I genitori che lavorano hanno più agevolazioni rispetto al passato grazie al decreto che recepisce in Italia la direttiva europea sull’equilibrio da mantenere tra vita familiare e attività lavorativa. Congedi di paternità e maternità, dunque, cambiano a favore non solo di chi ha appena messo al mondo un figlio ma anche di chi, in qualità di padre, vuole dare un contributo pratico in casa assistendo il nuovo arrivato.
Tant’è che per i papà, ricorda laleggepertutti.it, non solo arriva la ‘possibilità’ di restare più tempo a casa ma c’è addirittura ‘l’obbligo’ di farlo il che, come si può capire, è cosa ben diversa. Per di più, vengono riconosciuti dei giorni a retribuzione piena pur facendo più assenze. Ecco, allora, in forma schematica come sono stati modificati i congedi di paternità e maternità e quali vantaggi in più ci sono per i genitori.
Congedo paternità: quanti giorni a retribuzione piena?
Il padre lavoratore ha diritto a dieci giorni non frazionabili di congedo retribuiti al 100% da utilizzare anche in forma non continuativa nel periodo che intercorre tra:
- i due mesi precedenti la data presunta del parto;
- i cinque mesi successivi al parto.
Il numero delle assenze raddoppia a 20 giorni in caso di parto plurimo.
Significa che il papà può fruire del congedo in questo periodo:
- utilizzando i dieci giorni di seguito;
- restando a casa saltuariamente per un massimo complessivo di dieci giorni.
Il padre non potrà usare il congedo prendendo una mezza giornata oggi e qualche ora domani: i giorni, come detto, non sono frazionabili.
La retribuzione piena è garantita anche se il padre fruisce del congedo durante il periodo di maternità della madre lavoratrice. Se il congedo del papà sostituisce quello obbligatorio della mamma in determinati casi (ad esempio, il decesso o la grave infermità di lei oppure se la donna abbandona il figlio) si parlerà di congedo di paternità alternativo, retribuito sempre al 100%.
Hanno diritto al congedo con retribuzione piena anche i padri adottivi o affidatari.
Congedo maternità: quando è pagato al 100%
La donna lavoratrice ha l’obbligo di fruire di un congedo di maternità retribuito al 100%, in linea generale, nel periodo che intercorre da:
- i due mesi precedenti la data presunta del parto (si aggiungono gli eventuali giorni di ritardo in caso di parto avvenuto oltre il termine);
- i tre mesi successivi al parto.
Il giorno del parto non viene conteggiato nei due mesi precedenti.
D’accordo con il datore di lavoro, la futura mamma ha il diritto di utilizzare quei cinque mesi in maniera diversa, ad esempio facendo partire il congedo dall’ottavo mese di gravidanza anziché dal settimo e portandolo avanti fino al quarto mese di vita del bambino anziché fino al terzo.
In pratica, il periodo di congedo obbligatorio di maternità è di cinque mesi che possono iniziare anche dal giorno del parto, sempre che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o convenzionato con il Ssn e il medico aziendale competente attestino che tale scelta non comporta pregiudizio alla salute della donna e del nascituro.
Congedo paternità e maternità: quando è pagato al 30%?
Con la direttiva europea recepita in Italia, il congedo parentale per paternità e maternità diventa pressoché paritario. Sono retribuiti al 30% i nove mesi successivi al congedo obbligatorio (non più sei mesi, dunque) da fruire entro i 12 anni di età del bambino.
È retribuito al 30% anche il congedo parentale spettante al genitore solo, anche per affidamento esclusivo del figlio. Il periodo in cui si ha diritto a questo trattamento è di nove mesi. Il genitore solo può usufruire di ulteriori due mesi di congedo non retribuito.
Spetta il congedo parentale retribuito al 30% in caso di adozione, nazionale e internazionale, e di affidamento, entro i 12 anni dall’ingresso del minore in famiglia. L’età del bambino che dà diritto al 30% della retribuzione passa da sei a 12 anni.
Congedo paternità e maternità per i lavoratori autonomi
Le lavoratrici autonome e le libere professioniste hanno diritto al congedo di maternità anche nei periodi di astensione anticipata per gravidanza a rischio.
Vengono retribuiti per i lavoratori e le lavoratrici iscritti alla gestione separata dell’Inps tre mesi di congedo parentale entro i primi 12 anni di vita del figlio, ai quali potranno aggiungersi, in alternativa tra i genitori, altri tre mesi.
Congedo paternità e maternità per i lavoratori in smart working
Hanno la precedenza per il congedo parentale i lavoratori in smart working che hanno figli minori di 12 anni e che presentano una di queste situazioni:
- sono genitori di un figlio disabile;
- hanno una disabilità grave;
- sono caregiver