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19 marzo 2020

News

Coronavirus. «Diteci la verità»: le associazioni lametine chiedono chiarezza sulla gestione dell’emergenza ai medici e alle figure istituzionali


L’appello delle associazioni SenzaNodi, Comitato per la Sanità 19 marzo, associazione Malati Cronici, Coordinamento Salviamo la Sanità del lametino, associazione Samarcanda:

«I primari dell’ospedale di Lamezia Terme dovrebbero comunicare alla popolazione quale è la realtà che nei loro reparti vivono quotidianamente, quanti e quali servizi possono fornire ai cittadini e con quanta sicurezza tutte le attività vengono svolte all’interno della struttura. Loro che tanto stanno facendo da anni per mantenere in vita l’Ospedale e dare il meglio all’utenza, oggi con l’emergenza del Coranavirus sono ancora in grado di garantire ogni servizio ai cittadini? Hanno i mezzi necessari alla loro e all’altrui protezione dal virus? Se così è per mettere a tacere tante voci, dovrebbero uscire con un nota sulla stampa e dire la verità a tutti.

Oppure, come alcuni medici siciliani, prendere una posizione decisa, responsabile e degna del giuramento d’Ippocrate e dire: “Se non ci fornite i mezzi per lavorare ci fermiamo e chiediamo aiuto alla popolazione”, questo è un passo decisivo che la dignità del medico e quella del malato oggi a Lamezia meritano. Allo stesso modo il sindaco, i parlamentari, la politica tutta devono dire ai cittadini cosa stanno facendo per garantire che a Lamezia tutti i malati possano avere risposta nella cura, non solo per il Corona virus, ed essere salvati. Si parte dalla prima risposata che noi pretendiamo: “Se arriva un malato infetto all’ospedale di Lamezia cosa succede?”

Avevamo espresso la nostra gioia nei giorni scorsi per quanto previsto dalla Regione Calabria a favore dell’ospedale di Lamezia Terme. Abbiamo sbagliato, niente di quello che ci auspicavamo sino ad oggi è successo. E allora, ci chiediamo forse ci hanno dato la possibilità di curarci in altro modo, in altro luogo? “Risposta non c’è caduta nel vento sarà?” Una canzone non cura le malattie o il Coronavirus, ma probabilmente dice il vero. Quanti e quali posti sono realmente a disposizione dei malati all’ospedale di Lamezia Terme?

La Regione ha autorizzato i posti letto dei quali nei giorni scorsi hanno scritto, preannunciando una task force e terapie subintensive e altro? Il personale lavora in sicurezza all’interno della struttura, con mascherine, camici, calzari e quanto specificatamente previsto nelle situazioni di grave rischio di contagio come quella che stiamo vivendo? Il percorso di sicurezza impedisce al malato di girare per i corridoi, andare in radiologia ed usare gli stessi macchinari, che usano gli altri pazienti e quando c’è un sospetto disinfestano? Dove aspettano le risposte in merito al tampone colore che sono possibili contagiati? Perché è stato chiuso l’OBI? Noi abbiamo puntato l’attenzione sul fatto che un reparto d’eccellenza considerato, da un sondaggio fatto con i cittadini tempo fa, uno dei punti di riferimento dell’ospedale, è stato chiuso, ma ci chiediamo con quali conseguenze?

E’ stata una scelta drastica e importante quella di sopprimere l’OBI, osservazione breve appartenente al pronto soccorso con 10 posti letto utili. Un lavoro che questo reparto da 5 anni svolge egregiamente rimanendo è a disposizione del pronto soccorso per le patologie che necessitano osservazione, per intenderci sospetto d’infarto, traumi cranici ed emorragie cerebrali che non vanno in chirurgica interventistica, dolori addominali da osservare, oncologici da riequilibrare, vertigini importanti e svariate patologie che ormai non intasavano più i reparti di degenza dell’ospedale e ottimizzavano il percorso diagnostico dei pazienti. Da sottolineare l’efficacia del trattamento mirato ed il risparmio economico.

Questo reparto non ci risulta sia stato spostato in altre aree dell’ospedale, nemmeno quelle che rimangono vuote. Queste emergenze dove vengono curate da quando hanno chiuso l’OBI? Tornano a casa, ma ci sarà rischio per la vita delle persone? Se così fosse anche la chiusura dell’OBI a noi sembra preparata ad arte per far si che l’utenza abbia paura ad andare in ospedale. E quando tutto, voglia Dio molto presto, sarà finito, l’ospedale avrà perso l’utenza necessaria e potranno dire, come aspettano da tanto, che non ci sono i numeri per tenerlo aperto? Comunque, sempre dalle dichiarazioni apparse sulla stampa, chiuso l’OBI, al suo posto doveva essere immediatamente attivo reparto per i pazienti infettivi che necessitavano di cure intensive.

E’ stato fatto? Al primo piano della Torre B, sopra il pronto soccorso, doveva prendere il via tutto un organigramma destinato alla gestione diretta da parte della pneumologia della medicina e dell’infettivologo, con posti letto dedicati. E’ attiva? Nello specifico al primo piano dovevano afferire direttamente dal pretriage i pazienti sospetti fatto lo screening senza attraversare il pronto soccorso. I pazienti sospetti dovrebbero fare un percorso dedicato, così come è stato affermato, e non creare danno ad alcuno vista la pericolosità del CoronaVirus.

Se quando arriva al pronto soccorso, invece, dovesse succedere che il paziente critico occupa l’unica sala rossa a disposizione, quello non critico che fa? Per caso resta in attesa del risultato del tampone in pronto soccorso spesso anche per 18 ore o più perché ci sono gravi ritardi da parte della microbiologia di Catanzaro, HUB di riferimento, rimanendo a carico del pronto soccorso lametino con grandi rischi per tutti? Se qualcuno pensava che la nostra lotta si fosse fermata, rimarrà amaramente deluso, non è così.

Anche oggi ci vediamo costretti a chiedere il supporto della stampa per mettere in evidenza i dubbi e le domande che ci giungono dai cittadini. Sono tante domande, ma se qualcuno non ci risponderà i cittadini sapranno come regolarsi. Nei giorni scorsi ci hanno risposto celermente annunciando ciò di cui vi abbiamo parlato, oggi basta che abbiano alla stessa velocità nel rispondere ai dubbi della popolazione, perché se è tutto accreditato dalla Regione, se tutto funziona, la prima cosa da fare è rassicurare i cittadini.

Noi ci preoccupiamo che tutta vada per il meglio così come loro hanno detto, ne saremmo felici. Vogliamo solo la conferma perché non ci giungono notizia rassicuranti in merito e vorremmo smentirle per essere al fianco dei tanti medici, tanti infermieri e tanti malati con o senza il coronavirus, che delle cure ne hanno bisogno, non si va in ospedale per fare carriera, chinare il capo davanti ai potenti, ne tanto meno per passeggiare.


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