Una donna italiana in età fertile su 3 non ha mai chiesto al proprio ginecologo informazioni sulla contraccezione, mentre il 48% si è informata attraverso Internet e quasi il 50% ignora la disponibilità di metodi a lunga durata d’azione. Lo rivela la ricerca ‘Lo stato dell’arte e i bisogni di formazione e informazione delle donne italiane in area contraccezione’, condotta da DoxaPharma su un campione di mille donne italiane tra i 18 e i 40 anni e presentata nel corso dell’evento scientifico-istituzionale ‘Her Promise’ di Organon – azienda farmaceutica globale dedicata alla salute femminile in ogni fase della vita – nel primo anniversario del lancio della propria attività.
Lo comunica una nota diffusa dalla farmaceutica e relativa ai risultati del confronto che ha coinvolto i principali stakeholder – istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e media – sulle grandi sfide socio-sanitarie dei prossimi anni: rilancio della natalità, gestione della cronicità e sostenibilità.
“Sono stati 12 mesi di grande impegno ma anche molto stimolanti e di grande soddisfazione, nei quali abbiamo raggiunto l’obiettivo di essere l’azienda leader nella salute riproduttiva della donna anche grazie a importanti accordi di partnership che ci permetteranno di rispondere con efficacia a molteplici bisogni di salute al femminile non ancora pienamente soddisfatti – afferma Alper Alptekin, presidente e Amministratore delegato di Organon Italia – la salute della donna è un potente indicatore di prosperità di un Paese e volano di benessere sociale e crescita economica e siamo orgogliosi di averla scelta come nostra area terapeutica prioritaria, in una visione ampia che la considera come epicentro della salute di tutta la comunità e la vede quindi connessa anche con le grandi sfide collegate alla cronicità e alla sostenibilità”.
Sul fronte della salute femminile – riporta la nota - il tema della natalità e della fertilità è tra quelli che hanno le maggiori ricadute a livello socio-economico. Il trend di continua decrescita demografica potrebbe determinare nel 2070 un’importante diminuzione del 32% del Pil. Se è vero che l’80% delle donne prende decisioni sulla salute dei propri cari, e che, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ogni dollaro speso in salute della donna genera 20 dollari in benefici economici, avere a cuore il benessere femminile significa avere a cuore l’intera società civile incidendo positivamente sul tessuto sociale ed economico di un Paese.
Nell’ambito dell’evento, grande importanza ha il lancio della strategia Esg (Environmental, social, governance) Her Promise, che vuole essere la risposta di Organon nel suo impegno per la salute femminile. Una strategia di ampia visione finalizzata a sostenere le donne e le ragazze di tutto il mondo nelle loro aspirazioni di benessere e mettere a loro disposizione una proposta di valore innovativa a tutela della loro salute e in coerenza con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu (Organizzazione delle nazioni unite), tra i cui cardini c’è un più ampio accesso alla contraccezione, per evitare 120 milioni di gravidanze indesiderate nel mondo entro il 2030, ma anche la lotta alle disparità ed equa rappresentanza di genere anche all’interno dell’azienda, dove è donna quasi il 50% dei dipendenti e il 65% del leadership team, insieme all’obiettivo ‘emissioni zero’ nei principi dell’economia circolare.
L’Italia – come rivela l’ultimo Atlante Europeo della Contraccezione redatto dall’European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights (EPF) – si posiziona al 22esimo posto in Europa per accesso e informazione alla contraccezione. I dati di una recente analisi denominata ‘Nerd’ dicono che nel nostro Paese una gravidanza su 4 non è pianificata e il 50% di queste esita in un’interruzione volontaria di gravidanza, con i conseguenti effetti importanti sulla salute psicofisica della donna. Pesano soprattutto la carenza di informazioni sulle possibili scelte contraccettive e la quasi totale assenza di programmi educazionali sull’argomento, che limita l’accesso alla contraccezione e il suo uso consapevole, mentre è in aumento l’impiego della contraccezione d’emergenza che già nel 2018 ha portato 548.684 donne a farne uso.
La conseguenza è che le donne si affidano soprattutto alle opzioni a loro note (pillola ormonale e preservativo), mentre è ancora limitata la conoscenza dei metodi contraccettivi non giornalieri che possono favorire la compliance della donna alla terapia come ad esempio i contraccettivi reversibili a lunga durata d’azione: quasi la metà delle donne è poco o per nulla informata sull’anello vaginale a durata mensile e sul cerotto e solo il 25% conosce l’impianto a lunga durata nel braccio.