L’idea è quella di assegnare ad ogni sala cinematografica un certo numero di ‘stelle’, proprio come si fa con i ristoranti o gli alberghi, adeguando il prezzo del biglietto alle stelle ottenute sulla base di una serie di criteri. Una proposta avanzata da diversi soggetti del mondo del cinema (non ultimo il regista Matteo Garrone) e che, conversando con l’Adnkronos, il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni mostra di gradire e sostenere specificandone i contorni. “È un po’ come quando si va in un albergo o un ristorante, ci sono delle stelle che vengono date da una commissione con degli standard -spiega la Borgonzoni, intervistata al Filming Italy Sardegna Festival in corso a Santa Margherita di Pula (Ca)- che possono essere quello del tipo di schermo o dell’audio. Ma io ci aggiungerei anche il criterio dello spettatore, che è sempre centrale: per cui una sala può essere anche piccola però può farti vivere una grandissima emozione perché è bravissimo chi la gestisce. Quindi unendo le due cose, sono d’accordissimo”. Per il prezzo, “naturalmente bisognerà parlare con i distributori”, sottolinea.
La Borgonzoni commenta poi l’iniziativa del ministero di fissare il prezzo ‘politico’ di 3,50 euro per tutti i film nel corso dell’estate, spiegando approfonditamente la ratio della decisione. “Il resto del prezzo del biglietto -scandisce il sottosegretario alla Cultura- lo mette il ministero, perché non è che i film italiani valgano meno degli altri. Vogliamo riportare la gente in sala per cui ci crediamo e investiamo noi. Riteniamo infatti che le sale siano importanti perché sono presidi sociali e, spesso, anche gli unici culturali di certi territori”. E poi, “l’esperienza di vedere un film in una sala, emozionarsi, ridere, piangere con uno sconosciuto, provare l’esperienza del racconto con i propri cari è una cosa unica”, aggiunge. “Vanno benissimo le piattaforme, ma il cinema è un’esperienza unica”.
Ora dunque la palla passa ai registi italiani, che hanno il compito di realizzare dei film di qualità mettendo in campo il loro miglior genio creativo. “Ne hanno davvero tanta di creatività i nostri registi -dice il sottosegretario- basta che la mettano in campo”. E rivela: “Sono stata da poco a Los Angeles e ho visto che parlano del nostro cinema, dei nostri registi e attori e anche delle nostre maestranze. Perché ricordiamoci che dietro un film c’è un mondo, del quale magari conosciamo l’attore o il regista, ma senza le cui maestranze non avremmo quella magia che vediamo alla fine”. (dall’inviata Ilaria Floris)