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2 giugno 2019

News Lamezia e lametino

Conflenti. Da bene “mafioso” a “fattoria sociale”: finanziata ristrutturazione villa bunker confiscata alla criminalità


Nei giorni scorsi il ministero dell’Interno ha comunicato all’Amministrazione comunale di Conflenti guidata dal sindaco, Serafino Paola, la concessione del finanziamento, pari ad 686.531,44 euro, per la realizzazione di una “Fattoria sociale” utilizzando l’immobile sito in Località Cinque Pami e confiscato alla criminalità organizzata. Un progetto sociale di grande valenza per il centro del Lametino che si inserisce nelle numerose attività portate avanti in questi ultimi tre anni. Nel settembre scorso l’Amministrazione comunale aveva presentato un progetto a valere sul Programma operativo nazionale “Legalità 2014-2020”, Asse 3, Azione 3.1.1 che prevede un investimento che si sviluppa su tre assi fondamentali: 1) la ristrutturazione dell’edificio, in cui verranno ricavate una sala polifunzionale da 99 posti e tre aule (didattiche), e poi ancora una cucina, e altri due grandi spazi oltre ai servizi. La destinazione d’uso sarà flessibile, in quanto andrà ad ospitare la sede della Fattoria, con spazi amministrativi e tecnici (attrezzature, materiali, etc.).

Ma potrà anche servire da centro di aggregazione sociale, con una sala polifunzionale in cui realizzare attività culturali, spettacoli, conferenze; potrà fungere da centro formativo, avendo tutte le caratteristiche per essere accreditata come sede formativa ai sensi del Regolamento regionale n. 1 del 15/02/2011; essere utilizzata per servizi di co-housing; 2) la sistemazione dello spazio esterno, con la dotazione di un pozzo e sistemi di irrigazione a goccia per le attività agricole; 3) L’acquisto di attrezzature e arredi destinati sia alle attività agricole, sia agli interni dell’edificio. L’intervento previsto si colloca fra gli “Interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva” (Azione 3.1.1), in quanto non solo prevede il “riuso e la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alle mafie”, ma un’intensa attività di partecipazione collettiva, attraverso l’esperienza dell’agricoltura sociale, del sostegno e l’inserimento di persone con disagi e bisogni speciali e lo svolgimento di attività culturali e formative che avranno nella Fattoria Sociale un luogo di accoglienza e aggregazione, dotato di strutture e servizi per il tempo libero e lo stare insieme. Le persone interessate sono quelle con disabilità fisiche, psichiche o mentali, ex tossicodipendenti, donne che hanno subìto violenza, ma possono anche essere persone che non presentano bisogni speciali, cioè problematiche sanitarie o difficoltà sociali di particolare gravità.

Si tratta di soggetti che provengono da ambiti lontani dall’agricoltura e che trovano le loro motivazioni profonde nel disagio provocato dagli aspetti quantitativi, standardizzati e consumistici del modello di sviluppo della società contemporanea e, quindi, nel bisogno di sperimentare nuove forme di vita, di produzione e di consumo per dare un senso alla propria esistenza. Naturalmente si guarda all’agricoltura non omologata ai processi industriali. Si mira, in altre parole, a quel nucleo di relazioni informali, di attività produttive e di saperi contestuali, tradizionali, tecnici e scientifici, che si fondano sul rapporto tra l’uomo e la natura e che costituiscono il patrimonio culturale e naturale che caratterizza un territorio rurale. Grazie al progetto le persone in difficoltà saranno accompagnate, soddisfacendo i propri bisogni, verso il progressivo inserimento nella vita sociale, partecipando a percorsi lavorativi comuni.

Il risultato di questi percorsi porta alla riorganizzazione delle conoscenze, delle regole e dei modi di comportamento in una logica di solidarietà e di economia civile, rompendo steccati settoriali e specializzazioni tematiche, e rafforzando la legalità e il senso di cittadinanza. “Sono molto orgoglioso per il finanziamento di questo progetto – dichiara soddisfatto il primo cittadino, Serafino Paola – che si è posizionato al secondo posto nella graduatoria ministeriale a conferma dell’elevato livello di qualità progettuale che l’Amministrazione comunale riesce ad esprimere. La “villa bunker” fu assegnata al Comune di Conflenti oltre venti anni fa e, fin da subito, abbandonata all’incuria che ha determinato nel tempo una condizione di grave decadimento e di degrado. Solo lo scorso anno, grazie all’intervento dell’attuale Amministrazione comunale, l’immobile è stato recuperato per essere temporaneamente adibito a scuola per l’infanzia. La nostra soddisfazione aumenta ancora di più se si tiene conto che i costi sostenuti per le recenti attività di ristrutturazione sono anche essi finanziati, con effetto retroattivo, sulla misura “Pon Legalità” e quindi le casse comunali saranno ristornate delle risorse di bilancio fin ad ora utilizzate. Con questo progetto – conclude Paola – oltre all’interesse particolare rivolto ad una fascia di soggetti disagiati ed in difficoltà, c’è anche l’attenzione per la riqualificazione socio-culturale dell’area, nonché il suo-sviluppo socio-economico con positive ricadute a beneficio di tutta la collettività”.


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