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10 settembre 2022

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CIRCOLO AGORA': dal 12 settembre “François Furet: il passato di un’illusione. L’idea comunista nel XX secolo”, conversazione sugli attuali scenari della geopolitica


“François Furet: il passato di un’illusione. L’idea comunista nel XX secolo” è il titolo della prossima conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, alla quale parteciperà la ricercatrice toscana Elena Pierotti. François Furet, storico francese di fama internazionale François Furet, noto per le sue opere fondamentali sulla Rivoluzione Francese. Ha diretto a Parigi l’«Ecole des hautes ètudes en sciences sociales». Insegnò all’Università di Chicago e fu presidente della fondazione Saint-Simon. François Furet  nel 1949 si iscrive al Partito Comunista Francese come molti altri storici di chiara fama a quell’epoca. Tuttavia abbandona il partito nel 1956 dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria, pur mantenendosi sempre vicino alle posizioni politiche socialiste. Dopo aver abbandonato gli studi universitari per alcuni anni a causa della tubercolosi si laurea in Storia a Parigi nel 1954. Inizia l’attività giornalistica presso il France-Observateur, divenuto poi nel 1964 soprattutto grazie al suo contributo il Nouvel Observateur. Nel 1955 entra nel Centre national de la recherche scientifique (CNRS), dove inizia gli studi sui temi della Rivoluzione francese. François Furet è stato insignito del premio “Tocqueville” e del premio “Hannah Arendt” per il suo contributo allo studio della politica e delle scienze sociali. François Furet offre una visione complessiva su uno degli elementi fondamentali della storia del Novecento: il comunismo. “Il passato di un’illusione. L’idea comunista nel XX secolo” è una grande opera di sintesi su un argomento ancora oggi oggetto di passioni politiche. Un’opera di grande respiro, un’indagine che abbraccia gli ultimi due secoli, dalla Rivoluzione francese all caduta del muro di Berlino; “Il Passato di un’illusione” è un libro sulla storia dell’idea comunista. Si tratta di un’opera appassionata sull’ideologia comunista e sui regimi da essa realizzati dopo la Rivoluzione d’ottobre. E’ l’opera di un intellettuale convinto della superiorità del sistema e delle istituzioni sorte in Europa dopo l’illuminismo e messe in pericolo dalla tentazione giacobina, che inizia già a prendere corpo con la Rivoluzione francese fino a realizzarsi compiutamente nel partito comunista di Lenin e nei regimi del socialismo reale. Per Furet l’idea comunista si è rivelata una illusione. Illusione non concepita come la fine di un sogno ma piuttosto come l’inizio di una riflessione sulla capacità di attrazione di una ideologia che, oltre a coinvolgere e mobilitare masse e intellettuali, si è dimostrata più resistente di quanto la semplice parola “illusione” lasci normalmente immaginare. Osserva Furet che “l’illusione non accompagna la storia comunista: ne è l’essenza”. Il perché della forza d’attrazione di questa illusione è il vero tema dell’opera. Bisogna subito dire, però, che l’illusione non è un’esclusiva del comunismo. Essa è una dimensione all’interno della quale si muove anche l’altra grande ideologia del 900, il fascismo. Scrive Furet: “il fascismo, prima di venir disonorato dai propri crimini, è stato una speranza. Ha sedotto non solo milioni di uomini, ma anche molte personalità”. Ecco che l’illusione nel XX secolo fa il suo ingresso nella storia e lo fa da protagonista assoluto e non da comprimario.La Russia di Lenin è da subito un simbolo, il quale più si mostra come evento di liberazione reale e storica, più risulta intoccabile dalla realtà e dalla storia. Gode di una sorta di impunità: vi è e vi sarà sempre una giustificazione ai suoi atti, anche ai più inconfessabili. Basta – osserva Furet – ritornare allo schema mentale giacobino del paese eletto dalla storia, novello Israele laico. Così un primo elemento che va ad accrescere il significato universale del comunismo reale è proprio ciò che a prima vista sembra negarlo: la sua limitazione alla Russia, che strizza l’occhio al secolare panslavismo. Ad universalismo fatto di pace e scienza, successivamente, e lo vedremo, Stalin aggiunge l’idea di nazione eletta. E il nemico della storia, come abbiamo già detto, in attesa che Hitler faccia parte della compagnia – è lì, ben identificabile: il capitalismo. Ne scaturisce una miscela fatta di pace, scienza, nazione, volontà e odio del nemico. Una miscela resa ancor più forte dalla depressione economica americana del 1929. I terribili anni trenta, gli anni del Terrore staliniano, si apprestano a diventare anni formidabili per l’idea comunista. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 12 settembre.


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