I cittadini sudcoreani sono improvvisamente ringiovaniti di uno o due anni con l’entrata in vigore, oggi 28 giugno 2023, del sistema internazionale per il calcolo dell’età. Un sistema che ha convissuto finora con altri due metodi, variamente diffusi nel Paese: il metodo tradizionale, anche detto ‘età coreana’, usato nella cultura tradizionale del Paese (e in passato anche in Cina, Giappone e Vietnam) che assegna d’ufficio alla nascita un anno di età, cui si somma ogni primo gennaio un altro anno. Chi nasce il 31 dicembre compie così due anni al secondo giorno di vita. In alternativa, vige anche un terzo sistema, in base al quale ogni anno il primo gennaio si compie un anno in più senza averne però già uno in partenza alla nascita.
In base alle revisioni entrate oggi in vigore, i vari sistemi verranno ora unificati secondo il metodo internazionale che lega l’età al giorno di nascita. Lo standard ‘unico’ verrà applicato in tutti i settori giudiziari ed amministrativi, ma non per quanto riguarda l’età della coscrizione, l’età legale per bere e l’età scolastica. L’unificazione dei tre sistemi era stata una delle promesse fatte in campagna dall’attuale presidente Yoon Suk Yeol, che lamentava i costi sociali e la confusione derivanti dalla coesistenza dei tre sistemi di calcolo.
“Il sistema unificato di conteggio dell’età ridurrà notevolmente i costi sociali che sono stati sostenuti a causa dell’utilizzo di più sistemi”, ha dichiarato Lee Wan-kyu, ministro della legislazione del governo, durante una conferenza stampa. Lee ha citato potenziali denunce civili o azioni legali derivanti dalla confusione nel calcolo dell’età, e riguardanti ad esempio la determinazione dell’ammissibilità alle pensioni.