo
12 maggio 2016
Florindo Rubettino, con Marina Ripa di Meana e Gigi Moncalvo

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Chi ha paura del libro di Moncalvo sui Caracciolo?


Sarà in libreria a metà giugno I Caracciolo – Ombre, misteri e figli segreti di una grande dinastia italiana, un volume di 550 pagine scritto da Gigi Moncalvo (Rubbettino Editore) che è stato presentato oggi pomeriggio al «Salone del Libro» di Torino nella sede del «Caffè Letterario».

Insieme all’autore erano presenti Carlo e Marina Ripa di Meana, due dei molti intervistati da Moncalvo per completare la sua Caracciolo-story che è densa di notizie, indiscrezioni, documenti e retroscena sulla vita, e soprattutto sui momenti della morte, del principe-editore che ha legato il suo nome all’Espresso e a Repubblica. Una storia che riguarda anche vicende inedite degli altri esponenti della famiglia, a cominciare da donna Marella, sorella di Carlo e vedova da tredici anni di Gianni Agnelli.

Nei giorni scorsi il libro è stato oggetto di un tentativo di censura preventiva messo in atto dai legali di Giacaranda Falck, che nel marzo del 1996 venne adottata da Carlo Caracciolo (una adozione considerata in contrasto con la legge italiana che vieta in ogni caso l’adozione di un figlio biologico da parte del proprio padre naturale, come tale era ed è definito Caracciolo da parte di Giacaranda e di sua madre Anna Cataldi).

La diffida aveva sorpreso sia l’autore che l’editore poiché né il legale né la sua cliente avevano letto una riga del libro (ne «intimavano» l’invio delle bozze, entro 48 ore per esaminarle e «giudicarle») e quindi non ne conoscevano il contenuto.

La risposta dell’autore e dell’editore non si è fatta tuttavia attendere, con una controdiffida con la quale si contestavano le argomentazioni addotte e si ricordava che non vi era alcun motivo per tanta contrarietà anche perché l’argomento del libro è «di pubblico interesse, vista la figura e le attività del principe Caracciolo e le vicende che sono ruotate intorno a lui», e quindi «non può essere limitato il diritto alla libertà di stampa e alla manifestazione del pensiero, dato che viene comunque soddisfatto quell’interesse della collettività all’informazione che deve ritenersi protetto dall’art. 21 della Costituzione».

Il Salone di Torino, che aveva ricevuto per conoscenza una copia della diffida in cui veniva intimato di cancellare la presentazione prevista, ha dimostrato che tiene molto alla libertà di espressione e la tutela in ogni sua forma e di fronte a qualunque tipo di intimidazione.

Durante il suo intervento Carlo Ripa di Meana ha parlato del libro dicendo che «è un libro che ha un grande rispetto per la verità» che «Lascia un segno tangibile su di un uomo bello, lieve e spiritoso». Ha poi aggiunto: «Vorrei che il libro prendesse il volo. Non faranno scendere il silenzio sul lavoro, le opere e la creatività del mio amico Carlo».

Commentando poi l’accaduto: »Non si mettono legioni di avvocati a spegnere chi vuole pronunciare una parola di libertà».


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