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16 dicembre 2020

News

Comitato Magna Grecia: «Governo giallorosso in linea col passato, dorsale jonica marginalizzata»


Continua una perversa dinamica centralista finalizzata ad affossare tutto l’Arco Jonico nel mentre la politica, prona, ossequia scelte dissennate e politicamente criminali. È drammatico quanto dichiarato sul “Sole 24 Ore” relativamente alle politiche d’investimento infrastrutturale previste per il Sud Italia. Si mensiona appena il terzo megalotto della statale 106, oltretutto opera già finanziata, pertanto non ricadente nelle eventuali progettualità da inserire nel Recovery Plan, e poi, si considera il Ponte sullo Stretto come l’unica opera di vitale importanza per tutto il Meridione. Il dramma che nessuno considera, e che a giusta ragione è stato anche segnalato dall’ex Presidente dell’associazione “Basta Vittime Sulla statale 106″, Fabio Pugliese, è di natura comparativa.  Si pensi che con i 4 miliardi previsti per la costruzione di 3.5 km di “Ponte” tra Reggio e Messina si realizzerebbero oltre 200km a 4 corsie della SS106 (ovvero considerati i tratti già ammodernati si potrebbe portare la statale da Sibari fino alle prime comunità del Reggino).

Tutelati i soliti interessi del centralismo, sparita finanche la diagonale del Mediterraneo. 

Ma, come se quanto appena dichiarato non bastasse, i miseri 38km della variante al terzo megalotto, volutamente fatti vedere all’opinione pubblica come bastevoli a parlare di 106 nella sua interezza, ad oggi non sono avanzati neppure di un misero centimetro, nonostante l’apertura dei cantieri e la posa della prima pietra siano stati inaugurati nel mese di Maggio. In realtà, così come pensati, e privi di una visuale progettuale a sud di Sibari e verso Corigliano-Rossano e Crotone, resteranno, qualora dovessero veder la luce, il collettore Jonico agli interessi del centralismo. Congiungeranno infatti l’asse Tirrenico a quello Adriatico, con buona pace delle comunità di tutto l’arco Jonico, città e borghi ivi presenti, le due principali portualità Joniche (Crotone/Corigliano-Rossano) e lo Scalo Aereo di Sant’Anna. Ed al danno si aggiunge anche la beffa, poiché apprendiamo che anche la tanto decantata, e da noi criticata, “Diagonale del Mediterraneo” è passata in sordina.

Anche gli investimenti sulla tratta ferrata dirottati sull’asse Metaponto-Battipaglia.

Relativamente alle linee ferrate, gli investimenti si fermeranno a Metaponto per proseguire verso Potenza, quindi Battipaglia. I poco più di due miliardi di euro destinati alla linea Tirrenica, sono e restano lo specchietto delle allodole in cui verrà venduto un rifacimento in sede della linea ferrata in AVR (Alta velocità di rete velocità fino a 180/200 km/h), piuttosto che una nuova linea AV (velocità fino a 300km/h) valliva tra Battipaglia e Reggio Calabria, unico compromesso alle esigenze delle due coste e delle aree interne Calabresi e Lucane.  Nessuno tiene in conto l’allarmante disanima dello SVIMEZ che ha già dichiarato che oltre 30 comunità pedecollinari del solo Arco Jonico Sibarita e Crotoniate (parliamo di poco meno di 70 comunità complessive tra quelle rivierasche e pedemontane) entro il 2040 saranno “Paesi Fantasma”, proprio a seguito dell’abbandono da parte dei loro abitanti, essendo ormai prive di alcun tipo di servizio e totalmente scollegate dai collettori ferro-stradali.

 

Parlamentari calabresi, rappresentanti regionali e provinciali, sindaci, organizzazioni sindacali e di categoria da ritenere corresponsabili

 

Il tutto si consuma nel più totale disinteresse politico amministrativo delle classi locali dell’Arco Jonico, e nel generalizzato disinteresse del Parlamento e del Ministro delle Infrastrutture che vede nel Ponte sullo Stretto la panacea delle risoluzione alle gravi carenze infrastrutturali della Regione Calabria e soprattutto dell’area Jonica, di gran lunga la più disastrata e meno servita d’Italia.  Sono 31 i parlamentari calabresi presenti a Roma, alcuni dei quali simpatizzano per il movimento Magna Graecia, da ritenere parimenti corresponsabili nel caso in cui dovesse passare questo scellerato progetto di marginalizzazione dell’area Jonica. Un invito è rivolto ai Consiglieri regionali, ai presidenti delle province, ai sindaci ricadenti sul territorio, alle organizzazioni sindacali e di categoria, ad insorgere contro questo modello atavico di sviluppo che produce solo miseria, e mortifica le aree più produttive della Calabria colpestando i principi di pari dignità garantiti dalla Costituzione italiana.

 

 


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