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6 aprile 2018

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Codice Romano Carratelli. Se n’è parlato a Maida in un convegno organizzato dall’Associazione «La Lanterna»


Nel corso di un partecipato convegno, organizzato dall’Associazione culturale «La Lanterna», il 17 marzo scorso, negli accoglienti locali della biblioteca scolastica di Maida, è stato presentato, da parte di tre relatori il Codice Romano Carratelli.

Hanno, infatti, relazionato sui contenuti, la consistenza, l’importanza e la validità storica del Codice rispettivamente, Romano Carratelli, scopritore e proprietario del Codice; Giorgia Gargano, docente di materie letterarie ed ispettore onorario per i beni numismatici della Calabria, Giovanna De Sensi Sestito, professore ordinario di Storia greca e Storia della Magna Grecia presso l’Università della Calabria.

IL Codice Romano Carratelli è un manoscritto composto da 99 acquerelli risalente alla fine del XVI secolo. La legatura coeva in pergamena rigida e carte di guardia, è in ottimo stato di conservazione.

Gli acquerelli sono raffigurati a mezza pagina, con colori naturali perfettamente conservati, e la gran parte di essi presenta un testo illustrativo redatto in elegante grafia cancelleresca dell’epoca. In essi vi è descritta la Calabria Ulteriore che comprende le località delle attuali province di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone (esclusa la parte al di là del fiume Neto).

La qualità grafica, sempre di grande qualità, non appare comunque di unica mano. Può essere che qualche scheda sia stata redatta da mani diverse e ciò rafforza l’ipotesi che il Codice sia concretamente una raccolta di schede compilate per fotografare il sistema difensivo di questa parte della Calabria in esecuzione di un progetto organico che aveva come obiettivo la verifica dello stato esistente e nel contempo la individuazione dei siti per le nuove torri che si rendevano necessari per migliorarlo.

I lavori del Convegno sono stati introdotti e coordinati dal professore Leopardi Greco Ciriaco che dell’associazione «La Lanterna» è il presidente pro-tempore.

Dopo le relazioni di Romano Carratelli e Giorgia Gargano, Giovanna De Sensi Sestito, nell’intervento conclusivo, ha ripreso i due temi che erano stati trattati in precedenza, il collezionismo a Monteleone-Vibo Valentia fra Otto e Novecento da parte di Giorgia Gargano, e la fortunata acquisizione sul mercato antiquario di un manoscritto composto da 99 acquerelli risalente alla fine del XVI secolo, illustrata dal suo protagonista, grande collezionista del nostro tempo di libri rari e non solo, l’on. Domenico Romano Carratelli, facendo riferimento a quel grande risveglio di interesse per le antichità classiche che durante il Rinascimento aveva trovato interpreti appassionati proprio in eruditi calabresi.

Ha così inquadrato il fenomeno del collezionismo, che ha avuto il merito di raccogliere e preservare dalla dispersione o dalla vendita all’estero moltissimi materiali archeologici, poi confluiti nei principali Musei calabresi, in quel poderoso risveglio di interesse per la storia della regione al tempo della Magna Grecia che aveva suscitato la pubblicazione del De Antichitate et situ Calabriae del domenicano Gabriele Barrio nel 1571, cui avevano fatto seguito le Chroniche et antichità di Calabria di Girolamo Marafioti, (Padova 1601) e i quattro libri Della Calabria illustrata del predicatore cappuccino Giovanni Fiore da Cropani (Napoli 1691); un’opera questa che nel titolo stesso dichiarava l’intento di dare gloria alla regione illustrandone tutti i siti antichi e moderni, ciascuno con la sua origine e denominazione storica, gli uomini illustri per cultura e religiosità di ogni epoca, le iscrizioni greche e latine, nonchè le monete delle varie città della Magna Grecia.

In parallelo con la riscoperta del lontano e glorioso passato la professoressa De Sensi ha ricordato che s’era andata sviluppando anche in Calabria una cartografia rispondente alle esigenze delle sempre più vivaci attività commerciali per mare, segnalando il Portolano del Mediterraneo di Cola di Briatico del 1430, quello di Domenico Vigliarolo di Stilo del 1589 e l’incisione della Calabria redatta nello stesso anno, e sulla base del Barrio, dall’archeologo e numismatico Prospero Parisio di Cosenza.

Ha ricordato, altresì, Giovanna De Sensi Sestito che ai medesimi decenni finali del XVI secolo risalgono tanto gli affreschi della Calabria Citeriore e Ulteriore (come delle altre regioni d’Italia) del domenicano Egnazio Danti nella Galleria delle carte geografiche del Vaticano, quanto la Carta del Regno di Napoli commissionata dal vicerè al matematico Antonio Stigliola e all’ingegnere Mario Cartaro, che non venne mai resa pubblica perché troppo dettagliata e ritenuta pericolosa.

«In questo contesto va dunque inquadrata», ha proseguito la professoressa De Sensi Sestito «anche la redazione su ordine e per conto del vicerè di Napoli di quella straordinaria descrizione del sistema di difesa costiera della Calabria Ultra che il Codice Carratelli restituisce attraverso le 99 immagini realizzate ad acquarello di castelli e torri di varia epoca e struttura, corredate da annotazioni a penna sulle caratteristiche di ciascuna, sulla sua funzionalità, sugli eventuali interventi di ripristino o di completamento necessari, con la quantificazione relativa della spesa occorrente, eccetera».

Un testo unico nel suo genere, da cui si possono ricavare tante altre informazioni sulle attività economiche del tempo che la rete di difesa doveva proteggere dalle incursioni dei turchi.
In particolare sono state mostrate le immagini relative alle torri collocate all’interno del golfo di Sant’Eufemia per fare meglio apprezzare la rappresentazione fedele nel Codice delle caratteristiche fisiche del tratto di costa familiare all’uditorio, con le foci dei fiumi e gli invasi lagunari a tutti ben noti, sottolineando l’importanza della conoscenza del Codice come nuovo e prezioso strumento di valorizzazione del ricco patrimonio culturale calabrese.
Giuseppe Sestito


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