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23 settembre 2016

News

Collettiva AutonoMIA: «Su Melito, nessuna interlocuzione con chi non è credibile!»


Come Collettiva AutonoMia siamo state in silenzio stampa fino ad oggi nonostante il nostro slogan sia sempre stato: «Il silenzio è complicità». Troppe infatti le parole parole dette, pubblicate, condivise, «piacizzate» nell’immediatezza dei fatti… poi, come previsto, è calato il silenzio su chi ha subito, è partita la solita operazione di «invisibilizzazione» della vittima e dei suoi bisogni e la rimozione delle reali cause dell’accaduto…

Questo dunque il momento di parlare, e non solo in piazza, di puntualizzare, perché forse qualcosa è sfuggita ai molti plaudenti, di «rilanciare» sull’incoerenza, incompetenza e strumentalizzazione istituzionale dimostrata a partire dagli esponenti del nostro governo.

Un presidente del Consiglio che in tv dichiara: «Non possiamo fare molto, perché è una battaglia soprattutto culturale» depone dunque le armi politiche davanti al nodo cruciale che è causa della violenza maschile sulle donne.

Una Ministra, la Boschi con delega alle pari opportunità, che pur essendo a Reggio Calabria, mentre si svolgeva la manifestazione convocata dalle associazioni melitesi in sostegno alla ragazzina vittima di stupro di gruppo, non la riteneva una sua priorità.

La stessa che, volata a Reggio Calabria giorni dopo, atto dovuto, accompagnata dalla sottosegretaria calabrese Dorina Bianchi, indimenticata sostenitrice del primo «family day», incontrava tra gli altri il vescovo Morosini escludendo sia le femministe dei centri antiviolenza, che pure le avevano rivolto un appello,sia la PM dell’inchiesta.

Alquanto «bizzarro» se pensiamo che il presule, adesso fan dei «progetti» nelle scuole, è colui che ha dato battaglia, agli stessi, paventando lo strumentale «mostro gender» e minacciando addirittura di scomunica Reggio Calabria a causa dell’approvazione del registro delle unioni civili.

Questo Governo è lo stesso della Lorenzin e del «fertility day»; lo stesso che ha realizzato come intervento concreto di lotta alla violenza sulle donne, un tour di pulmini della polizia nelle piazze per accogliere le denunce; lo stesso che pur ratificando la Convenzione di Istanbul non l’ha mai applicata.

Non ci pare di dover aggiungere altro riguardo la loro competenza e credibilità. Con queste basi gli «interventi» promessi ci spaventano!

Stessa considerazione per il presidente della Regione Calabria Oliverio, mai pervenuto sull’argomento violenza né in parole né in opere ma solo in omissioni, che ADDIRITTURA convoca una manifestazione nazionale a Melito. Alla stessa, il PD regionale, di cui fa parte, aderisce «con forza» e, UDITE UDITE, promuove una raccolta fondi per un punto d’ascolto chiedendo contributi alle e ai cittadini.

Hanno forse dimenticato tutte e tutti di essere al governo nazionale e regionale e che da loro ci aspettiamo interventi strutturali e su tutto il territorio e non «eventi spot» finalizzati, come al solito, a raccogliere consensi?

Come Collettiva AutonoMIA NON parteciperemo ad una manifestazione che consideriamo strumentale e colonizzatrice!

Rifiutiamo la logica dell’evento calato dall’alto, che non tiene conto dei bisogni di un territorio e delle realtà che vi operano e dell’ennesima inutile «sfilata» sulla pelle di una ragazzina violata in primis e anche sulla nostra!

Invitiamo dunque il governatore a rimanere seduto sulla sua poltrona a fare il lavoro per cui lo paghiamo profumatamente. Di proposte concrete da attuare ne troverà a bizzeffe, comprese le nostre, dimenticate nei cassetti della Regione Calabria.

Gli ricordiamo che ad oggi, dopo già un anno dalla scadenza della precedente, non è stato in grado di costituire una nuova Commissione regionale delle Pari Opportunità. In questo è in buonissima compagnia: la si aspetta ancora da due anni, anche dal Comune di Reggio Calabria!

Siamo veramente stanche! Che dimostrino con i fatti i loro intenti e la vicinanza concreta alla ragazzina di Melito, che non chiameremo di certo «Maddalena» come la Boschi, dalla cui scelta probabilmente si evince la sua «inconscia» visione delle cose, ed a tutte le donne, le ragazze e le bambine che ogni giorno subiscono abusi fino ad arrivare in molti casi alla morte.

Nessuna interlocuzione possibile finché la credibilità non verrà dimostrata dalla concretezza dei fatti!

La totale disponibilità invece è e sarà per la Melito che non ci sta, che si è auto-organizzata, che era in piazza alla fiaccolata del 9 settembre (vedi foto), e che invitiamo a continuare nel percorso intrapreso. Saremo quindi presenti all’assemblea da loro convocata per il 7 ottobre con le nostre proposte.

E come per Anna Maria Scarfò, che non abbiamo mai abbandonato, alla ragazzina diciamo: «Noi ci siamo e ci saremo quando e come vorrai, la nostra priorità sei tu!»
Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria


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